Univa: la ripresa post Covid richiede grandi investimenti

Gli industriali e Intesa Sanpaolo hanno dato vita al primo incontro del roadshow lombardo dedicato al tema del rilancio delle imprese del territorio

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Si è tenuto a Varese in videoconferenza il primo incontro del roadshow lombardo “Il rilancio delle imprese del territorio. Strumenti, opportunità e prospettive per il post Covid. Costruiamo insieme un grande futuro” organizzato da Intesa Sanpaolo e dall’Unione degli Industriali della Provincia di Varese per sensibilizzare e informare le imprese del territorio sugli strumenti e sulle opportunità attualmente disponibili a supporto della crescita competitiva delle imprese lombarde nella fase post lockdown.

Il roadshow che toccherà nel mese di luglio altre province lombarde, a Varese ha visto la  presenza di Stefano Barrese, responsabile banca dei territori Intesa Sanpaolo, Marco Crespi Marco De Battista (foto sopra), rispettivamente responsabile area finanza e agevolazioni industriali e coordinatore delle aree economiche di Univa, e Gregorio De Felice, chief economist Intesa Sanpaolo.

Da un’analisi condotta dalla direzione studi e ricerche di Intesa Sanpaolo emerge che la ripresa dell’economia internazionale dipenderà dallo scenario pandemico che si andrà a delineare nei prossimi mesi e che andrà ad impattare in maniera significativa sia sul Pil che sul tasso di disoccupazione. Per il Pil italiano la previsione è di un calo del 9,5% per il 2020 con un recupero del 6,5% nel 2021 che tiene conto degli effetti dei provvedimenti del governo.

La Lombardia con la sua alta vocazione manifatturiera è una delle regioni maggiormente penalizzate e la ripresa dell’industria in particolare di Varese e provincia è condizionata dalla sua forte specializzazione nella metalmeccanica e nel tessile e abbigliamento – messi a dura prova per la elevata quota di attività sospese dal DCPM – mentre i settori agro-alimentare, farmaceutico, elettronica e ICT potranno dare un impulso al recupero.

Ora è necessario confrontarsi con uno scenario complesso e altamente incerto, che tuttavia in prospettiva offre opportunità: dalla transizione in chiave green (nell’industria, nella mobilità e nell’abitare), alla digitalizzazione (smart-working, didattica a distanza), dalla maggiore attenzione ai temi legati alla salute e all’ambiente domestico, alla regionalizzazione delle catene del valore. I

Intesa Sanpaolo, dall’inizio dell’emergenza, ha immediatamente messo in atto una serie di misure concrete per dare supporto alle imprese: dopo aver elevato a 50 miliardi di euro l’ammontare di risorse in termini di credito messe a disposizione del Paese, sospeso le rate dei finanziamenti e aderito all’anticipo della Cassa integrazione in deroga, è operativa su tutte le possibili soluzioni previste dal Decreto Liquidità, fornendo così il supporto necessario alle imprese di piccole, medie e grandi dimensioni.

Le iniziative della Banca e le misure dei Decreti hanno generato un significativo supporto anche alle imprese di Varese e provincia: sono circa 2.500 le pratiche fino a 30 mila euro fra erogate e in erogazione, mentre le pratiche di finanziamenti oltre 30 mila euro, fra erogate e in erogazione ammontano a circa 450 per un importo complessivo di oltre 200 milioni di euro.

Le richieste di moratoria processate sono circa 12.400 per 1,1 miliardi di euro di finanziamenti residui complessivi tra privati e imprese. La decennale collaborazione tra Intesa Sanpaolo e Confindustria continua con la consapevolezza che la ripresa deve necessariamente passare da un sistema economico e produttivo che sia più digitale e che abbia gli incentivi giusti per crescere dimensionalmente e che voglia rafforzarsi sotto il profilo patrimoniale.

Intesa Sanpaolo ha recentemente potenziato il proprio Programma Sviluppo Filiere con l’obiettivo di supportare l’economia attraverso i grandi «champion» e valorizzare le intere filiere produttive con un nuovo plafond di 10 miliardi di euro. In un mercato composto da tante aziende di piccole dimensioni e in un contesto di difficoltà come quello attuale, il rapporto di filiera strategico tra leader della filiera e propri fornitori può diventare infatti uno straordinario moltiplicatore e facilitatore per l’accesso al credito da parte delle imprese minori, facendo leva sulla forza e solidità dei “champions del Made in Italy” che possono far beneficiare i loro fornitori del proprio profilo di credito. Dall’avvio del programma a fine 2015 Intesa Sanpaolo ha coinvolto circa 700 capi-filiera, con i loro 16.000 fornitori collegati e un giro di affari di circa 70 miliardi di euro. A Varese e provincia sono 7 importanti capi-filiere coinvolti, con 150 fornitori collegati e un giro di affari di circa 1,5 miliardi di euro. Per potersi attrezzare e prevedere delle misure adeguate per la ripresa Intesa Sanpaolo affianca le imprese con operazioni di finanza strutturata e basket bond e con progetti sistemici per pensare a nuovi investimenti in circular economy, alla transizione verso il green deal e al potenziamento di industria 4.0.

«La sfida della ripresa economica post-Covid – ha detto  Stefano Barrese, responsabile Banca dei territori Intesa Sanpaolo – imporrà investimenti a sostegno delle imprese anche di Varese e provincia che solo un grande banca come Intesa Sanpaolo è in grado di sostenere. Potenzialità ancor più rilevanti deriveranno poi dall’unione con Ubi Banca, infatti, in caso di esito positivo dell’offerta in corso, comporterà l’erogazione di aggiuntivi 10 miliardi l’anno di nuovo credito alle imprese nel triennio 2021-2023, senza alcuna riduzione per i clienti comuni. In totale, 30 miliardi aggiuntivi destinati a imprese e famiglie che operano e vivono nei territori serviti da Ubi».

«A fotografare la congiuntura dell’industria varesina – commenta il coordinatore delle aree economiche di Univa, Marco De Battista – sono i dati sui consumi energetici di un campione di oltre 530 imprese del territorio raccolti dal nostro consorzio di acquisto, Energi.Va, che ha registrato cali del -17,9% a marzo, del -34% ad aprile, del -19,8% a maggio rispetto ad un anno fa. Ciò che manca alle nostre imprese in questo momento è, da una parte, la benzina nei motori rappresentata dagli ordinativi, dall’altra, l’ossigeno della liquidità. Un’analisi svolta dall’Ufficio Studi Univa su un campione locale d’imprese ha evidenziato in 2 casi su 3 problemi nella gestione delle attività aziendali. Tra queste, il 66% ha dichiarato una mancanza di liquidità medio/alta, ponendo questa come la vera priorità del momento. In un tale scenario il credito di filiera può rappresentare un’interessante opportunità nella quale Univa crede da tempo, un fronte sul quale, infatti, collaboriamo già da anni con Intesa Sanpaolo proponendo l’iniziativa alle imprese. Univa ha messo in gioco ogni arma possibile, anche a livello di sistema lombardo, per venire incontro al sistema produttivo in difficoltà, un esempio per tutti è l’assunzione diretta del rischio finanziario da parte di ConfidiSystema! che ha finanziato con fondi propri direttamente la liquidità delle imprese, segno tangibile e per molti versi unico di vicinanza al mondo imprenditoriale».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 15 Luglio 2020
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