Enrico Bianchi: “Governeremo arrivando al cuore delle persone“

Il candidato di Proposta per Luino racconta come è nata la lista e le impressioni da qui al voto. “Se non senti affetto per la tua città, viene meno anche la democrazia”

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«Tutto merito delle donne». E di donne ne ha due al suo fianco mentre sorride, Enrico Bianchi, in una assolata mattina di settembre, che se fosse stato l’anno scorso, in ferie e col bel tempo sarebbe stata buona per i funghi o per un giro in barca sul lago.

Ma a Luino si vota. E nella sede della lista “Proposta per Luino”, in piazza Risorgimento di fronte alla caserma della Finanza, a ricordarlo oltre ai manifesti e ai plichi contenenti il programma c’è una signora che si affaccia sull’uscio, saluta, e ammette: «Abito a Brissago ma se fossi residente qui voterei per voi. In bocca al lupo».

«Evviva il lupo!», esordisce il candidato sindaco dietro al tavolone: «Solo per questo, è come se avessimo vinto: solo per essere riusciti a far capire che siamo un gruppo coeso e affiatato che vuole fare, in grado di fare. A Luino respiro un’aria nuova. E ben diversa dalle precedenti elezioni in cui, 15 anni fa, mi presentai come sindaco. Non sento nessuno che parla male della nostra lista, anzi. Candidiamo figure fantastiche, sono commercianti, impiegati, persone che si misurano con la quotidianità e che hanno risposte meravigliose a problemi concreti, come una madre di tre figli sa fare, per esempio».

Già, le donne. Con Bianchi ad ascoltare le sue impressioni a pochi giorni dal voto e a offrire spunti e suggestioni del momento ci sono Elena Brocchieri, 52 anni, educatrice in prima linea durante l’emergenza sanitaria all’interno di una struttura di assistenza per anziani della città e Ilaria Notari, 19 anni, studentessa (nella foto qui sotto). Ilaria è un volto noto a Luino e aveva fatto parlare di sé qualche mese fa quando raccontò la sua esperienza come volontaria in ospedale.

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Elena annuisce quando il candidato spiega che tutto, in questa lista, è nato in realtà attorno a un gruppo di donne che cominciarono a ventilare l’idea di una “proposta“ – appunto – dallo spirito civico, composta da volti nuovi ma con la voglia di impegnarsi per il futuro della città. Poi è cominciato il florilegio di nomi per il candidato sindaco.

«E alla fine ho detto sì, poco dopo l’inizio del lockdown», spiega Enrico Bianchi, 62 anni, tre figli in età da università, di professione farmacista. «Devo dire che non avevo confidenza con tutte le persone in lista, ma ammetto che è come se le conoscessi da una vita per l’affiatamento e per i punti in comune che abbiamo», spiega Bianchi.

Cosa pensa di quanto avvenuto nel Centrodestra, con le spaccature, e i nomi usciti come candidati sindaco? «Penso che quel modo di fare politica sia in crisi perché è mancata una discussione politica vera. La sconfitta politica di quel mondo si può già leggere tra le righe. Sono arrivati a questa situazione giocando sui problemi della città. E sa la gente cosa pensa? Dice “voi litigate ma noi domattina devo svegliarmi per andare a lavorare”, con tutti i problemi legati al lavoro in Svizzera, all’Alptransit, alla scuola e ai trasporti. La mia domanda è: la politica vera, dov’è?».

Ma anche nella vostra lista si leggono precise identità politiche. In cosa vi distinguete? «Senso civico non significa non avere identità ma non avere condizionamenti. Vuol dire non avere gli assessori pronti e disegnati sulle forze di partito: la nostra giunta non nascerà su questi presupposti, si terrà conto del numero di preferenze, delle competenze ma anche delle disponibilità di tempo. Nessuno da Varese, o da Milano, ci dirà cosa dover fare e come farlo».

Come proseguirà la campagna elettorale da qui al voto? «Continueremo a parlare coi mondi della città e a incontrare persone ai gazebo. Venerdì prossimo è in programma un incontro pubblico a Palazzo Verbania, alle 21 dove saranno i candidati consiglieri a esprimersi e a parlare agli elettori. Il nostro modello è l’ascolto, è creare un luogo dove si cercano, e si trovano, le risposte. Giriamo le frazioni. E prima di esporre il programma o parlare coi cittadini facciamo un quarto d’ora di spettacolo per i bambini. Si racconta una fiaba. Bastano poche parole per vedere rinascere questi luoghi negli sguardi dei piccoli: una cosa meravigliosa. Così dimostriamo di poter arrivare al cuore delle persone».

E funzionerà per vincere le elezioni? «Anni fa mi è capitato di seguire un convegno della Fondazione per la sussidiarietà con nomi importanti: Vittadini, Violante, Amato…e mi rimase impressa una frase: “La democrazia deve essere anche un momento affettuoso“. Ecco, penso che se non senti affetto per la tua città, viene meno anche la democrazia».

ELEZIONI A LUINO, LO SPECIALE ELETTORALE

Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it

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Pubblicato il 08 Settembre 2020
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