“Al fianco dell’ospedale di Angera senza dimenticarne la rinascita”

Amor sottolinea l'importanza di sostenere l'ospedale di Angera nella grande "battaglia" contro il Covid senza dimenticarne il futuro a emergenza conclusa

Angera: i luoghi (inserita in galleria)

«Ora c’è un’emergenza e tutti dobbiamo fare la nostra parte per venirne fuori il meglio possibile ed il prima possibile. Ma sarebbe da miopi non guardare al “dopo”». Amor, l’Associazione delle mamme per l’Ondoli in rinascita, interviene con una nota, ricordando l’importanza di sostenere l’ospedale di Angera in un momento delicato, dettato dalla grande “battaglia” che sta affrontando ma anche la necessità di prepararsi per tempo a progettarne il futuro. 

La nota dell’associazione:

L’ospedale Carlo Ondoli, che difendiamo coi denti da ogni depotenziamento ormai da anni, è stato improvvisamente svuotato della maggior parte dei suoi servizi e trasformato in “ospedale Covid”. In un momento di gravissima emergenza come quello attuale, non possiamo che accettare questa scelta ed esprimere la nostra solidarietà alle istituzioni, che stanno gestendo una situazione certamente non facile, ai medici, agli infermieri, alle ostetriche, ai volontari e a tutti coloro che stanno compiendo ancora una volta grandi sacrifici personali e professionali, spesso con cambi di sede, di orari e modalità lavorative, senza contare le rinunce nella vita privata.

Da parte sua, Amor vuole sottolineare due punti importanti: confermare la disponibilità dell’associazione per quanto possa fare per rendersi utile (volontariato, donazioni, confronto aperto, …), anche in rete con il meraviglioso e fertile mondo delle altre associazioni del territorio, e richiamare l’attenzione sul ruolo e sui servizi fondamentali del “Carlo Ondoli”. Come dichiarato da Asst dei Sette Laghi e da ATS Isubria al tavolo con i sindaci del Piano di Zona, al termine dell’emergenza tutto dovrà tornare come prima. Vogliamo qui correggere il tiro: meglio di prima. Sì perchè le istituzioni, anche in collaborazione con i cittadini, possono e devono continuare un percorso di miglioramento della struttura e dei servizi, di implementazione del personale. Quando Asst dei Sette Laghi ha “ereditato” il nostro ospedale, la situazione era drammatica, con in atto uno svuotamento progressivo. Lo definivamo tra di noi, senza scherzarci su, una zattera alla deriva. La nuova direzione ha promesso consolidamenti e miglioramenti, promesse che fino ad oggi in parte ha mantenuto e in parte no.

Ora c’è un’emergenza e tutti dobbiamo fare la nostra parte per venirne fuori il meglio possibile ed il prima possibile. Ma sarebbe da miopi non guardare al “dopo”, non pensare fin d’ora che alla ripartenza ci saranno le croniche carenze di medici, infermieri, ostetriche, ci saranno strumenti e apparecchiature ormai vecchi e da sostituire, ci saranno cooperative da cui pretendere servizi adeguati e a cui dare compensi adeguati, dal piccolo e prezioso Carlo Ondoli alle realtà più grandi ed ugualmente preziose.

Non possiamo permetterci di vedere affrontati questi ed altri problemi solo un giorno prima (o dopo) la ripartenza post-Covid. La ripartenza sarà anche una rinascita. E una Nascita la si prepara con cura e dedizione. Chiediamo con forza ad Asst dei Sette Laghi e ATS Insubria, ma anche a Regione Lombardia e al Governo Italiano, ciascuno per le proprie competenze, di occuparsi fin da ora della rinascita della Sanità Pubblica (volutamente in maiuscolo) del nostro Paese, come padri e madri che si preparano con cura e dedizione alla nascita di un bambino”.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 06 Novembre 2020
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