La fondazione Don Gnocchi nel mirino del sindacato Fials

Il segretario territoriale accusa la Fondazione di aver lasciato a casa il personale assunto per l'emergenza, approfittando dei due mesi di prova. "Gravi accuse infondate" replica Fondazione Don Gnocchi

Fondazione don Gnocchi Malnate

«Contratti a termine di 10 mesi e dopo due mesi si dice che non si è superato il periodo di prova. Senza alcun preavviso si convoca la
persona, che casca dalle nuvole, per dargli il “benservito”». L’accusa è del Segretario provinciale della Fials Santo Salvatore alla Fondazione Don Gnocchi di Malnate.

La realtà assistenziale, già in passato nel mirino del sindacato, è accusata di aver cercato personale nel momento della grave emergenza coronavirus ( molti gli ospiti rimasti contagiati) ma ora, passata la crisi, recede dai contratti “approfittando”, sostiene il sindacato, del periodo di prova: « Spesso questi lavoratori sono stati impiegati senza valido affiancamento o formazione» sottolinea Santo Salvatore.

« Abbiamo denunciato, in ogni modo il clima intimidatorio e le “forzature” contrattuali – prosegue Salvatore riferendosi a battaglie sindacali pregresse – segnalandole, per vie brevi, anche all’ATS, ma nulla è cambiato. Negli ultimi anni i lavoratori della Don Gnocchi hanno subito una modifica contrattuale unilaterale, l’imposizione di turni sempre più gravosi, pause non garantite e fuori dalle timbrature, un pasto sempre più povero e in orari sempre più ridotti, il pagamento di Operatori Socio Sanitari (OSS) come ausiliari socio assistenziali (ASA), un’esplosione di contestazioni di addebiti disciplinari, la collocazione in ferie o in recupero ore obbligatorie e non concordate».

LA REPLICA DELLA FONDAZIONE DON GNOCCHI

Fondazione Don Gnocchi rigetta le gravi accuse rivolte dal sindacato Fials sulla gestione del Centro “Santa Maria al Monte” di Malnate, ritenendole totalmente infondate e assolutamente generiche. 

A differenza di quanto sostenuto da Fials, la modifica contrattuale  non è una decisione unilaterale ma un cambio di CCNL, applicato ai lavoratori della Fondazione a seguito di uno specifico accordo sindacale nazionale e approvato a larga maggioranza dai lavoratori stessi.   

Non corrispondono al vero anche le successive accuse del sindacato – formulate senza alcun elemento di contestualizzazione, in modo assolutamente pretestuoso – su turni e pause, presunte contestazioni disciplinari, ferie, ore di recupero: tutti questi aspetti sono gestiti secondo quanto previsto dalla normativa e in continuità con l’organizzazione del lavoro consolidata nel Centro. 

Non sono state attuate variazioni del servizio mensa, che è garantito dalla Fondazione ai lavoratori come condizione migliorativa rispetto agli obblighi contrattuali. Non si sono altresì registrati casi di pagamento di OSS come ASA; al contrario, uno specifico accordo sindacale ha favorito il passaggio progressivo di ASA alla posizione di OSS.    

Per quanto riguarda l’interruzione di rapporti professionali, si precisa che la segnalazione riguarda solo il caso singolo di un lavoratore che non è stato confermato durante un periodo di prova. Tale decisione è stata presa – nei limiti concessi dalla tipologia di contratto stipulato – per diverse rilevazioni di inadeguatezza al ruolo manifestate, a lui ripetutamente evidenziate preventivamente.  

Per quanto riguarda la pandemia legata al Covid-19, come confermato al sindacato con una missiva inviata lo scorso 16 marzo, sin dall’inizio dell’emergenza la Fondazione ha messo in atto le procedure e adottato tutte le misure cautelative definite da ISS e OMS, registrando e attuando le successive implementazioni disposte dalle Autorità. Ogni decisione è sempre stata condivisa con i Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza.

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Pubblicato il 11 Giugno 2020
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