Per trasportare 10 miliardi di vaccini contro il Coronavirus serviranno 15mila voli
Procede la sperimentazione e anche la "gara" tra Stati. In attesa del vaccino, però, c'è da affrontare un altro tema: quello della distribuzione in tutto il mondo di un prodotto che potrebbe essere difficile da trasportare
Quando arriverà il vaccino? Chi vincerà la competizione geopolitica globale su un tema così delicato? Domande che rimbalzano sui giornali. Meno frequente una domanda apparentemente più banale: chi distribuirà e come si trasporterà il vaccino in giro per il mondo? Ogni Stato stabilirà probabilmente norme differenti, pur in presenza di linee guida dell’Oms, ma qui c’è chi sta già studiando – con opportuni modelli e dati – quale sarà la più banale domanda di trasporto “fisico” dei vaccini, che costituiscono un prodotto farmaceutico con esigenze particolari e che necessita di una filiera specifica.
Domanda banale, ma risposta complessa, visto le necessità tecniche di trasporto.
La questione riguarda anche Milano e, di riflesso, Malpensa, considerando che il capoluogo lombardo è un forte polo di ricerca ma anche di produzione farmaceutica: già oggi il settore medicale e Pharma produce una quota importante (in termini di valore, soprattutto) dei movimenti cargo da Malpensa, nella cui area ricade anche il distretto medicale e farmaceutico emiliano.
Dicevamo di calcoli: una prima risposta la prova a dare uno studio del gruppo Dhl, che ipotizza il fabbisogno di 15mila voli, per movimentare 200mila movimentazioni di pallet (foto AirBridgeCargo), per 10 miliardi di dosi. Questo gigantesco movimento di merci – ad alto valore aggiunto e alte specifiche tecniche – richiederà due anni (l’Oms in generale dice che non si finirà prima del 2022) e ovviamente s’impernia soprattutto sulle spedizioni verso aree più lontane dai centri di produzione farmaceutici. Va detto che il primissimo studio, meno articolato, ipotizzava molti meno voli, nell’ordine dei 1000.
Una delle specifiche del trasporto farmaceutico è costituito dalla catena del freddo: non stiamo qui parlando di un congelamento “semplice” (e in realtà già complesso da garantire) come quello della carne congelata che arriva dal Sudamerica o del pesce dalla Spagna, per citare spedizioni ordinarie che si vedono a Malpensa. Qui si parla di temperature bassissime e da assicurare con oscillazione minima: gli attuali vaccini in sperimentazione – quelli più promettenti – necessiterebbero di una temperatura di -70 o -80 gradi centigradi.
Ora: nel caso di un prodotto da trasportare a -80° (vaccini basati su RNA), la sfida logistica sarebbe assai più impegnativa: allo stato attuale viene ipotizzato di poter raggiungere 2,5 miliardi di persone, in 25 Stati. In sostanza: Usa, Canada, Cina, Europa occidentale compresa la Scandinavia, Australia. Mentre nella fascia su cui si potrebbe intervenire ci sarebbero Europa orientale e India.
Se invece si arrivasse a vaccino che consentono temperature più alte (tra +2° e -8°, una catena logistica standard per il farmaceutico) si potrebbe raggiungere 5 miliardi di persone in oltre 60 Paesi, pur con significativi problemi nella fascia equatoriale e in alcuni Paesi ad alta povertà, instabilità o isolamento geopolitico (per citarne un paio: Afghanistan e Corea del Nord).
Fin qui parliamo delle necessità sanitarie. Poi c’è anche un versante economico: nell’attuale stato di contrazione dell’economia e delle relazioni globali, la domanda di trasporti di materiali medicali e farmaceutici è – per dirla in modo molto grezzo – un’ancora di salvezza del settore cargo per via aerea (tra marzo e aprile erano praticamente le uniche merci che si muovevano per via aerea a Malpensa). Il farmaceutico, poi, è considerato uno dei segmenti più importanti per i prossimi mesi dell’export dall’Italia.
Una spedizione di vaccini da Malpensa verso la Cina con il vettore specializzato PharmaABCLa logistica del cargo di Malpensa è già specializzata nel farmaceutico e anche nel trattamento specifico di vaccini, con esportazioni verso la Cina (un enorme carico era partito lo scorso anno) o il Sudamerica (l’ultimo carico per il Brasile, con vaccini contro la meningite trasportati da Cargolux).
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