Sanità privata, La nostra famiglia riapre il dialogo con il sindacato

L'associazione ha dichiarato la sua disponibilità a riconoscere un adeguamento retributivo simile a quello che potrà essere previsto dal nuovo contratto

Nostra Famiglia, cura e riabilitazione

L’associazione La nostra famiglia conferma l’apertura del dialogo con i sindacati di categoria per l‘applicazione del contratto per i centri di riabilitazione. C’è dunque la disponibilità a riconoscere un adeguamento retributivo e a discutere con i rappresentanti sindacali le modalità opportune per la sua applicazione.

La nostra Famiglia, presente dal 1946 con 28 centri in 6 regioni per la cura e la riabilitazione delle persone con disabilità in età evolutiva, dallo scorso febbraio ha adottato il contratto nazionale di lavoro, specifico per i centri di riabilitazione che relativamente al personale non medico, pur confermando le attuali retribuzioni per coloro che già operavano nell’associazione, prevede 2 ore settimanali in più, per un totale di 38 ore. La decisione ha scatenato le azioni di protesta da parte dei lavoratori e delle rappresentanze sindacali. «Ci sono stati attribuiti intenti speculativi in nome di prioritari interessi economici contrari al suo spirito fondativo» fa sapere l’associazione.

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LE REGIONI FANNO FATICA AD ADEGUARE I TRASFERIMENTI

La nostra famiglia, però, puntualizza che il contesto della sanità privata, in particolare quello riguardante i centri di riabilitazione e le case di cura, deve fare i conti con le difficoltà delle Regioni ad adeguare i trasferimenti destinati a remunerare l’attività delle strutture sanitarie, mentre contemporaneamente viene richiesto alle strutture – sanitarie e di riabilitazione – di soddisfare i nuovi adempimenti sugli immobili, in materia di sicurezza e di personale, con relativo aggravio dei costi di gestione.

Nell’accordo raggiunto tra le parti prima che Aris e Aiop si sfilassero dal tavolo delle trattative, Governo e Regioni si facevano carico del 50% del maggior costo derivante dal rinnovo del contratto della sanità privata per i dipendenti che operano negli Irccs (Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico) e nelle strutture sanitarie ospedaliere private accreditate sulla base degli impegni assunti nel luglio 2020 dal Ministero e dalla Conferenza permanente Stato – Regioni. «Su questo punto – spiegano i vertici dell’associazione – bisogna essere molto precisi: tale disponibilità riguarda solo i costi relativi al personale che opera in ambito ospedaliero. Ne deriva che per l’associazione, prevalentemente composta da centri di riabilitazione, l’impegno politico non avrebbe che un’ipotetica rilevanza del tutto marginale». Questo è il motivo per cui La nostra famiglia ha deciso di agire applicando il contratto per i centri di riabilitazione sottoscritto fin dal 2012 da Cisl FP e Uil FPL, due delle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative a livello aziendale e nazionale.

Secondo l’associazione, l’applicazione di questo contratto è coerente con la natura prevalente dei servizi erogati: quelli della Nostra Famiglia per oltre l’80% sono centri di riabilitazione. «È innanzitutto un atto di responsabilità maturato all’interno di una visione di lungo periodo, consapevole delle criticità di sistema, ma fiduciosa sulle capacità dell’associazione di dare continuità alla propria storia – continua la nota stampa -.  La salvaguardia dei livelli occupazionali, la volontà di garantire servizi di qualità alle persone in cura, senza arretramenti sul fronte della ricerca e della formazione, sono stati, anche in questi anni, i principi sui quali si è articolata l’attività dell’associazione e ne sono testimonianza la stabilizzazione di giovani ricercatori, gli investimenti, in particolare nei poli scientifici, in tecnologie per la riabilitazione per dotare il personale di strumenti d’avanguardia e la costruzione di nuovi Centri, laddove le strutture esistenti non erano più funzionali e disponibili, rinunciando ad operazioni di trasferimento e/o alla riduzione degli organici».

L’IMPEGNO PRESO
L’associazione ha dichiarato la sua disponibilità a riconoscere un adeguamento retributivo simile a quello che potrà essere previsto dal nuovo contratto per i dipendenti che operano negli Irccs (Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico) e nelle strutture sanitarie ospedaliere ancora in discussione. La Nostra Famiglia intende onorare questo impegno ed è pronta a discutere con i rappresentanti sindacali le modalità e le forme tecniche opportune.

Così la presidente  della Nostra Famiglia Luisa Minoli: «Sarebbe stato possibile far fiorire sensibilità e professionalità all’origine della nostra storia senza la partecipazione di entrambe le componenti, la dedizione degli operatori e l’interpretazione della missione da parte dell’Associazione, con la creazione di quelle pre-condizioni umane e strutturali rese disponibili, e mai messe in discussione, all’interno della Nostra Famiglia? Noi in realtà vediamo un solo percorso, un cammino unitario, che ha generato, in oltre settant’anni, tanto bene per i nostri piccoli pazienti e per le loro famiglie. Un patrimonio umano da preservare con scrupolo e responsabilità».

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Redazione VareseNews
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Pubblicato il 07 Settembre 2020
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  1. Avatar
    Scritto da Fabrizio Amato

    Il contratto che intendono adottare non è solo peggiorativo per quanto riguarda le 38 ore ma soprattutto perché crea disparità tra gli operatori in quanto ci saranno professionisti di serie a e di serie b con le stesse mansioni ma con una differenza dello stipendio di almeno 200€ in meno come è già successo a qualcuno, i quali dopo magari 2 anni di contratto determinato sono stati assunti col contratto Aris RSA. Il contratto è Sanità Privata ed è ora che lo rinnovate dopo 14 anni. Vergogna!!!!

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