Dl Rilancio, al via taglio del costo del lavoro Fiori: “Bene interventi su settori più colpiti”
Coldiretti Varese: “Interessano anche le imprese delle filiere agrituristiche e florovivaistiche, colpite dal lockdown nel periodo per loro più delicato. Già ad aprile avevamo proposto un “piano Marshall””
Sono state accolte le richieste di Coldiretti per il taglio del costo del lavoro nei settori più colpiti dalla crisi provocata dall’emergenza Covid-19, con l’approvazione dell’emendamento al Decreto Rilancio che destina 426 milioni all’esonero dei contributi previdenziali e assistenziali, per i primi sei mesi 2020, dovuti dai datori di lavoro appartenenti alle filiere agrituristiche, apistiche, brassicole, cerealicole, florovivaistiche, vitivinicole, oltre che dell’ippicoltura, della pesca e dell’acquacoltura.
“Un risultato importante – commenta il presidente di Coldiretti Varese, Fernando Fiori – al quale va aggiunta anche l’istituzione di un Fondo emergenziale di 90 milioni a supporto del settore zootecnico, il rifinanziamento con 30 milioni di euro dello strumento della cambiale agraria e la destinazione di 30 milioni di euro aggiuntivi per il Fondo di solidarietà nazionale”.
Tra i comparti più colpiti nel territorio della provincia prealpina dall’emergenza sanitaria – ricorda la Coldiretti provinciale – ci sono, appunto, il settore florovivaistico (che ha dovuto distruggere le produzioni nel pieno della primavera, dove si concentra oltre l’80% del giro d’affari) e quello agrituristico che ha visto azzerate le prenotazioni nel cuore dell’avvio di stagione e che, ancor oggi, si trova a dover fronteggiare l’assenza di una fortissima quota di turisti stranieri.
Per far fronte a questa situazione, già ad inizio aprile Coldiretti aveva presentato al Governo e a tutte le forze politiche un “Piano Marshall” per l’agricoltura italiana, che non si è mai fermata neppure durante i mesi di maggiore emergenza, quando, anzi, è emersa una maggior consapevolezza sul valore strategico della filiera del cibo con la necessità di difendere la sovranità alimentare e non dipendere dall’estero per l’approvvigionamento alimentare in un momento di grandi tensioni internazionali sugli scambi commerciali.
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