Crugnola: “E’ l’ora del coraggio: meglio puntare sull’ambiente che sulla viabilità”
Pubblichiamo l'intervento di Valerio Crugnola, consigliere comunale di Varese nella Lista Galimberti, sull'intervento su via Selene e nella nuova Esselunga
Pubblichiamo l’intervento di Valerio Crugnola, consigliere comunale di Varese nella Lista Galimberti, sull’intervento su via Selene e nella nuova Esselunga
Sono molto preoccupato dal minacciato intervento viario nell’importante sopravvivenza di un’area verde rurale e boschiva che si è preservata da pesanti interventi ad uso edilizio, industriale e automobilistico, e che grosso modo possiamo circoscrivere tra l’asse ferroviario, la pineta del Burrificio Prealpi (che apprendo da Arturo Bortoluzzi essere condannata a morte), il viale Borri con le sue adiacenze (vie Giacosa, Giannone e Santa Maria Maddalena in particolare) e dalla piana tra Bellavista e Schianno.
Si tratta a mio parere di un intervento sbagliato sul piano paesaggistico e ambientale, dal punto di vista del
rapporto tra costi e benefici e come ipoteca su un futuro di per sé deficitario.
L’intervento va a danno, anzitutto, di un quartiere, Bizzozzero, che non brilla certo per cinture verdi fruibili
che innalzano la qualità della vita. I bronchi verdi – dir polmoni è troppo – generano, pur nella loro umiltà,
una ricchezza infinitamente più alta di un collegamento che al più fa risparmiare tre minuti di automobile.
Un’area ancora godibile ha un suo pregio, “un suo perché”. Lasciamoglieli. Varese è una città brutta come
può esserlo un vecchio calvo a cui sono rimasti qua e là dei capelli (ne so qualcosa!).
Smettiamola di raccontarci bugie. Abbiamo un residuo di natura urbana, salviamolo senza scomodare Versailles e i riccioli che furono. E se proprio il problema fosse il traffico, ci sono soluzioni migliori, su cui in caso tornerò.
Semmai non gettiamo al vento dei soldi per infrastrutture inutili in una fase in cui le sagge e dovute ricette di
Cottarelli rischiano di essere un placebo omeopatico. Meglio restituirli al mittente e cercare di riaverli per
spenderli bene, ad esempio per creare un nuovo parco urbano.
In pochi anni, per usare una frase di Nietzsche, “il mondo vero è diventato favola”. Lo sviluppo e la
modernizzazione non passano più dalla mobilità automobilistica, “la città non respira anche se il traffico
gira”. Se questo è “il nuovo piano Marshall della Regione Lombardia”, possiamo strapparci i capelli: calvi di tutto il mondo unitevi!
Il futuro è anche conservativo. Spesso, anzi, la conservazione innova mentre il progressismo ostacola.
Diciamo di guardare alle novità dell’Europa ma poi i modelli sono Rapallo o la Baia Domizia. Non sapendo
congedarsi dai luoghi comuni, Varese ha ancora un grave deficit di futuro, ed è forse per questo che i più si
nutrono due volte di passato: quello remoto dei glory days e quello prossimo del postindustialismo.
Rispetto allo zero prospettico del ventennio leghista, Galimberti ci ha provato, ma è stato troppo timido,
troppo indifferente alle idee e troppo influenzato da vecchi schemi. È il momento, per lui, del coraggio.
Tenga i piedi per terra e non sull’asfalto.
È il caso di riaprire il discorso pubblico, senza impaludarsi in banalità e frasi fatte, senza finire in ostaggio di
calcolucci politici dall’una come dall’altra parte, dentro e fuori della maggioranza, con un po’ di vista lunga
e di oculatezza, con l’ascolto delle voci silenti di un ampio spettro di elettori che ha a cuore l’ambiente e il
viver bene, con le dovute informazioni e, infine, attraverso i consueti canali istituzionali: la Commissione
Urbanistica e il Consiglio.
So che alcuni avvoltoi svolazzano minacciosi per poter strillare, con titoli sensazionalistici, che il tal
consigliere – un impolitico intossicato dalla passione politica che conta i giorni che mancano al washout –
rompe il fronte della maggioranza. Meglio preavvisare.
Concludo con una “dotta citazione” (sic!). Come ebbe a cantare Mimmo Modugno: “Selene ene ah, come è
bello stare qua”.
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