Campeggi in sofferenza sul Verbano, Maccagno: “Siamo a meno del 20% di clientela”

Qualche tedesco arrivato ma una situazione ancora difficile. “Le disdette superano le prenotazioni, e i turisti non superano le frontiere”

La difficile estate dei campeggi sul Lago Maggiore

L’anno scorso non ci sarebbe stato neppure il posto per parcheggiare.

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i muretti bianchi che costeggiano le strade a pochi metri dalla spiaggia erano un brulicare di ragazzini biondi con canoe sulla testa e coppie che mano nella mano si avvicinavano all’arenile per l’agognato pomeriggio sui caldi lidi italiani d’acqua dolce: il sogno dei tedeschi, la vacanza sul lago.

Oggi di quei giorni del luglio 2019 è rimasto solo il caldo (e neanche quello sembra lo stesso), qualche compagnia di giovani che si siede a crocchio con gli asciugamano e praterie fra un gruppo e l’altro.

Le spiagge non sono mai state così a portata di mano a Maccagno come in questo luglio, ma a farne le spese sono le strutture ricettive, quelle “basiche” tanto per intendersi, per la vita all’aria aperta in tenda o roulotte e al massimo del confort nei bungalow, occupati per meno della metà del potenziale al “camping Lido“, struttura storica che si posiziona a nord della foce del Giona e si contende la clientela con l’altro campeggio, “Lago camping“, praticamente dall’altra sponda del fiume.

La difficile estate dei campeggi sul Lago Maggiore

«Prenotazioni ne arrivano, ma ci sono due considerazioni da fare sulla stagione», dicono dalla reception gialla del Lido. «In primo luogo la nostra stagione di chiusura va da ottobre ad aprile: quest’anno abbiamo riaperto il 27 giugno, praticamente l’altro ieri, quindi già questo rappresenta uno svantaggio incredibile sui tempi ordinari».

«Poi esiste il problema delle disdette: abbiamo prenotazioni anche per agosto e speriamo che rimangano, ma per il momento parte della clientela, soprattutto di olandesi, invia disdette pochi giorni prima dell’arrivo. Quando gli chiediamo cosa li spinga a rinunciare ci rispondono che i rischi per il nostro paese sono troppo alti. Evidentemente c’è una scarsa informazione della reale situazione che in questo frangente stiamo vivendo: attenzione e distanziamento, certo, ma pochissimi contagi».

E le conseguenze si vedono proprio lungo i vialetti assolati: casette semi vuote e pochi clienti: «Siamo al 20% della capienza».

A distanza di cinque minuti a piedi, superando comodamente il fiume si arriva all’altro campeggio dove prima ancora di entrare dal cancello c’è un particolare che spicca in un colore solitamente rassicurante che invece suona come una premonizione perché all’ingresso, come succede per molti altri campeggi è stato posizionato un semaforo dedicato ai nuovi arrivati che indica se c’è posto.

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La luce è verde, al LagoCamp, e di posto ce n’è eccome. Lo conferma lo scarso viavai di persone, solo un paio di signore tedesche in fila con pareo a ciabatte e una coppia di mezza età con barboncino – l’unico lucido – che svuota beatamente numerose birre nel chiringuito ricavato vicino all’accettazione dove Tanja, gerente della struttura da 12 anni e da 20 nel Belpaese, tedesca, non appena interrogata sulla situazione sgrana gli occhi, guarda al cielo a cui chissà che pensieri rivolge.

«Come va? L’impressione è che le frontiere siano ancora chiuse, delle 90 piazzole sono occupate meno del 20%. Quest’anno se va avanti così è un disastro». Anche Tanja come la collega dell’altro campeggio conferma l’andazzo: prenotazioni che arrivano ma si spengono pochi giorni prima di arrivare sul Lago Maggiore: «Troppo pericoloso», dicono le e-mail, anche se i cartelli sul distanziamento e che avvertono – anche con disegni – dell’uso di mascherine e disinfettanti per le mani si sprecano e vengono proposti alla clientela in almeno tre lingue.

Clientela che legge e per un attimo si desta dal clima vacanziero per fare un passo indietro e sistemarsi la mascherina per coprire anche il naso. Gli unici che sembrano godersela sono i ragazzini che con le bici e che così poco movimento diventano i padroni incontrastati del quartierino turistico.

Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it

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Pubblicato il 14 Luglio 2020
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