Sedicimila cattedre ancora scoperte in Lombardia: “Mancano gli aspiranti docenti”
L'anno scolastico si è aperto con il più tradizionale dei problemi: le cattedre vacanti. Il problema maggiore è sul sostegno. Nessuna criticità, invece, legata a banchi o mascherine
Sedicimila cattedre da riempire. L’anno scolastico si è aperto tra tante novità e alcune “certezze” come la mancanza di insegnanti. In tutta la Lombardia, la ricerca di un supplente è in pieno svolgimento. Complici le molte variabili, incognite e novità dell’anno scolastico in piena emergenza sanitaria, la questione delle nomine dei supplenti si è protratto ed è ancora aperto: « Io non ricordo un anno scolastico che sia iniziato regolare con tutti i docenti assegnati» ha però ricordato Augusta Celada dirigente dell’Ufficio scolastico lombardo.
Le operazioni sono in pieno svolgimento e si concluderanno in tempi “ragionevoli”: « Io preferirei parlare, però, più di mancanza di aspiranti docenti – spiega Celada facendo riferimento alla mancanza oggettiva di vocazioni all’insegnamento – La nostra regione ha probabilmente offerte alternative che rendono meno attrattiva questa carriera».
Gli uffici scolastici, dunque, stanno ancora lavorando di gran lena: sul sostegno, per esempio, in Lombardia mancano 230 docenti nell’infanzia, 2000 circa alla primaria, 2700 alle medie e mille alle superiori. Per sopperire alla mancanza di professori si potrebbe ricorrere alle supplenze brevi, in attesa che si completino le graduatorie provinciali e si passi alla nomina annuale. A livello provinciale, l’UST sta completando le chiamate: dopo infanzia e primo ciclo, sta lavorando sul secondo ciclo.
Il tema rimane allora quello tradizionale e non le innovazioni introdotte causa Covid: « I banchi ordinati dal Ministero sono in distribuzione – spiega il direttore – ma non sono un problema. Tutti gli istituti hanno iniziato assicurando le garanzie delle distanze. Quella dei banchi non è un’esigenza impellente. Anche le mascherine ci sono e sono state distribuite: chi sta chiedendo alle famiglie di procurarsele forse ha l’ansia di rimanere senza e fa provviste».
Sul fronte dei docenti fragili Augusta Celada sgombra ogni dubbio: « Ho la sensazione che si sia voluto strumentalizzare questa situazione per denigrare il mondo della scuola. I docenti fragili ci sono sempre stati e sono stati sempre tutelati. Ricordiamo che il Ministero ha avviato una campagna di screening e i docenti lombardi hanno aderito in buon numero».
Al di là delle incognite di un anno che procederà con un occhio attento alla pandemia, pronto a trovare soluzioni alternative, la scuola riparte con i consueti problemi di avvio e con la conferma che il popolo degli studenti continua a ridursi: il calo è netto soprattutto nei primi anni e al ciclo primario mentre la crisi è ancora lontana da quello secondario. Una crisi che è solo rinviata di qualche anno.
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