Imparare dalla storia: la pandemia del 2020 si combatte proteggendo le vie respiratorie

Indossare la mascherina può ridurre il numero dei contagi del 50%, se insieme all’utilizzo di questo accessorio si tiene conto del distanziamento sociale e si mettono in atto nel quotidiano le norme igienico sanitarie suggerite da qualsiasi esperto

mascherina chirurgica

La prima delle pandemie del XX secolo, causata dal virus dell’influenza, travolse il pianeta tra il 1918 e il 1920; è conosciuta come “influenza spagnola” o “la spagnola” e uccise decine di milioni di persone nel mondo.

Nello specifico, ad essere infettate furono circa 500 milioni di persone e a perdere la vita furono 50 milioni: questi numeri, essendo di dimensioni catastrofiche anche rispetto alla peste nera del XIV secolo, le riconoscono la fama della più imponente forma di pandemia nella storia dell’umanità.

La mancata adozione di misure di contenimento adeguate a contrastare il virus fu sicuramente uno dei fattori che aggravarono la situazione.

Oggi basta accendere il computer, accedere alla rete, visitare qualche sito come lo shop online Maskhaze o qualsiasi altro e-commerce per poter scegliere il dispositivo di protezione individuale (DPI) più adatto alla situazione.

A quanto pare, infatti, indossare la mascherina può ridurre il numero dei contagi del 50%, se insieme all’utilizzo di questo accessorio si tiene conto del distanziamento sociale e si mettono in atto nel quotidiano le norme igienico sanitarie suggerite da qualsiasi esperto.

Tornando alla storia e alle storie, in Europa probabilmente la pandemia si propagò anche a causa della concomitanza con la prima guerra mondiale; inoltre studi recenti, attuati grazie all’analisi di referti medici originali del periodo relativo alla Spagnola, raccontano che il virus non si dimostrava più aggressivo di altre influenze. Sembrano discorsi recenti!?

Si pensa che a contribuire all’aggravarsi dell’infezione e a provocare un contagio così massiccio, furono le circostanze date dalla malnutrizione, dalla scarsa igiene, dagli ospedali sovraffollati e poi dalla guerra con i campi medici e le trincee traboccanti di soldati.

Le persone sopravvissute dovettero affrontare spesso una lunghissima e difficile convalescenza e molti soffrirono di disfunzioni neurologiche per tutta la vita. La gente era gravemente affaticata e manifestava sintomi di depressione o addirittura di esaurimento cronico.

La scienza moderna

Oggi, con l’avanzamento della tecnologia, degli strumenti e degli studi scientifici è possibile sapere che durante una normale conversazione, vengono emesse dalla bocca delle invisibili goccioline, chiamate micro droplet, le quali contengono particelle di virus nei soggetti positivi, quindi infettati.

I droplets di grandi dimensioni, prima di evaporare, sopravvivono più di 0,1 secondi e si trasformano in nuclei più piccoli delle micro goccioline originali, ma in questi nuclei il virus persiste.

Quindi, sarebbe molto più difficile bloccare le droplet quando si disperdono, atterrando potenzialmente su altre persone, che arginare il rischio delle droplets più grandi indossando una mascherina e tenendo una certa distanza.

Bisogna sapere che ogni malattia infettiva si può ricondurre ad un tasso di trasmissibilità detto “R0” e la maggior parte della gente ascoltando il telegiornale avrà sentito che in molte situazioni R0, ad un certo punto, è divenuto uguale ad 1:significa che in media una persona contagia solo un’altra persona. Grazie a questo risultato si è tornati, parzialmente, alla vita.

Nel 1918 R0 era equivalente a 1,8. La pandemia 2020, del Covid-19, è stata analizzata dall’ Imperial College e si è stimato, in un certo periodo, un R0 pari a 2,4. Altri studi hanno affermato che il valore sarebbe potuto salire a 5,7.

Ma, al di là delle possibili ulteriori catastrofi, bisogna tener conto del fatto che le misure di contenimento adottate dal mondo moderno hanno evitato quel tipo di diffusione così rapida da non lasciare tregua.

La possibilità di proteggersi e la scelta della mascherina

Nella fase 2 della pandemia ci si è abituati ad usare la mascherina in maniera ancora più naturale che nella fase di quarantena, in cui le uscite da casa erano molto più sporadiche.

Uscendo dalle proprie abitazioni, anche quando le mascherine non erano facilmente reperibili, è divenuto comune pensare che fosse meglio coprire naso e bocca con una sciarpa o un foulard piuttosto che non coprirli affatto.

Poi, comprarle in rete o uscire per raggiungere i negozi adibiti alla vendita ha generato una nuova domanda: quale mascherina indossare? Le questioni fondamentali riguardano sicuramente i materiali di cui sono costituiti questi dispositivi e il corretto utilizzo.

Le mascherine chirurgiche, pur non avendo la funzione di filtro dalle micro droplets limitano la diffusione delle particelle più pesanti, sempre potenzialmente infettanti; quindi bloccano il passaggio dalla bocca o dal naso all’ambiente per il 95% delle possibilità. Sono considerate migliori di quelle di stoffa perchè resistenti ai liquidi, ai microbi e efficienti nel filtrare i batteri.

Dalla mascherina chirurgica, per salire nel livello di protezione, si passa alle Ffp1. Queste proteggono le persone che si incontrano e in buona parte anche se stessi: hanno una potenzialità filtrante dell’80% ma se fornite di valvola non filtrano in fase espiratoria, dalla valvola potrebbero muoversi particelle infettanti e la mascherina perderebbe l’efficacia di misura di contenimento.

Le mascherine di stoffa dovrebbero essere scelte se costituite di materiali e strati non troppo sottili. Proteggono poco in entrata ma restano più efficaci del non indossarle affatto o di una sciarpa, perché trattengono le particelle emesse da persone infette o con sintomi di infezione e sono comunque più aderenti al viso.

Il valore di sicurezza ed efficacia delle mascherine, infatti, è dato in larga parte dal fatto che siano sufficientemente aderenti al viso, indossate, tolte e smaltite nel modo più corretto possibile.

Infine, riservate a chi lavora ad alto rischio di esposizione, come gli operatori sanitari, le Ffp2 e Ffp3 vengono indossate e tolte seguendo determinate istruzioni.

Non è consigliabile sottovalutare né l’uso, né la scelta della mascherina.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 27 Agosto 2020
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