Cento anni fa è nata la Federazione Scacchistica italiana. A Varese

Il 20 settembre 1920 un congresso, svoltosi proprio nella città giardino, ha sancito l'inizio della centenaria federazione: un rapporto che continua con successo ancora ora. Il racconto dello storico e Candidato Maestro Leonardo Tomassoni

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Cento anni fa, il 20 Settembre 1920, veniva fondata a Varese la Federazione Scacchistica Italiana (FSI).

Prima di allora, già nel 1892, a Torino, era nata l’ASI, Associazione Scacchistica Italiana, che aveva però avuto vita breve: si era infatti sciolta solo un anno dopo. E sempre a Torino, nel 1898, si era ancora tentato di dar vita a un’altra forma associativa degli scacchisti italiani, l’USI, Unione Scacchistica Italiana, Durò un po’ di più, ma nel 1911, dopo aver comunque organizzato il primo Campionato Italiano di Scacchi, terminò le sue attività.

Sembrava proprio che l’esasperato individualismo che caratterizza il gioco degli scacchi non permettesse di giungere all’ambito traguardo di un ideale momento federativo delle centinaia di Circoli e dI Associazioni diffusi in tutto il Paese. Si era unita l’Italia ma non ancora gli scacchisti italiani.

Nel 1920 però qualcosa cambiò. Come andarono esattamente le cose non è facile a dirsi, per la semplice ragione che una documentazione adeguata non è direttamente consultabile: esiste sì una biblioteca storica della Federazione Scacchistica Italiana, sita a Milano in Via Piatti 10, intitolata a Giovanni Tonetti (1843-1917), un forte giocatore, autore tra l’altro di un “Corso teorico-pratico sul gioco degli sacchi” e di una serie di Conferenze tenute all’Accademia Romana degli Scacchi, ma questa Biblioteca non ha un orario ufficiale di apertura.

Esiste però un articolo pubblicato sulla rivista “L’Italia Scacchistica” il 20 Settembre 1921, un anno esatto dopo la fondazione della FSI, ad opera del Direttore della Rivista che allora era Alberto Batori (1884-1923), Maestro di Scacchi prematuramente scomparso a 39 anni.

In questo articolo viene dato atto agli scacchisti varesini di aver fortemente propugnato la nascita di una nuova Federazione, pur essendo di difficoltosa realizzazione, ma viene altresì sottolineato come, da parte di molti scacchisti italiani di diverse città e regioni, ci si fosse adoperati per preparare adeguatamente il momento culminante del Congresso Scacchistico Varesino del 20 settembre 1920, in particolare attraverso un precongresso tenutosi a Viareggio il 27 Agosto 1920 durante il III Torneo dell’”Italia Scacchistica”.

In quell’occasione gli scacchisti, radunatisi per iniziativa di Alberto Batori e del Prof. Giuseppe Orlandi, si prodigarono con “lunga ed animata, ma anche feconda, discussione” per giungere ad un completo appoggio al Congresso di Varese per far nascere la nuova Federazione Scacchistica Italiana. Già a Viareggio si iniziò la stesura di uno schema di Statuto che poi, a Varese, si perfezionò nei tre giorni del Congresso dal 18 al 20 Settembre.

Il successo del Congresso, sempre secondo quanto scritto da Alberto Batori, “grazie alla sua ottima organizzazione fu addirittura splendido”. Da non dimenticare il fatto che questa tre giorni scacchistica, primo grande contributo della nostra città al movimento scacchistico nazionale, venne organizzata durante i festeggiamenti del cinquantenario della Breccia di Porta Pia, proprio per sottolineare il desiderio di esprimere un’ideale volontà unificatrice anche a livello scacchistico.

A VILLA MIRABELLO UN TRIANGOLARE MONDIALE

Varese continuò, tra luci ed ombre, a far crescere giovani e meno giovani scacchisti nostrani nel corso degli anni. Ma vi fu un momento, nel decennio degli anni settanta, subito dopo il successo di Fischer contro Spassky per il Campionato Mondiale nel 1972, in cui, grazie anche all’opera di Mauro della Porta Raffo, Presidente del Circolo Scacchistico Varesino dal 1968 al 1974, i soci raggiunsero e forse superarono il centinaio.

E nell’Ottobre del 1976 la nostra città fu addirittura scelta dalla FIDE (Federation Internationale des Echecs) come sede di un triangolare fra tre mostri sacri dello scacchismo internazionale, i Grandi Maestri russi Tigran Petrosjan e Mikajl Tal (entrambi ex Campioni del Mondo) e il Grande Maestro ungherese Lajos Portisch. In palio c’erano due posti per accedere al Torneo dei candidati a sfidare il Campione del Mondo in carica Anatolij Karpov. La sfida durò quattordici giorni. Si classificarono Petrosjan e Portisch. Grande escluso Tal.

Ebbi la fortuna di assistere a tutte le partite, che si giocarono a Villa Mirabello, e di tutte ebbi l’occasione di fare un’analisi puntuale di carattere tecnico-teorico per un quotidiano locale. Per due settimane Varese fu al centro dell’attenzione scacchistica mondiale. Un momento particolarmente esaltante che non si è più ripetuto nel tempo.

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Da sinistra: Davide Galimberti, Renzo Mantovani, Leonardo Tomassoni, Mauro dalla Porta Raffo, Emiliano Aranovitch

OGGI: DUE MAESTRI INTERNAZIONALI E LA SQUADRA “IN SERIE A”

Gli anni passarono con le solite luci e le solite ombre ma, nel frattempo, alcuni giovani scacchisti varesini, che nel 1976 forse non erano ancora nati, cominciarono a scalare le vette dello scacchismo internazionale: due in particolare, Renzo Mantovani ed Emiliano Aranovitch hanno raggiunto il titolo di Maestro Internazionale.

Grazie al loro apporto, unitamente a quello di Alec Salvetti (Maestro FIDE) e di Alfredo Cacciola (Maestro), la squadra di Varese è salita in Serie A e il prossimo anno gareggerà nella massima divisione della serie Master: il risultato più importante e significativo mai raggiunto prima dallo scacchismo varesino.

 

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Pubblicato il 20 Settembre 2020
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