Arrestato il comandante della Polizia Locale di Lavena Ponte Tresa: l’accusa è corruzione

Nell'operazione condotta dalla Guardia di Finanza coinvolti anche quattro commercianti. Il pubblico ufficiale era detto "il mangione": riceveva pasti e alimenti in cambio dei favori

Gli uomini della Guardia di Finanza della Compagnia di Luino hanno arrestato – e posto ai domiciliari – il comandante della Polizia Locale di Lavena Ponte Tresa, Stefano Ceratonio, con l’accusa di corruzione. Nel corso della stessa operazione, coordinata dalla Procura della Repubblica di Varese sulla base dell’ordinanza emessa dal Giudice delle indagini preliminari, sono stati coinvolti anche quattro commercianti per lo stesso capo d’accusa: questi ultimi sono sottoposti all’obbligo di firma alla Polizia Giudiziaria.

Secondo la ricostruzione comunicata dalla Guardia di Finanza, il comandante avrebbe sfruttato il proprio ruolo per favorire alcuni commercianti e ambulanti a lui “vicini”, omettendo di contestare diverse violazioni, incassando solo una parte delle infrazioni contestate in cambio di beni materiali e di consumo. guardia di finanza varese

Il pubblico ufficiale si sarebbe anche guadagnato l’appellativo di “Mangione”, perché era diventato un punto di riferimento soprattutto per i commercianti stranieri: in cambio del disbrigo di pratiche amministrative però, riceveva in cambio – scrivono le Fiamme Gialle – la «sistematica somministrazione di pasti gratuiti».

Di fatto il vigile avrebbe chiuso un occhio su una serie di situazioni irregolari nell’ambito del mercato settimanale del sabato (importante, perché richiama numerosi clienti anche dalla vicinissima Svizzera), ottenendo in cambio derrate alimentari (consegnate in alcuni borsoni), pranzi in alcuni ristoranti etnici della zona e, almeno in un caso, un viaggio all’estero in Nordafrica. Le indagini della Guardia di Finanza, che ha operato con pedinamenti e appostamenti oltre che con l’acquisizione di documenti contabili, hanno anche rilevato che il pubblico ufficiale avrebbe effettuato controlli più rigorosi nei confronti di quegli ambulanti che non si prestavano a tali comportamenti di favore.

Un quadro che oggi ha portato all’arresto del Ceratonio e alle altre misure restrittive a quattro commercianti. Alla vicenda risulta estranea l’amministrazione comunale della cittadina che si affaccia sul Ceresio: «Non ho ancora avuto accesso a nessun atto ufficiale» ha commentato a caldo il sindaco, Massimo Mastromarino, che si riserva di rilasciare una dichiarazione ufficiale dopo aver consultato la documentazione.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 08 Settembre 2020
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