Il primo giorno di scuola dei bambini fragili senza insegnante

In ritardo le nomine dei docenti di sostegno per i bambini con disabilità: la lettera di un'insegnante precaria al piccolo con autismo che ha seguito per 4 anni

autismo

Lunedì 14 settembre ci sarà il tanto atteso primo giorno di scuola. Ma non per tutti. Così come non tutti i bambini iscritti alle scuole dell’infanzia sono potuti entrare in classe con i compagni lo scorso 7 settembre. Il primo giorno di scuola infatti non ci sarà, o sarà traumatico, per i bambini con disabilità che necessitano di un insegnante di sostegno non ancora nominato.
“Accade tutti gli anni che a settembre ci siano cattedre vacanti”, ha minimizzato nei giorni scorsi la ministra Azzolina. “Non con queste enormi proporzioni”, commenta a distanza R.R. docente di sostengo precaria da oltre dieci anni in una scuola della provincia di Varese che condivide con noi la lettera che segue (firmata per esteso), scritta al bambino con un serio problema di autismo che ha seguito negli ultimi 4 anni e cui non può garantire, suo malgrado, continuità didattica e che inizierà la prima elementare senza l’insegnante di cui ha bisogno non solo per apprendere, ma anche per inserirsi nella nuova scuola e relazionarsi con i compagni.

“Fino all’anno scorso i dirigenti con cattedre scoperte sul sostegno potevano fare ricorso alle così dette “graduatorie d’istituto” con il duplice effetto di poter garantire la giusta attenzione all’istruzione dei bambini in difficoltà e assicurare loro continuità didattica – spiega la docente – Ora invece queste graduatorie sono state sostituite da un’unica graduatoria provinciale, disponibile nei tempi prefissati, al primo settembre, ma dove spetta al provveditore nominare e al Ministero autorizzare le nomine. Con l’effetto che le nomine sono bloccate e gli insegnanti di sostegno mancano a tantissimi bambini, all’infanzia come nella scuola dell’obbligo, a Varese come nel resto d’Italia”. 

“La priorità della scuola, dopo tanti mesi di chiusura, non avrebbero dovuto essere i banchi, ma l’adeguata accoglienza per tutti i bambini, soprattutto per quelli in particolare difficoltà che invece, ancora una volta, sono gli ultimi ad essere considerati, quelli che ancora devono aspettare per avere l’insegnante di sostegno di cui hanno bisogno – si rammarica R.R. – Ci si riempie la bocca invocando un’inclusione che tarda a diventare realtà. Nella speranza che la politica si avvicini alle quotidiane esigenze di famiglie e bambini “fragili”, con fatti e non solo parole, rivolgo il mio pensiero non solo a D. ma a tutti quei piccoli che aspettano di varcare la soglia degli istituti scolastici per mano alle loro insegnanti”.

Caro D.
Voglio scusarmi con te per averti insegnato che sei un bambino uguale agli altri.
Voglio scusarmi per averti insegnato che, tu puoi fare le cose che fanno gli altri bambini.
Voglio scusarmi per averti insegnato che i tuoi doveri sono uguali a quelli di tutti gli altri cittadini civili, cosi come i tuoi DIRITTI.

Carissimo, abbi pazienza con la tua maestra la quale, crede, ancora, nella scuola nonostante tutto.
Mi auguro, di vero cuore, che ti sia data la possibilità di vivere l’esperienza del passaggio ad un nuovo e più impegnativo grado di scuola, in piena serenità e con la piena salvaguardia dei tuoi diritti.

Tu hai già vinto la tua battaglia e superato enormi difficoltà.
Grazie per avermi insegnato la tenacia e la beltà di un sorriso.

di
Pubblicato il 10 Settembre 2020
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