Dalle suore alla clinica “aperta”: continua la trasformazione di Biumo
Sarà aperta per febbraio la clinica Isber nella grande area che fu la casa delle Ancelle di san Giuseppe: un luogo che vorrà essere aperto anche ai cittadini, e non solo ai pazienti
Sarà molto più di un laboratorio di analisi e anche molto più di una clinica la realtà che sta nascendo grazie al gruppo Isber in via Monzini, nel quartiere di Biumo a Varese.
Quello che era la casa delle Ancelle di san Giuseppe, in via monsignor Sonzini, a Biumo diventerà, agli inizi del 2021, la Clinica Isber: che radunerà tutte le attività dei due ambulatori ora aperti in via Veratti e in piazzale Kennedy, ma aggiungerà 15 camere e due sale operatorie diventando una vera struttura di degenza.
I cantieri sono in piena attività, nel palazzo che per la sua storicità e bellezza è stato sottoposto ai vincoli della soprintendenza: e le parti più artistiche saranno aperte anche a un pubblico più vasto di coloro che si presenteranno per esami e visite.
Oltre a due piani che ospiteranno la medicina specialistica, che vedrà nella nuova sede gli oltre 130 medici dello staff, la parte diagnostica e radiologica e il piano di vera e propria clinica con le sale operatorie, ci sarà infatti un livello che ospiterà non solo la parte amministrativa e direzionale, ma anche un bar – ristorante e uno spazio espositivo, che è pensato come aperto a tutti, e non solo ai visitatori della clinica. L’apertura iniziale, senza il piano con le sale operatorie, è previsto per febbraio.
“PROBLEMA PARCHEGGI: RISOLTO”
La nuova struttura ha fatto molto discutere il consiglio comunale e le principali obiezioni riguardavano la cronica mancanza di parcheggi di quella zona, cosi vicina al Tribunale: «Possiamo già affermare che il problema è risolto – spiega Malek Isber, amministratore della futura clinica – abbiamo già una dotazione di parcheggi sufficiente: nel piazzale della clinica ci sono 30 posti auto che è mia intenzione dedicare ai pazienti disabili o con difficoltà di deambulazione, o all’autoambulanza, mentre per i dipendenti ho fatto un accordo con un parcheggio AVT per i posti auto necessari, in modo che non occupino i posti interni e metteremo a disposizione due auto elettriche. Poi, quendo si è saputo della nostra iniziativa, ho raccolto l’interessamento di una società che intende gestire due parcheggi a 200 metri da noi, con i quali faremo una convenzione a favore dei nostri visitatori. Erano parcheggi chiusi, che quando hanno saputo dell’apertura della clinica hanno deciso di riaprirli, ovviamente a disposizione di tutti i cittadini».
Sul centro polispecialistico l’unico voto contrario arriva dalla maggioranza
LA CLINICA “FARÀ BELLE” VIA NICOLINI E VIA DE CRISTOFORIS
Le opere di compensazione per la grande ristrutturazione, che coinvolge un’area di quasi 16mila metri quadri tra via Dandolo e via Walder, prevedono i lavori di riasfaltatura, la realizzazione di attraversamenti pedonali di sicurezza, inserti di cubetti di porfido come arredo urbano, segnaletica e predisposizione per l’illuminazione.
Inoltre nella “Casa delle ancelle” si sta lavorando d’intesa con la Sovrintendenza che ha chiesto di mantenere gli affreschi e alcuni manufatti risalenti al Collegio Torquato Tasso.
UN BAR RISTORANTE A DISPOSIZIONE DI TUTTI, CON SPAZI ESPOSITIVI ED EVENTI ARTISTICI
Nel pregevole chiostro della struttura, il progetto prevede inoltre degli spazi a disposizione di tutti: in particolare un bar ristorante aperto da mattina a sera, e degli spazi espositivi, nei portici del chiostro che verranno riparati da vetrate, dove poter organizzare mostre temporanee: «Volevamo evitare che la clinica fosse chiusa completamente al pubblico, proprio per l’interesse storico che il palazzo ha – spiega Sarah Nidoli – Al di là degli affreschi vogliamo interagire con artisti e avere quindi installazioni temporanee a rotazione per far vivere il cortile e la città in un modo diverso».
UNA STRUTTURA STORICA
Quella di via Monzini è stata la sede più grande delle ancelle di san Giuseppe lavoratore, una congregazione fondata nel 1934 a Varese dal sacerdote Carlo Sonzini, colpito dalla situazione di abbandono in cui versavano le giovani che si trasferivano in città dalle montagne bergamasche e della Valtellina per lavorare come domestiche.
La prima sede dell’istituto fu la Casa di San Giuseppe di via Griffi, sede attuale della congregazione: il palazzo di via Monzini, invece è stato, prima che loro sede, il collegio Torquato Tasso. Nella grande villa, che aveva 30 stanze a disposizione delle ospiti, sono conservati pregevoli affreschi sui soffitti, e componenti in ferro battuto di epoca Liberty.
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