Presentata a Duemilalibri a Gallarate la guida della Via Francisca del Lucomagno

In streaming l'autore e direttore di Varesenews Marco Giovannelli e l'assessore alla cultura Massimo Palazzi hanno presentato la guida del cammino che collega Lavena Ponte Tresa a Pavia.

Quarta tappa: da Castiglione Olona a Busto Arsizio

Dopo Legnano, Varese, Torba, Lavena Ponte Tresa e Pavia, la guida de La via Francisca del Lucomagno è arrivata alla manifestazione Duemilalibri di Gallarate. Ieri pomeriggio (mercoledì 21 ottobre) in streaming, nel rispetto delle norme anti Covid, ha presentato la guida il direttore di Varesenews e autore Marco Giovannelli in una lunga chiacchierata con Massimo Palazzi, assessore alla Cultura e all’Istruzione di Gallarate.
Si tratta della guida al cammino che da Lavena Ponte Tresa arriva a Pavia, realizzata con Alberto Conte, dalla suggestiva copertina che ritrae dall’alto la salita delle cappelle al santuario di Santa Maria del Monte.
Dalle conifere del paesaggio montano al riso della Pianura Padana, Marco Giovannelli ha raccontato i 135 km percorribili a piedi e accessibili a tutti dal lago di Lugano a Pavia.

«Un testo di esplorazione, un viaggio alla scoperta di un percorso che è stato frequentato per centinaia di anni da migliaia di persone, come sono le vie dei pellegrinaggi per eccellenza» ha sottolineato l’assessore Palazzi.
La via Francisca del Lucomagno è il tratto italiano di un antico cammino che da Costanza (Germania) scavalca le Alpi svizzere al passo del Lucomagno e prosegue fino a Pavia; «un microcosmo dal grande fascino che offre la possibilità di prendersi cura di tre elementi fondamentali della vita: il corpo (la macchina), la mente (la razionalità) e l’anima, quella dimensione che a nostro piacimento chiamiamo psiche, spirito, la parte irrazionale e immateriale di noi» ha spiegato l’autore che non ha scritto la guida per riportare la propria esperienza, ma che della passione ne sta facendo un’esperienza a portata di tutti.

«Partendo dal nome possiamo dire che è già particolare perché le vie Francische costituiscono un fascio di vie che è stato definitivo in vari modi nel tempo, ed è “del Lucomagno”, perché Lucomagno rappresenta il passo alpino attraverso cui si oltrepassano le Alpi» ha sottolineato in primo luogo Giovannelli spiegando poi la profonda importanza dei cammini storici che talvolta ripercorrono alcune delle tappe rilevanti degli elementi legati alla cristianità, come i tre famosi cammini: La via Francigena, lunga più di 2000 km, che da Canterbury (Regno Unito) raggiunge Roma, passando da
Francia, Svizzera, Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia e incrocia la Via Francisca a Pavia – punto di snodo di cammini storici – arrivando alla tomba di San Pietro, fondatore della chiesa cattolica; il cammino di Santiago di Compostela che porta fino alla tomba di San Giacomo, discepolo di Gesù e il terzo cammino in Terra Santa. «Tre luoghi del
pellegrinaggio di epoca medievale che rappresentava un momento emozionale importante; un qualcosa che nel tempo ha avuto evoluzioni di vario genere e oggi sono pochissimi coloro che camminano con tale spirito religioso».

Tornando alla via Francisca del Lucomagno, «nasce come via più semplice per arrivare a Roma dal centro Europa, oltrepassando le Alpi nel punto meno impegnativo – ha raccontato Giovannelli -, fino a diventare fondamentale via di commercio oltre che di pellegrinaggio. Oggi c’è il ponte di Melide e il valico del Gottardo, ma in un’epoca come quella dell’Ottocento facevano da vie di comunicazione sentieri come quello del Lucomagno».

Il progetto è iniziato cinque anni fa, «quando la presidente dell’associazione internazionale Via Francigena Adelaide Trezzini andò in Regione per promuovere questa antica via. Fu poi con l’appoggio di Regione Lombardia, capofila del progetto, e il coinvolgimento della
Provincia (alla presidenza del Tavolo tecnico), delle amministrazioni comunali e di tutti gli enti del territorio che è stato individuato un tracciato e un programma vero e proprio per valorizzare questa antica via» ha spiegato Giovannelli, che ha coordinato il gruppo di soggetti che hanno vinto il bando di Regione Lombardia per valorizzare alcune peculiarità
del territorio. Si tratta di un percorso continuamente segnalato in modo da non perdersi; luoghi dove poter dormire (ostelli, b&b, agriturismi ecc.) e una rete di attenzione affinché il cammino possa essere conosciuto e intrapreso da sempre più persone. La guida si inserisce così nella totalità del progetto come uno degli strumenti di divulgazione di quello che è questo antico percorso di 135 kilometri italiani.

La caratteristica della Francisca è che si snoda in Lombardia dopo aver attraversato cinque cantoni della Confederazione Elvetica, dal Turgovia fino al Canton Ticino per poi entrare a Ponte Tresa e passare con otto tappe fino a Pavia. Ganna, Sacro Monte/Varese, Castiglione Olona, Castellanza/Busto Arsizio, Castelletto di Cuggiono, Morimondo,
Bereguardo sono i punti di riferimento del cammino.
Elemento naturale che si inserisce in questo paesaggio caratterizzando l’intera via è l’acqua: «parte dal Lago di Lugano (il Ceresio), entra subito dopo nel Parco dell’Argentera caratterizzato da corsi d’acqua, laghetti e mulini, costeggia il lago di Ghirla, di Varese e l’Olona; passa per i Navigli, entrando nel naviglio di Bereguardo; arriva alle porte del territorio pavese incrociando il Ticino e camminando sul lato esattamente opposto alla via
Francigena arriva a Pavia. Accompagnano l’acqua l’attività umana, protagonista delle risaie, dei mulini, della raccolta del grano e moltissime zone verdi come il parco del Medio Olona, Alto Milanese, delle Rogge e il parco del Ticino.

«Si incontra tanto e di tanto valore. Ma soprattutto è adatto a tutti, si può fare a piedi, in bicicletta e handbike per coloro che hanno una ridotta capacità motoria – ha concluso l’autore -. Quando fai il cammino stai molte ore con te stesso, incontri altre persone, abbatti i muri e costruisci ponti che inevitabilmente diventano punti di apertura e di comunicazione con idee diverse che magari confermano il tuo pensiero, magari lo cambiano, o semplicemente ti fanno riflettere».
Sono 400 le persone che da giugno l’hanno percorsa tutta, da Lavena a Pavia.

Francesca Cisotto
francescacisotto511@gmail.com

 

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Pubblicato il 22 Ottobre 2020
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