Aiuti Covid: dalle BCC lombarde oltre 3 milioni di euro a fondo perduto

Si è chiuso sabato 28 novembre “AUT OUT” il Convegno di Studi 2020 della Federazione delle BCC Lombarde, da cui sono emersi i dati per le attività anti-covid

Bcc

Qual è l’approccio del movimento mutualistico al tema del “welfare”? Perché è necessario tutelare, attraverso la proporzionalità, la “bio-diversità bancaria”, a fronte del graduale irrigidimento del quadro normativo e regolamentare bancario, nazionale e comunitario? Queste le domande portanti della due giorni di “AUT OUT”: il Convegno di Studi 2020 della Federazione Lombarda delle Banche di Credito Cooperativo conclusasi sabato mattina, 28 novembre. Quest’anno l’evento si è svolto completamente in forma digitale, ma la partecipazione è stata ampia e attiva. Oltre seicento gli spettatori collegati tra la prima e la seconda giornata. Tra gli ospiti partecipanti sono intervenuti: Mons. Mario Delpini, Arcivescovo di Milano; Enrico Letta, Preside della Scuola Affari Internazionali dell’Università Sciences Po di Parigi e presidente dell’Istituto Jacques Delors, già Presidente del Consiglio nel 2013 e 2014; Irene Tinagli, Presidente Commissione affari economici e monetari (ECON) del Parlamento europeo; Alessandro Mattinzoli, Assessore allo Sviluppo Economico di Regione Lombardia.
In questi duri mesi di pandemia da Covid-19 le BCC lombarde hanno sostenuto famiglie, imprese, ospedali, scuole e associazioni locali con oltre 3 milioni di euro di donazioni a fondo perduto, compartecipando a raccolte fondi che hanno attivato risorse per oltre 28 milioni di euro in aiuto alle comunità (dati relativi alla sola prima fase di lockdown, nuove iniziative sono tutt’ora in corso e verranno raccontate nei prossimi mesi). Cifre che si aggiungono alle iniziative bancarie mirate a favore dei clienti più in difficoltà: più di 27 mila moratorie e 22 mila finanziamenti agevolati a favore delle imprese sino a 30 mila euro, cui si aggiungono quelli superiori a tale soglia, anticipazioni di cassa integrazione, sospensione del pagamento delle rate dei mutui per imprese e famiglie, plafond dedicati alle aziende colpite dall’emergenza.

In Lombardia sono presenti 29 BCC, con poco meno di 800 sportelli, oltre 200 mila soci e 5.700 dipendenti, 32 miliardi di euro di raccolta diretta e 24 miliardi di euro di impieghi. Il Credito Cooperativo ha radici profonde nel territorio – con una storia iniziata a fine Ottocento – e si conferma, oggi, un asset bancario strategico, sia per il contesto locale in cui opera, che per quello nazionale e comunitario.
Il 27 e 28 novembre l’annuale Convegno di Studi, quest’anno intitolato “AUT OUT”, della Federazione Lombarda delle Banche di Credito Cooperativo è stato occasione per fare il punto su quanto fatto nel 2020 e mettere le basi per i prossimi passi e le sfide da affrontare, in particolare quella legata alla proporzionalità normativa. «In un momento come questo, in cui il settore finanziario è alle prese, da una parte, con gli effetti della pandemia e, dall’altra, con processi di concentrazione bancaria (comprensibili sul piano industriale, ma che creano disorientamento sulla clientela), le BCC non abbandonano le proprie comunità e confermano la vocazione di banche del territorio» spiega Alessandro Azzi, Presidente della Federazione Lombarda delle Banche di Credito Cooperativo.

«Per il Credito Cooperativo, nei prossimi mesi, si gioca una partita decisiva. La sfida sarà, infatti, un punto di equilibrio fra legittime esigenze di controllo e analisi dei rischi, in ambito nazionale e comunitario, e specificità proprie delle banche a carattere mutualistico. Da qui anche il titolo provocatorio che abbiamo voluto dare al nostro Convegno annuale di Studi: “AUT-OUT”. L’obiettivo è quello di trovare un approccio che, in totale trasparenza, salvaguardi la nostra natura e storia di vicinanza alle comunità locali, confermata anche in questi duri mesi di pandemia, e, nel contempo, le dovute garanzie ai consumatori. In ballo c’è il futuro stesso del Credito Cooperativo, che deve poter continuare ad essere un punto di riferimento, radicato sul territorio, per famiglie e imprese».

Manuel Sgarella
manuel.sgarella@varesenews.it

 

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Pubblicato il 28 Novembre 2020
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