L’Università dell’Insubria tra i 600 migliori atenei al mondo
Soddisfazione del rettore Tagliabue per la posizione ottenuta nella Times Higher Education World University Rankings. Superato il Politecnico di Milano nella voce "impatto delle citazioni scientifiche"
L’Università dell’Insubria mantiene la sua posizione di prestigio nell’importante classifica Times Higher Education World University Rankings, che per l’edizione 2021 ha esaminato 1527 atenei, 131 in più rispetto al 2020, di 93 nazioni del mondo.
I criteri di valutazione sono come sempre insegnamento, trasferimento tecnologico, ricerca, impatto delle citazioni scientifiche, internazionalizzazione dello staff accademico e capacità di attrarre studenti stranieri.
L’Insubria si riconferma nel gruppo tra le posizioni 501 e 600, come nello scorso anno, quando per la prima volta era entrata nel ranking della rivista britannica indipendente.
Il podio è mantenuto da Oxford, seguito dalla Stanford University e dalla Harvard University. L’Italia è presente con 49 atenei e vede in prima posizione l’Università di Bologna che ha “scalzato” la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa.
L’Insubria migliora i suoi valori negli ambiti dell’insegnamento, della ricerca e dell’internazionalizzazione. Ma, soprattutto, può fregiarsi di un risultato notevole per quanto riguarda l’impatto delle citazioni scientifiche: con un punteggio che sale a 74.9 rispetto al 72.1 dello scorso anno, fa un balzo in avanti classificandosi 331esima nella graduatoria mondiale e superando atenei blasonati quali l’Università di Milano e il Politecnico di Milano. L’impatto delle citazioni scientifiche è la misura di quanto un ateneo contribuisca al sapere umano: si tratta infatti di un parametro che rappresenta l’importanza di una ricerca, che come tale viene identificata come fondamentale dagli studiosi di tutto il mondo, condivisa e scelta nell’ottica di espandere i confini del nostro sapere.
Commenta il rettore Angelo Tagliabue: «Si tratta di un risultato che ci riempie di orgoglio, in un anno così difficile e complicato in cui il lavoro ha dovuto procedere a piccoli passi e al contempo puntando a grandi risultati, soprattutto per la ricerca, che doveva aiutarci ad agire in modo immediato nell’ambito dell’emergenza sanitaria».
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