Luino, la sfida a quattro accende la serata a Palazzo Verbania

Un confronto pulito e corretto che ha consentito di meglio conoscere i candidati alla poltrona di sindaco

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Dei quattro candidati sindaco a Luino due si contendono il primato della continuità amministrativa, due si rivolgono agli elettori che cercano la rottura con la politica degli ultimi dieci anni e si candidano come portatori di novità.

Alla fine il dibattito pubblico organizzato da Luinonotizie e Varesenews a pochi giorni dal voto per il rinnovo della carica di primo cittadino della cittadina sul Verbano è servito a questo: se non è stato possibile capire chi vincerà, almeno è servito a identificare quali sono le posizioni di fondo.

I toni sono stati improntati alla correttezza anche per via di un format molto rigido sulle risposte che solo in qualche caso hanno sforato i due minuti di tempo concesso, senza applausi se non quello finale rivolto agli organizzatori di un confronto utile, molto seguito sui social ma anche “in presenza“, nel rispetto delle norme sanitarie (nella foto, il direttore di Varesenews che intervista i candidati seduti al tavolo nel salone di Palazzo Verbania).

Così salvo qualche ovvia beccata fra Alessandro Casali e Franco Compagnoni (perché sotto un unico tetto del Centrodestra ma che qui a Luino si è diviso con Lega da una Parte e Forza Italia e Fratelli d’Italia dall’altra) si sono visti pochi assalti alla baionetta e molte punture di fioretto fra l’attuale vicesindaco appoggiato dall’unica lista che contiene nel simbolo un’espressione chiara di appartenenza partitica e l’attuale capo dell’opposizione in consiglio comunale, opposizione dal colore di centrosinistra, ma oggi con in lista l’attuale sindaco Andrea Pellicini (FdI) e il collega anch’egli attualmente all’opposizione in Consiglio, Giuseppe Taldone (Fi).

Il risultato scontato che ne è scaturito è appunto la contesa sulla continuità.

Furio Artoni, candidato della lista “Azione Civica per Luino e Frazioni” spesso all’attacco per rimarcare la distanza dalla politica di partito ha voluto giocare la carta del sognatore un po’ “folle“, ma coi piedi per terra: «Noi unici ad avere progetti concreti», mentre Enrico Bianchi, candidato dell’altra lista civica vicina al Centrosinistra (Proposta per Luino) ha proposto anche lui una visione suggestiva del confronto elettorale vissuto come l’inizio «di un nuovo viaggio» per la guida della città.

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I temi toccati sono stati moltissimi, dalla necessità di un recupero di molte aree dismesse della città (peraltro tema al centro della recente variante al piano di governo del territorio approvata dal consiglio comunale) alla questione della mobilità ferroviaria e stradale, lo sviluppo economico, il turismo e il lavoro in generale:  argomenti sui quali il dibattito ha oscillato fra necessità di avere una controparte politica cui riferirsi sui tavoli degli enti superiori (vedi Regione, punto più volte sollevato da Casali), e la libertà di azione condizionata proprio dall’assenza di partiti di riferimento (cavallo di battaglia della serata di Artoni).

Altro motivo di dibattito – col cronometro in mano – è stato l’ospedale: tutti lo vogliono proteggere e potenziare ma per Casali (#Luinesi) la presenza nella lista di Compagnoni di molti medici andrebbe a indebolire la posizione del Comune di fronte ad un tavolo: «Troppi conflitti di interessi, i medici sono dipendenti e non possono sedersi liberi ai tavoli sulla sanità» è stata la bordata di Casali che per tutta risposta ha avuto una secca replica di Compagnoni (Sogno di Frontiera): «Non sai di cosa parli».

Sempre sul tema della sanità, la proposta di Enrico Bianchi di istituire una consulta composta da assessori della partita ma anche rappresentanti del mondo socio assistenziale (assistenti sociali, medici di base, pediatri, farmacisti e controparti pubbliche) non ha ricevuto critiche da nessuno degli altri candidati. Insomma il confronto c’è stato, ma pochi giorni sembrano ancora una vita per sapere chi governerà la città per i prossimi cinque anni.

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Pubblicato il 15 Settembre 2020
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