Trattamento della stenosi aortica non invasiva: al Circolo sono ripresi gli interventi

Anche durante la fase dell'emergenza la dottoressa Castiglioni e la sua equipe hanno effettuato 160 interventi in urgenza. Da giugno è ripresa anche l'attività programmata, tra cui la TAVI, l'impianto valvolare aortico transcatetere

dottoressa Castiglioni cardiologia

Beatrice, Luigi e Giovanni, rispettivamente di 83, 87 e 79 anni, sono alcuni dei pazienti che, dall’inizio di giugno, sono stati sottoposti ad un delicato intervento di cardiologia interventistica. Si tratta della TAVI, l’impianto valvolare aortico transcatetere che permette di trattare una delle patologie valvolari più frequenti, la stenosi aortica con un approccio meno invasivo.

All’inizio di giugno l’ASST dei Sette Laghi è ripartita con tutte le attività dopo la sospensione forzata a causa dell’emergenza Covid. «In ambito cardiologico, a rappresentare la svolta è stata soprattutto la ripresa, a metà giugno, delle TAVI, – spiega la Dr.ssa Battistina Castiglioni, Direttore del Dipartimento Cardiologico dell’ASST dei Sette Laghi – un indicatore importante dell’attività del nostro Laboratorio di Emodinamica».

La TAVI permette di posizionare una nuova valvola aortica con un approccio meno invasivo, cioè senza apertura toracica, sfruttando l’accesso arterioso femorale. All’inizio era la risposta a chi non poteva sottoporsi ad intervento cardiochirurgico, per un rischio operatorio proibitivo. Poi la tecnica si è affinata a tal punto che oggi la TAVI rappresenta una scelta terapeutica consolidata nel trattamento della stenosi aortica per chi ha un rischio operatorio alto ed intermedio e inizia ad essere proposta come soluzione alternativa anche ai pazienti che hanno un basso rischio chirurgico.

Uno degli aspetti più interessanti è la condivisione della strategia di trattamento tra cardiochirurghi, cardiologi, anestesisti e chirurghi vascolari che, riuniti in Heart Team, definiscono il percorso assistenziale più idoneo a ciascun paziente.
«Per tutta la fase 1 l’Ospedale di Circolo si è dovuto concentrare sui casi in emergenza –urgenza, essendo stato riconosciuto come Hub per la Cardiologia interventistica – continua Castiglioni – Lavorando in guardia attiva H24, sette giorni su sette, abbiamo trattato oltre 160 pazienti, molti dei quali provenienti dal sud del Varesotto o dal Comasco. Con Sergio Ghiringhelli, attuale responsabile della Cardiologia Interventistica, Stefano Provasoli, Michele Occhipinti, Claudio Tamborini e con tutto il personale infermieristico e tecnico dell’Emodinamica che si è messo a disposizione dell’emergenza Covid, ho potuto rispondere al ruolo di Coordinatore dell’emergenza cardiologica che mi è stato affidato durante la pandemia.
È stato uno sforzo importante, che ci ha messo di fronte a casi complessi e a situazioni di rischio assoluto di morte del paziente, oltre alla necessità di trovare soluzioni organizzative che evitassero la possibilità di contagio. La grande collaborazione messa in campo da tutti i componenti del Dipartimento e, in modo particolare, dall’Unità Coronarica del Dott. Limido, dalla Cardiochirurgia del Prof. Beghi e dalla Cardiologia del Prof. De Ponti è stata la risposta della nostra squadra del cuore! Da giugno, mantenendo i percorsi organizzativi identificati nel periodo dell’emergenza, finalmente abbiamo potuto riprendere a trattare anche i pazienti in elezione, cioè quelli che non necessitano di una procedura urgente.
Questo per noi è molto importante, perché trattare per tempo i pazienti cardiopatici offre enormi benefici in termini di prognosi e qualità della vita».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 11 Agosto 2020
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