Malfatti racconta i nuovi Mastini: “Più forti in difesa, gruppo affiatato”

Il direttore sportivo giallonero racconta anche la scelta di coach Devèze: «Ama le sfide, ha capito la situazione: su di lui grandi referenze». Sul secondo straniero: «Pensiamo a un attaccante». Domenica 4 c'è Varese-Bressanone all'Agorà di Milano

matteo malfatti mastini varese

Lontani dagli occhi ma ugualmente vicini al cuore: i Mastini che disputeranno il campionato 2020-21 della IHL saranno costretti a giocare all’Agorà di Milano vista l’indisponibilità del PalAlbani, ma stanno comunque intrigando i tifosi varesini. Diversi di loro si stanno organizzando per raggiungere il palazzo del ghiaccio di via dei Ciclamini per sostenere la formazione giallonera che proprio su quella pista sta affinando la preparazione. Il torneo, d’altro canto, è alle porte: domenica 4 ottobre è previsto il primo turno e i Mastini ospiteranno il Bressanone a partire dalle 18,30.

La squadra sarà differente rispetto all’anno scorso: è cambiato l’allenatore (il franco-canadese Devèze ha rimpiazzato Da Rin) e la rosa ha subito una certa trasformazione, anche se è rimasta l’ossatura formata dal vecchio nucleo varesino rinforzato da una parte di quegli uomini arrivati a Varese nelle ultime due stagioni. Per capire che Varese sarà, abbiamo interpellato il direttore sportivo giallonero, Matteo Malfatti, uomo-mercato in sintonia con il presidente Torchio e con le varie componenti della società.

Malfatti, anzitutto una curiosità. Ci aspettavamo un allenatore italiano o comunque più vicino alle realtà dell’hockey tricolore. E invece è stato ingaggiato Devèze: come siete arrivati a lui?
«Quella di un coach che già conoscesse giocatori e campionato era in effetti una ipotesi. Poi però abbiamo preso un’altra strada e scelto di ripartire da zero, con un allenatore nuovo per l’Italia. Abbiamo attivato diversi contatti e i feedback che ci sono arrivati sul suo conto sono stati immediatamente positivi sia sul lato tecnico sia su quello umano. Tra le persone a cui mi sono rivolto c’è, per esempio, Luciano Basile che ora allena il Brunico ma che ha forti legami con Varese: lui conosce bene il campionato francese ma non è stato il solo a indicarmi Claude come possibile allenatore giallonero».

Qual è l’impressione che le ha fatto dopo questo periodo di allenamenti?
«Buona: con Devèze tutti i giocatori hanno avuto l’occasione di partire sullo stesso piano, perché il coach non li conosceva, con la ovvia eccezione di Drolet. È chiaro che ci sono differenze tecniche tra i vari uomini, però ognuno ha avuto la possibilità di mettersi in mostra. E poi Claude è tecnico che ama le sfide: sapeva che per noi questa è un’annata difficile, visto che siamo senza palaghiaccio e siamo costretti anche ad affrontare problemi logistici. Ha capito la questione e accettato l’incarico. Tra l’altro, è anche quel tipo di persona che allena la squadra che gli viene messa a disposizione: ovviamente è stato informato delle diverse trattative, però non ha imposto le scelte».

Mastini Merano
Piroso, una conferma importante / foto Mastini-Munerato

Tranne quella su Drolet, immaginiamo, visto che l’attaccante canadese era con lui a Briançon.
«Beh, non lo ha imposto anche se ovviamente ci ha parlato molto di Francis: lo conosce bene e ritiene che sia stato il suo uomo chiave in Francia. Drolet è leader dentro e fuori dal ghiaccio, può fare molto bene anche in IHL e quindi la società ha fatto di tutto per ingaggiarlo».

Qual è il morale della squadra in un periodo fatto di allenamenti “in trasferta”?
«Il gruppo che si è creato appare davvero molto affiatato. I ragazzi si allenano due volte a settimana a Milano, condividono anche gli spostamenti tra Varese e Milano con i pullmini o le automobili e stanno legando bene. Abbiamo “preso le misure” dell’Agorà che non è casa nostra ma è comunque un impianto ben attrezzato e ci stiamo abituando a lavorare su quella pista. Ci manca un terzo allenamento sul ghiaccio, ma per il momento non possiamo fare altrimenti. Vista l’emergenza siamo ugualmente riusciti a sistemarci bene».

Veniamo al campionato: che Mastini saranno quelli che disputeranno la IHL?
«Sarà una squadra diversa dall’anno scorso, più portata a un gioco collettivo e meno legata alle giocate di talento dei singoli uomini. Ritengo che il Varese sia migliorato in difesa, anche grazie all’innesto di De Biasio e Alex Bertin: per questo motivo credo che come secondo straniero arriverà un altro attaccante, ma per la scelta definitiva c’è tempo. Intanto cominciamo a giocare e poi faremo le valutazioni. In attacco crediamo che Drolet possa essere ben affiancato dagli italiani; è vero, non ci sono più bomber come Perna, Franchini e Ross Tedesco ma siamo convinti che qualcuno di quelli in rosa possa sbocciare a livello realizzativo. E poi crediamo tanto in Gasparini, che è molto giovane ma è anche un bel talento. Non dimentichiamoci che in porta resta Tura, una garanzia, e che ci sono alcuni ragazzi delle giovanili che sono già stati coinvolti in prima squadra per fare esperienza».

Per un pronostico “definitivo” è presto, ma secondo lei dove può collocarsi questo Varese?
«Sulla carta ci sono 4 o 5 squadre pronte ad ambire ai piani alti mentre la seconda metà del gruppo appare un po’ distanziata. Direi che il Merano resta la favorita, anche visto l’ingaggio di uno straniero come Ihnacak che in questa categoria è davvero un lusso; noi ci posizioniamo nel primo gruppo, direi con Pergine, Unterland e Valdifiemme. Poi però sarà il campo a parlare, come sempre».

Damiano Franzetti
damiano.franzetti@varesenews.it

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Pubblicato il 29 Settembre 2020
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