Interrotta la trattativa per il rinnovo del contratto. I metalmeccanici annunciano lo sciopero
Le segreterie nazionali di Fim, Fiom e Uilm proclamano uno stop di 4 ore per il 5 novembre
Non è un bel segnale per il Paese quanto è avvenuto ieri, mercoledì 8 ottobre, durante la trattativa per rinnovo del contratto dei metalmeccanici che di fatto è stata interrotta. Da sempre questo contratto è anche una sorta di termometro politico dei rapporti tra le parti sociali e quindi assume un significato ben più ampio di un semplice rinnovo.
Le segreterie nazionali dei sindacati dei metalmeccanici, Fim, Fiom e Uilm, commentano quanto è avvenuto al tavolo delle trattative, sottolineando «l’intransigente posizione delle controparti». Federmeccanica e Assistal, secondo i sindacati, hanno bloccato la prosecuzione della trattativa, che doveva continuare nelle giornate di mercoledì 14 e giovedì 15 ottobre, chiedendo «la revoca dello stato di mobilitazione» che la delegazione sindacale aveva appena proclamato.
Fim, Fiom e Uilm avevano dichiarato l’apertura della mobilitazione in conseguenza della posizione assunta da Federmeccanica e Assistal sugli aspetti retributivi dopo la mancanza di aperture significative sugli aspetti normativi.
I sindacati rivendicano inoltre il ruolo avuto dai lavoratori metalmeccanici nella difesa dell’industria e dell’occupazione, della salute e della sicurezza, e dunque chiedono a Federmeccanica e Assistal di «riconoscere» tale valore.
IL PUNTO DI ROTTURA
Durante le trattative, le associazioni datoriali confermavano il meccanismo di rivalutazione dei minimi contrattuali solo sulla base dell’Indice dei prezzi al consumo (Ipca) a consuntivo, così come definito in via sperimentale nel contratto collettivo del 2016, meccanismo che il sindacato di categoria ritiene assai critico rispetto alle richieste della piattaforma sindacale. Questo punto avrebbe scatenato la crisi del negoziato.
IL NEGOZIATO NON È MAI DECOLLATO
Fino ad oggi il negoziato, iniziato il 5 novembre 2019, ha avuto 13 incontri. «In queste trattative – spiega il sindacato – sono stati discusse molte richieste sindacali, che però non hanno prodotto neppure un documento scritto sul quale far avanzare positivamente il negoziato». Il sindacato contesta dunque alle controparti che «non c’è stata nessuna apertura reale di negoziato».
Fim, Fiom e Uilm si dicono disponibili a riprendere fin da subito il negoziato. «Questo deve avvenire su presupposti e merito totalmente diversi da quelli assunti da Federmeccanica e Assistal- conclude il sindacato – . Dopo nove mesi dalla scadenza del contratto non possono pensare di eludere il confronto sui temi normativi che rispondono ai bisogni dei lavoratori, di offrire meno di 40 euro di aumento contrattuale, sempre che l’Ipca vada secondo le previsioni, e di pretendere che di fronte a tutto questo non ci sia la mobilitazione per tutelare l’occupazione e difendere il contratto nazionale».
Nel frattempo le segreterie nazionali di Fim, Fiom e Uilm chiedono di svolgere attivi dei delegati, assemblee con sciopero di due ore in azienda– sempre nel rispetto delle norme anti Covid19 – e proclamano lo sciopero di 4 ore per il 5 novembre 2020, a un anno esatto dell’apertura del negoziato
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