Il 112 varesino compie dieci anni: da 140 chiamate all’ora a 15.000 in un giorno

Il 21 giugno 2010 alle ore 14.15 veniva attivata la centrale di soccorso di primo livello. Fu la prima in tutta Italia. Nessun festeggiamento è previsto a causa dell'emergenza sanitaria, ma il responsabile ringrazia gli operatori che hanno vissuto settimane davvero difficili

Uno stress test da 140 chiamate all’ora. Venne testata così, nei giorni precedenti l’apertura, la centrale del 112 NUE che venne aperta a Varese il 21 giugno 2010 : «Hanno retto bene – aveva assicurato Alberto Zoli direttore generale della nuova Agenzia dell’Emergenza Urgenza -. Abbiamo in pratica simulato una situazione grave come può essere un’alluvione o una calamità».

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In dieci anni, gli operatori di questa centrale di soccorso di primo livello, hanno sostenuto crisi di ogni tipo con alluvioni, smottamenti, incidenti, sino ad arrivare all’apice di una situazione d’emergenza come quella della primavera scorsa quando quei telefoni squillavano sino a 15.000 volte al giorno nella settimana più tremenda.

La sede varesina del 112 venne aperta con un accordo tra Ministero dell’Interno, guidato da Roberto Maroni, e Regione Lombardia, con presidente Roberto Formigoni, per rispondere a un impegno comunitario che vedeva il nostro paese già in mora per mancata attuazione. Così si riuscì a evitare una penale molto esosa:  «In questo territorio – aveva spiegato Alberto Zoli, rispondendo al perché si partisse proprio da Varese – esisteva la tecnologia idonea per avviare il servizio. La centrale operativa infatti è già dotata delle attrezzature adeguate. Ha inoltre una lunga esperienza nell’utilizzo di software applicativi adeguati alla complessità della gestione dell’emergenza. La centrale è gestita da “operatori laici”, vale a dire personale non appartenente alle forze dell’ordine e adeguatamente formato per rispondere alle richieste di soccorso».

L’esperienza di Varese venne poi progressivamente replicata in Lombardia dove il territorio venne collegato a tre centrali operative: oltre Varese vennero aperte a Milano e Brescia.

Gli operatori, guidati dal responsabile dottor Guido Garzena, vennero poi chiamati in altre regioni per fare formazione: si partì con il Lazio. Oggi sono otto le regioni che hanno la centrale unica dell’emergenza urgenza 112.

I pionieri varesini furono circa dieci. Entrarono nella nuovissima sede posta nella palazzina costruita poco distanze dal monoblocco. Fecero da “apripista” con corsi di formazione per imparare a usare la tecnologia ma anche velocizzare le pratiche di smistamento alle centrali di secondo livello, polizia, carabinieri, ambulanze e vigili del fuoco.

Non fu sempre tutto rosa e fiori: quel numero venne spesso vissuto come un “inutile intralcio” a chi pensava che un contatto diretto con la centrale desiderata fosse più veloce. I dati, però, hanno dato ragione a quell’intuizione: non solo gli operatori bloccavano una buona percentuale di chiamate inopportune ( anche il 50%) ma velocizzavano con i sistemi di geolocalizzazione il processo di individuazione del richiedente.

Oggi, le regole di distanziamento e i divieti di assembramento non permettono di festeggiare il decennale: il personale è comunque reduce da tre mesi intensi, vissuti in prima linea soprattutto per la pandemia della Bergamasca a cui loro dovevano dare risposte. Un carico di lavoro intenso e spesso doloroso di cui portano ancora oggi i segni: « Non posso non citare gli ultime mesi di lavoro e tutto quanto ci siamo trovati ad affrontare con impegno e dedizione nel periodo culmine dell’emrgenza covid – commenta il dottor Garzena – Un ringraziamento sincero a tutti gli operatori e le operatrici ed al Coordinatore, che in questi anni si sono impegnati con dedizione e passione.

Buon compleanno 112 NUE varesino.

Un solo numero per tutte le emergenze: il 112

Alessandra Toni
alessandra.toni@varesenews.it

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Pubblicato il 19 Giugno 2020
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