Gli Alpini al fianco del Cai per la sanificazione dei rifugi

Fase 3 per gli appassionati della montagna. Distribuzione gratuita ai gestori dei rifugi di un kit-Covid. Carabinieri pattugliano le strutture della Valgrande

Avarie
Il Club alpino italiano ha accolto con piacere la disponibilità offerta dalle Truppe alpine di collaborare nella sanificazione di alcuni rifugi e nella manutenzione dei sentieri. Una disponibilità particolarmente gradita e opportuna, in un momento nel quale un numero crescente di escursionisti sta tornando a frequentare le montagne dell’intero Paese.

Il Comando delle Forze Operative Terrestri ha autorizzato i giorni scorsi il Comando Truppe Alpine a coordinare le attività di supporto, che vedranno l’importante collaborazione dell’Associazione Nazionale Alpini.

In questi giorni la Sede centrale Cai ha avviato la distribuzione gratuita ai gestori dei propri rifugi di un kit-Covid, che contiene un sanificatore all’ozono per i locali, un termometro per misurare la febbre a collaboratori e avventori, un saturimetro per misurare la concentrazione di ossigeno nel sangue, mascherine e la cartellonistica da esporre con le indicazioni per i frequentatori.

La consegna formale del primo kit è in programma sabato 27 giugno al Rifugio Quintino Sella al Monviso, scelta dal forte valore simbolico, che rievoca le origini stesse del Sodalizio.

La prima sanificazione concordata con le Truppe alpine si è tenuta stamane al Rifugio Migliorero, nei pressi dei Laghi Inferiori dell’Ischiator (Alpi Marittime), ed è stata curata dai militari del1º Reggimento artiglieria terrestre di Fossano (CN). Presenti il Vicepresidente del Cai Piemonte Migliorati e il Tenente Colonnello Gargaro.

Per la manutenzione dei sentieri, le Truppe alpine affiancheranno i volontari Cai già da tempo impegnati, coordinandosi con i referenti regionali per la sentieristica.
I bivacchi presenti nel Parco vennero chiusi a seguito di ordinanza sindacale, in esecuzione del DPR n 50 della regionePiemonte, al fine di evitare la possibile fruizione in promiscuità. Molti di essi sono stati forzati.

Nella maggior parte dei casi i danni non sono stati dovuti a condizioni di necessità. In un unico caso è stato ritrovato su un registro un messaggio di scuse, ma non è stato lasciato il nome o menzione al possibile risarcimento del danno cagionato.

Sono in corso accertamenti da parte dei militari del Reparto Carabinieri Parco Val Grande in merito alla ondata delle effrazioni che si configurano, per violenza, modalità e danneggiamento dei dispositivi di chiusura dei bivacchi, come atti vandalici.

Alcuni bivacchi, già oggetto di danneggiamento recente, le cui serrature erano state immediatamente ripristinate, sono stati nuovamente forzati.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 25 Giugno 2020
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