I giovani li formiamo in azienda. La scuola superiore andrebbe rifatta da zero

Alessandro Buononato, ceo di Becreatives, impresa che sviluppa app: «È difficile trovare persone che abbiano la capacità tecnica e al contempo una passione così forte per mettersi in gioco»

Generico 2018

Una laurea in architettura non è bastata a far dimenticare l’amore per la tecnologia che Alessandro Buononato, ceo e fondatore di Becreatives, società specializzata nello sviluppo di app, ha manifestato fin da bambino. Una passione così forte che nel 2015 ha deciso di fare il passo definitivo fondando la sua impresa di servizi, dapprima orientata alla creazione di siti web e poi di applicazioni per smartphone sia su commissione che in proprio. Limitless Stories, Speechless, Delfy, Stellar e Easynurse sono alcune delle app create da Becreatives.
Buononato, come ogni buon imprenditore, ha messo a frutto i suoi talenti e le sue competenze, occupandosi di grafica e design e dello sviluppo e rapporto del personale e dei clienti.
Sul sito dell’azienda è riportato il manifesto che racchiude i valori aziendali, tra cui l’importanza di saper lavorare in gruppo: «Noi siamo un team. Le persone sono l’elemento fondamentale del nostro successo. La coesione e la qualità della collaborazione sono i nostri pilastri».

Buononato, iniziamo proprio dal personale. Come ha reclutato i suoi collaboratori che oltre alle capacità tecniche dovevano essere animati da una passione particolare per iniziare questa avventura imprenditoriale?
«È stata la prima grande difficoltà che ho incontrato. Direi che Internet mi ha salvato perché non è facile trovare persone che abbiano la necessaria capacità tecnica e al contempo una passione così forte per mettersi in gioco. Una lezione che mi serve ancora oggi: quando devo trovare un collaboratore, dopo una verifica delle sue competenze tecniche, valuto la sua voglia di migliorare, la motivazione, l’approccio ai propri obbiettivi, se è in grado di lavorare di squadra e se è una persona che porta positività».

Qual è l’identikit della persona che lavora in Becreatives, quelli che rientrano nella categoria dei cosiddetti giovani?
«Come dicevo, sono persone che mettono passione nel lavoro e che hanno voglia di migliorarsi costantemente. Non si guarda solo il livello degli studi e anche se un collaboratore non è il top a livello accademico ma vuole crescere per me è positivo. Insomma, si cerca di guardare e valutare con molta attenzione il lato umano. Per fare un esempio, c’è un collaboratore che grazie all’alternanza scuola-lavoro e a un insegnante lungimirante, che ha intravisto la sua grande passione e la sua voglia di mettersi subito in gioco senza continuare gli studi, ce lo ha indicato. In poco tempo questo ragazzo ha sviluppato competenze tecniche notevoli grazie all’aiuto delle persone che lavorano in Becreatives, mettendo a frutto la sua passione e il bagaglio di competenze che già possedeva».

È un caso unico o un percorso che viene seguito da molti?
«Sono pochi i casi di questo tipo. Trovare giovani collaboratori con le caratteristiche che ho descritto è difficile. Questo è il motivo per cui abbiamo deciso di formarli direttamente in azienda. È un problema che non abbiamo solo noi, ma anche molte imprese del settore con cui c’è quasi sempre, anche su questo fronte, un rapporto collaborativo».

La scuola di oggi va bene per un mondo sempre più tecnologico? Quali sono in questo senso le proposte di Becreatives?
«Parliamoci chiaro: la scuola superiore che dovrebbe formare in qualche modo i ragazzi in ambito tecnologico sarebbe da smontare e rifare da zero. Il sistema scolastico ha bisogno di insegnanti più giovani, al passo con le nuove tecnologie, con un rapporto più stretto con le aziende e una diffusione maggiore della cultura d’impresa tra i ragazzi. La scuola italiana è troppo arcaica per l’età moderna e quindi fa fatica a formare i giovani del futuro».

Qual è il futuro di Becratives?
«Ho solo una certezza: non mi vedo come oggi. In un mondo in cui l’economia è sempre in movimento, l’unica cosa certa e che il cambiamento sarà una costante perché sono le tecnologie a cambiare con grande velocità. Becreatives lavorerà e svilupperà tecnologie legate alla realtà aumentata e tante altre cose che oggi ancora non sappiamo».

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Pubblicato il 02 Settembre 2020
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