Aspetta l’anziano padre in visita in pronto soccorso, ma lui torna a casa in taxi

Incredibile vicenda raccontata da una lettrice che mentre attende, come da regolamento, fuori dall'ospedale, viene avvertita che il padre ha fatto ritorno a casa da solo

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Le regole per l’emergenza sanitaria impongono a parenti e amici di non sostare in ospedale mentre il proprio congiunto si sottopone a indagini o cure. Una regola ferrea, dettata da una normativa nazionale, che vieta a chiunque di entrare in ospedale se non per motivi sanitari. Una normativa che sta causando apprensione tra chi è fuori senza notizie certe.

Allo scopo è stato allestito un tendone fuori dall’ingresso del monoblocco destinato a chi attende.
Ed è proprio in questo spazio di attesa esterno all’ospedale che avviene l’incredibile vicenda raccontata da una lettrice che porta il padre in pronto soccorso:

«Dovrei segnalare un fatto increscioso che mi è capitato sabato scorso ( 25 Luglio) riguardo il Pronto Soccorso e mio papà.
Premetto che mio papà è grande anziano, 87 anni, abbastanza lucido ma, soprattutto ultimamente nello stato di sofferenza fisica è spesso disorientato e non molto presente. I valori ematici risultano con delle anomalie non chiare per cui, visto questo deperimento organico si preferisce portarlo al Pronto Soccorso in
quanto peggiora di giorno in giorno.

Sabato 25 Luglio accompagno mio papà alle ore 8.45 e, direi subito, siamo stati accolti gentilmente dall’operatore dell’Accettazione che ha preso i dati e mi ha invitato ad uscire e recarmi nella hall
dell’Ospedale ad aspettare che mi chiamassero quando avrebbe finito, tanto avevano il mio numero di cellulare già registrato. Mio papà è stato preso sottobraccio dall’infermiera per portarlo dentro per gli
accertamenti.

Così, come tutti i parenti che hanno lasciato i propri cari in Pronto Soccorso e che sono in attesa di notizie, mi sono recata nella hall. Ovviamente ero già preparata, non pretendevo che in un’oretta
sapessi qualcosa, quindi tranquillamente ho aspettato……

Alle ore 12.00 circa ho pensato che non avrei fatto nulla di male se fossi andata a chiedere informazioni su mio papà, gentilmente mi hanno riferito che stanno facendo indagini! Torno nella hall e aspetto!

Ore 16.15 mi squilla il cellulare era mio fratello che mi dice
che mio papà è a casa!!!!!
Non posso ancora crederci e più ci penso più non sembra vero che possa succedere una cosa simile!
Agitata mi affretto subito in Accettazione per sapere cosa sia successo…. Ovviamente l’operatore, quasi scocciata del fatto che non me ne sarei andata senza sapere, ha puntualizzato che lei non può sapere cosa
succede dentro…. È andata a chiedere e tranquillamente mi dice che mio papà ha firmato le dimissioni e ha preso un Taxi!!! Lui non ha telefono, chi ha chiamato il Taxi? Ho fatto notare comunque che l’accordo era di chiamarmi, stante le loro indicazioni come da prassi!

Ora mi chiedo anche fosse che mio papà in quel momento era lucido, direi più o meno, e come dice il medico che ha firmato le dimissioni è in grado di intendere, dopo la firma cosa succede! Chi accompagna i
pazienti all’uscita, il medico stesso ha detto che ovviamente non è lui ad occuparsene! E quindi non c’è nessuna figura che si preoccupa di accompagnare un malato che è lì da solo!

In che modo vengono gestite le informazioni date all’Accettazione, compreso il recapito telefonico dei parenti indicati nella cartella
oppure, penso che, se ci fosse qualche utente che si reca da solo l’informazione è quella di far notare che è da solo e quindi se la vede lui come andare a casa!!

Spero non accada a nessuno una cosa simile, sicuramente ogni operatore sanitario in condizioni di sotto organico ecc. fa quello che può, però in questo caso è come se mancasse il passaggio successivo alla firma delle dimissioni del medico. Non c’è un controllo con le informazioni avvenute in Accettazione!

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 30 Luglio 2020
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