Pressing Pd su ATS e Regione: “Inaccettabile non avere dati provinciali sull’andamento della pandemia”
Il senatore varesino Dem Alessandro Alfieri e il consigliere regionale Astuti chiedono trasparenza nella gestione delle informazioni: "È fondamentale per decidere se è necessario istituire zone rosse in provincia di Varese"

“Chiedo al presidente della Regione Lombardia Fontana di fornire subito i dati Covid dettagliati per provincia. È vergognoso che non li abbiamo, sono necessari per decidere se è necessario istituire zone rosse in provincia di Varese, che ieri ha registrato il picco di quasi 2.000 contagi in più in un giorno, o in altri territori lombardi particolarmente colpiti.
Ad alzare la voce con la richiesta indirizzata alla Regione è il senatore varesino dem Alessandro Alfieri che, intervenendo ai microfoni di RaiNews 24 ha chiesto trasparenza sui numeri del contagio: «I dati aggregati lombardi non sono sufficienti – ha spiegato il senatore Dem -, serve sapere quanti tamponi sono stati fatti a Varese e nelle altre province, quanti posti sono occupati in terapia intensiva e nei reparti per ciascuna struttura sanitaria. È inaccettabile doverli ricostruire telefonando ai medici e ai direttori degli ospedali. I dati sono fondamentali per stabilire rapidamente e con oggettività eventuali misure più restrittive“.
“Anche a livello nazionale – ha proseguito Alfieri – va fatto un piano. Più che il numero dei contagi, dobbiamo conoscere i dati disaggregati a livello locale su ricoveri ‘normali’ e terapie intensive. Esistono algoritmi in grado di pronosticare il livello di saturazione dei sistemi sanitari locali. Non possiamo che procedere per gradi, siamo in una democrazia liberale”.
Una richiesta che parallelamente avanza anche il Consigliere regionale Pd Samuele Astuti che torna a chiedere ad Ats interventi immediati per fronteggiare la diffusione del virus. “La media dei nuovi positivi- sottolinea Astuti– negli ultimi sei giorni è stata di 497, con un picco di 1902 nella giornata di ieri, numeri che allarmano e impongono azioni immediate, a partire proprio da una raccolta più accurata dei dati sui contagi indispensabile agli amministratori locali e a tutti gli attori coinvolti chiamati a prendere decisioni per la gestione dell’epidemia. I numeri assoluti non bastano per avere un quadro d’insieme completo, vanno correlati ad altri fattori come, ad esempio, il tempo medio di attesa tra manifestazione dei sintomi ed esecuzione tampone”.
“All’ATS chiediamo –continua Astuti– di incrementare i tamponi molecolari, creando delle postazioni ‘drive-through’ negli spazi messi a disposizione da alcuni sindaci della provincia, e di garantire una comunicazione più rapida del loro esito, utile a tracciare e quindi frenare la circolazione del virus. Indispensabile infine potenziare le USCA, allineandosi alle direttive nazionali che ne prevedono una ogni 50 mila abitanti. I pazienti meno gravi devono poter essere curati a casa per alleggerire gli ospedali, che sono già al collasso . Per la stessa ragione e per isolare i positivi che rischiano altrimenti di contagiare i famigliari è necessario allestire luoghi di degenza di sorveglianza a bassa intensità medica”.
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