Tuffo nell’Olona degli attivisti di Legambiente che chiedono interventi di salvaguardia

Non sono ancora chiarite le cause che hanno portato alla moria di pesci nel tratto di fiume tra Fagnano e Legnano. Gli attivisti hanno fatto l'annuale nuotata nelle acque nel "lido" dei Mulini di Gurone

Nuotata degli attivisti di Legambiente nell'Olona - luglio 2020

«Rabbia e frustrazione per l’ennesimo scempio compiuto sull’Olona». I Circoli di Legambiente lungo l’asta dell’Olona si sono presentati questa mattina per il tradizionale tuffo nelle acque del fiume dove proprio l’altro giorno è stata registrata una moria di pesci. 
I
n occasione del Big Jump, la giornata europea dedicata alla qualità delle acque dei fiumi, Legambiente ha acceso nuovamente i riflettori sul fiume Olona, con un tuffo simbolico nel “lido” dei Mulini di Gurone a Malnate.

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Il “Big jump” nell’Olona degli attivisti di Legambiente 4 di 8

Fatte le dovute segnalazioni agli organismi preposti, Ats, Arpa Lombardia, società Alfa, Provincia di Varese, polizia provinciale e Carabinieri forestali  non hanno ancora dato risposte sulle cause che hanno portato alla morte della fauna ittica. Cosa sia successo rimane un mistero che fa infuriare gli ambientalisti, a maggior ragione essendo venuti a conoscenza di sopralluoghi effettuati sopra Varese dopo le segnalazioni di acque biancastre.

Dal gennaio 2021 la responsabilità della rete delle acque, depuratori compresi, passa nelle mani di Alfa. Ci sarà quindi un referente unico, ma per ora la catena evidentemente non funziona. Fino ad allora, però, dicono da Legambiente “vorremmo capire di chi è l’interlocutore e chi ha la responsabilità di intervenire: chi ci darà risposte su questo caso? E per le nuove criticità, a chi si potranno rivolgere i nostri volontari?”

«È evidente la debolezza del controlli e la mancanza di tempestività nell’affrontare le emergenze – dice Valentina Minazzi, presidente del circolo varesino e vicepresidente regionale del Cigno Verde –  Abbiamo l’impressione che, ancora una volta si giochi al rimpallo tra le competenze dei vari enti in campo dimenticando che quelli che vengono spesi per il risanamento del fiume sono soldi pubblici. Anzi gli enti che si adoperano per far ritornare il fiume in buona salute dovrebbero essere i primi a segnalare le anomalie e a picchiare i pugni».

I fatti risalgono a giovedì scorso quando è stata segnalata la presenza di un materiale non identificato che ha colorato le acque di bianco sopra Varese, in corrispondenza di un cantiere che utilizza bentonite per le perforazioni. Qualche giorno dopo, a valle, tra Fagnano Olona e Legnano, si è assistito a una consistente moria di pesci, oggi in fase di rimozione.

«Non sappiamo come siano andati i fatti, certo è che ancora una volta a soffrirne è l’Olona. Se qualcuno ha operato non in conformità con le normative vigenti deve essere scoperto e punito perché episodi del genere non si verifichino più. Lungo il fiume permangono troppe fonti di inquinamento delle acque dovute ad aziende fallite e mai bonifiche o a scarichi non collegati. È ora di dire basta! Vogliamo un fiume pulito!»

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 12 Luglio 2020
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