Grasso: “Mai pronunciato l’insulto, la ricostruzione di Cassani è falsa”

Non si placa lo scontro politico sull'episodio di sabato, scaturito da un diverbio sul posizionamento di un gazebo

Casorate Sempione Generico

«Mi piacciono le ricostruzioni dei fatti, quelle precise, dettagliate, veritiere. Quella fatta dal sindaco è falsa».

Non si placa lo scontro a Casorate Sempione. A ritornare sull’episodio di sabato è oggi Martina Grasso, la candidata sindaco di Casorate Aperta.

Punto centrale sono le parole usate nell’animato diverbio. «Riporto le parole che mi ha attribuito: “Stronzo… sei proprio un bell’esempio di Sindaco, ma qui non puoi rigirare la frittata come fai su fb”. Questa frase è costruita ad arte, prendendo, aggiungendo e insinuando a piacimento, per proteggersi dalle accuse. E soprattutto: non l’ho mai detta». Grasso già ieri aveva negato di aver pronunciato la parola ingiuriosa.

Quanto al merito, lo spunto iniziale del diverbio, Martina Grasso ammette l’errore formale ma dice di essere stata provocata: «Uno dei componenti della mia lista si era adoperato per depositare la richiesta di occupazione di suolo pubblico, consegnandomi poi i documenti in questione, io (errore mio) non ho controllato e non ho notato che mi aveva consegnato la richiesta protocollata e non l’autorizzazione. Detto ciò, stavamo allestendo il nostro gazebo in Piazza Mazzini quando il responsabile della Lega accosta con la macchina (divieto di sosta e fermata), scende, e chiede di vedere l’autorizzazione, come se avesse una qualche autorità. Poco dopo arriva il Sindaco, che si avvicina al nostro banchetto con fare arrogante insinuando che “qui c’è un errore”, così chiede spiegazioni al rappresentante della Lega che, accanto ad uno dei componenti della mia lista, parla con la mascherina calata sotto il naso. Lo noto, e da buona ipocondriaca gli chiedo: “scusi, può mettere la mascherina sopra il naso per favore?”. A questa mia legittima richiesta il Sindaco, visibilmente agitato, alza la voce e mi risponde: “e tu chi sei? La responsabile della sicurezza? Chi ti credi di essere per dire cosa deve fare? Siamo all’aperto, siete a distanza!” a questo punto interviene uno dei componenti della mia lista a sottolineare: “si, è a un metro da lei, ma non da me.” Quindi mi allontano per fare una telefonata alla persona che doveva ritirare l’autorizzazione (quale aiuto da casa? Riesce a sentire da dentro la panetteria con chi parlo? Se davvero era lì che si trovava), e non avendo ricevuto risposta torno al banchetto, in tempo per sentire il sindaco che dice “questa arriva e mi dice cosa devo fare, che devo stare zitto”, ed è qui che io rispondo “Sindaco, qui non siamo su facebook, non puoi rigirare la frittata”».

Poco dopo, terminata la telefonata, ci sarebbe stata la frase del sindaco «ma stai zitta, che tanto tra quindici giorni te ne torni nella tua tana» (Cassani invece nega di aver pèronunciato «stai zitta»). Lo scontro verbale si sarebbe concluso qui senza insulti da parte di Grasso, dice la candidata di Casorate Aperta: «Io lo guardo allibita, dicendogli semplicemente “bravo Sindaco”, per poi raggiungere i candidati della mia lista, esterrefatti quanto me. In tutto questo trambusto ho preso parole da un’altra persona del suo gruppo, ma di questo ho già parlato la mattina stessa con la Polizia Locale».

Entrambi i contendenti – Cassani per primo e Grasso nella replica – tornino su un episodio del 2015 (un post facebook di Grasso), roba del passato. Quanto al presente, si vedrà se lo scontro rimane sul piano politico o se – vista la quantità di testimoni – sfocerà magari in querele. Per ora nessuno ne parla.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 08 Settembre 2020
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