Fortnite, la “guerra” con Apple e Google che potrebbe cambiare l’ecosistema digitale

Lo scontro tra i proprietari degli store e l'azienda che produce Fortnite è solo all'inizio. Ma potrebbe rivoluzionare l'intero settore delle app

Generico 2018

Da qualche giorno sugli store di Apple e Google non si trova più Fortnite, popolare videogioco lanciato nel 2017 dalla Epic Games. Questo perché la casa di produzione ha introdotto un sistema di pagamento interno al gioco, che consente di bypassare quelli dei due colossi dei sistemi operativi mobile. Evitando così all’azienda che ha sviluppato il gioco di versare nelle loro casse una percentuale pari al 30% della transazione. Ma come finirà la querelle? E quali saranno le possibili implicazioni per tutta l’economia delle app?

«Intanto diciamo che questa scelta di Epic Games non è un fulmine a ciel sereno», spiega a VareseNews Emilio Cozzi, giornalista esperto di gaming. In un’intervista del 2018, ricorda, «il cofounder Tim Sweeney aveva affermato che gli stava bene pagare una commissione del 30% sugli e-shop di Nintendo, Xbox e Playstation perché quello delle infrastruttura hardware è un settore in perdita. Ma Apple e Google non vendono consolle».

Non stupisce, quindi, la decisione di Epic Games. Tanto più che una quota di quest’azienda è di proprietà di Sony, che produce Playstation e che a luglio ha investito 250 milioni di dollari nella società che produce Fortnite. Né stupisce la tempistica: «a breve Microsoft scenderà nel settore del cloud gaming con XCloud, un comparto che secondo la maggior parte degli analisti rappresenterà in futuro la principale fetta del mercato dei videogiochi». Un settore nel quale già opera Google con la sua piattaforma Stadia.

Ma come finirà la contesa? «Sono convinto che, al di là di questo muro contro muro iniziale, si arriverà ad una negoziazione. Troveranno il modo per ridiscutere la percentuale di commissione che Epic Games deve a Apple e Google», aggiunge Cozzi, che a settembre sarà in libreria con la biografia di Giorgo Pow3r Calanderelli, il più importante giocatore italiano di Fortnite, videogioco che a fine marzo ha superato i 350 milioni di giocatori nel mondo.

Un accordo in questo senso, oltre potenzialmente a ridurre i costi per gli utenti, potrebbe innescare una sorta di rivoluzione nell’intero ecosistema digitale. E non solamente per quanto riguarda il settore del gaming, con altre aziende che potrebbero chiedere di ridurre le commissioni dovute ai proprietari degli store digitali. Ma la questione potrebbe riguardare anche altri settori.

Anzi, li sta già interessando. Nei giorni scorsi il Digital Content Next, un ente che rappresenta alcune testate americane come il New York Times, il Washington Post e il Wall Street Journal, ha scritto al ceo di Apple Tim Cook chiedendo di ridiscutere la percentuale versata per gli acquisti effettuati sulle app di questi giornali. Il mondo delle app rischia davvero di non essere più lo stesso.

Foto di amrothman da Pixabay

Riccardo Saporiti
riccardo.saporiti@varesenews.it

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Pubblicato il 24 Agosto 2020
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