Il consiglio regionale boccia la richiesta di vaccinare gli operatori sanitari del privato

Bocciata la mozione di Usuelli. I sindacati confederali preoccupati dalle notizie che circolano sulla campagna vaccinale e chiedono garanzie

vaccinazioni

Il consiglio regionale ha bocciato la mozione del consigliere di Più Europa-Radicali Michele Usuelli che chiedeva di consentire agli operatori della sanità convenzionata di accedere alle vaccinazioni contro l’influenza attraverso i canali regionali. La mozione è stata respinta con 32 voti favorevoli e 39 contrari.
«Considerando che fino all’anno scorso le vaccinazioni venivano erogate agli operatori, oltretutto gratuitamente, questo passo indietro da parte di Regione Lombardia appare ancora più insensato» ha commentato Usuelli.

Sul tema dei vaccini si registra anche una dura presa di posizione dei sindacati confederali: «Considerando tutte le categorie a rischio, la platea delle persone interessate si aggirerebbe sui 5 milioni. Non ci siamo – dichiarano Giorgio Barbieri e Manuela Vanoli, segretaria generale Fp Cgil Lombardia -. Sbagliare è umano, perseverare è diabolico: Regione Lombardia avrebbe dovuto, questa volta, dare prova di lungimiranza e responsabilità, programmando per tempo e con le necessarie garanzie questa fondamentale campagna vaccinale. Non ci interessa la polemica – aggiungono i due dirigenti sindacali -. Ci interessa trovare soluzioni e chiediamo a Regione cosa intende fare, ora, per rispondere a uno dei mandati che ha, la cura e tutela della sua popolazione. Continuiamo ad assistere ad un preoccupante scambio di dichiarazioni contraddittorie tra Regione Lombardia e altri soggetti direttamente coinvolti nella campagna vaccinale riguardo la reale capacità di garantire una copertura efficace e nei tempi adeguati della popolazione anziana e fragile a causa del ritardo nell’avvio delle vaccinazioni e della scarsità del numero dei vaccini».

Le segreterie regionali dei sindacati dei pensionati di CGIL CISL UIL hanno scritto a Giulio Gallera, assessore al Welfare della Regione Lombardia, e al direttore generale del dipartimento, Marco Trivelli, per sottolineare l’ennesima emergenza che si ripercuote sulla popolazione anziana, oltre 3milioni di persone, e su quella più fragile, della Regione: l’assenza, o almeno l’insufficienza di dotazione, dei vaccini anti-influenzali. Oggi sono il prodotto più ricercato, data anche la ripresa dei contagi da Covid, e quello più difficile da reperire. Addirittura, medici di famiglia e farmacisti non hanno notizie certe su quando arriveranno, se mai arriveranno. E i comuni, che dovrebbero essere chiamati a mettere a disposizione spazi adeguati, non hanno ricevuto ancora nessuna informazione. La Regione Lombardia ha già varato dieci gare per la fornitura delle dosi necessarie. La prossima dovrebbe portare altre 500mila dosi. In teoria, secondo i calcoli della Regione, ne mancherebbero ancora un milione di dosi, senza contare docenti e operatori della scuola.

«Sottolineiamo  ancora una volta – scrivono Federica Trapletti, Emilio Didonè e Serena Bontempelli, per le segreteria di SPI CGIL, FNP CISL e UILP UIL Lombardia -, dopo le richieste già avanzatevi nel corso degli ultimi incontri, la necessità di ricevere indicazioni precise in merito al Piano Vaccinale 2020-2021, che purtroppo ad oggi non abbiamo ancora ricevuto, in modo da dare risposta alle continue sollecitazioni e preoccupazioni che ci giungono dai territori. Eppure – insistono i sindacalisti – la Circolare del Ministero della Salute sulle vaccinazioni per l’influenza 2020-2021 prevedeva per questo autunno-inverno, già a partire da ottobre, un allargamento della platea di persone a cui è raccomandato il vaccino antinfluenzale: i bambini da 0 a 6 anni, gli adulti a partire da 60 anni (prima era per gli over-65), gli operatori sanitari e gli anziani ospitati nelle residenze sanitarie assistenziali (RSA). Perché Regione Lombardia si è fatta trovare impreparata? Chiediamo un incontro specifico sul tema in tempi rapidi».

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Pubblicato il 06 Ottobre 2020
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