Il Bernascone “impacchettato” fino a inizio 2022

Il Bernascone verrà avvolto dai ponteggi fino alla sua cuspide, dopodichè cominceranno i lavori veri e propri. Ne abbiamo chiesto di più a progettista e ditta

Generica 2020

Come vi avevamo anticipato, cominciano in questi giorni i lavori di restauro del  Bernascone, il campanile della basilica di san Vittore a Varese, che ha più di 400 anni di vita.

Un cantiere che interesserà tutta la struttura interna ed esterna con opere di pulizia, consolidamento e risanamento: per comprendere meglio cosa succederà a uno sei principali simboli della città giardino, abbiamo provato a chiedere a chi si occuperà di questi delicati e importanti lavori.

Innanzitutto, all’architetto Giorgio Vassalli, il progettista dei lavori, che guida il gruppo di lavoro costituito, oltre che da lui,  dal geometra Alberto Bianchi, dall’ingegner Pietro Gervasini, dal geometra Giovanni Meschini, dall’architetto Franco Pallanza.

«Le parti peggio esposte sono quelle dove non batte il sole: l’escursione termica, il caldo, il freddo e l’acqua lavorano su muratura e pietre e qui metteremo delle protezioni apposite» spiega Vassalli, che però precisa, in compenso: «Non sono previste opere statiche, perchè le strutture del campanile, dal punto di vista statico, stanno bene».

Una buona notizia, considerato che l’edificio ha oltre 400 anni: «E’ stato inaugurato nel 1617, dopo che nel 1606 era stato demolito quello più antico. Era certamente un uomo di qualità il Bernascone, un ottimo progettista».

Il lavoro sarà scrupoloso, ma non coprirà proprio tutte le imperfezioni:  «Sulle parti di mattone, fronte piazza Monte Grappa, ci sono dei buchi che non verranno richiusi mai: non perchè non si può o perchè li abbiamo dimenticati, ma perchè sono i colpi sparati dal generale Urban nella battaglia di Varese, durante la seconda guerra di Indipendenza. Verranno così mantenuti, a memoria di quell’importante episodio».

Ma, a parte i proiettili del generale Urban, il restauro sarà comunque puramente conservativo: «Non verrà alterato nulla del campanile, anche se un lavoro cosi capillare di conservazione non era mai stato fatto e gli ultimi lavori di restauro sono datati 1970» spiega Vassali.

Per procedere al restauro, il Bernascone verrà avvolto dai ponteggi fino alla sua cuspide, un lavoro che porterà via 3 o 4 settimane: dopodichè cominceranno i lavori veri e propri. «Il lavoro più delicato sarà quello di indagine, per verificare lo stato di ammaloramento delle pietre. Poi interverremo per sistemare anche la parte interna e gli impianti connessi, legati essenzialmente alle scariche atmosferiche».

I lavori dovrebbero essere conclusi in 14 mesi, quindi la fine del cantiere è prevista per l’inizio del 2022: «Purtroppo, per una serie di motivi burocratici, siamo arrivati a partire praticamente d’’inverno. Così di inverni in cantiere ne passeremo due: il che significa che saremo più dipendenti dalle condizioni metereologiche. Se ci saranno slittamenti, sarà solo per questo».

Le opere saranno realizzate dalla ditta Gasparoli, storica azienda gallaratese – è nata nel 1854 – che da ben sei generazioni si occupa di restauri prestigiosi: tra le voci principali ci sono la Mole Antonelliana a Torino, il Duomo e le basiliche di sant’Ambrogio e san Lorenzo a Milano, la cassa depositi e prestiti di Trieste. Tra i loro ultimi lavori, anche la galleria Vittorio Emanuele a Milano, da qualche mese a questa parte, abbiamo iniziato il cantiere di palazzo Giureconsulti, sempre a Milano, per conto della camera di Commercio.

Proprio sul cantiere di palazzo Giureconsulti: «Stiamo sviluppando una serie di ricerche anche sul tema digitale: con tecnologie che ne permettono il controllo a distanza ma anche la possibilità di mettere in comunicazione intervento di restauro con il pubblico» spiega Marco Gasparoli, quinta generazione dell’azienda e direttore di cantiere per il restauro del Bernascone. Il cantiere del campanile di san Vittore sarà un po’ meno digitale, ma non mancheranno degli elementi di comunicazione sul monumento, mentre al lavoro ci saranno alcuni dei tanti restauratori abilitati che hanno fatto la fama dell’azienda, che conta ad oggi circa 50 dipendenti.

Stefania Radman
stefania.radman@varesenews.it

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Pubblicato il 30 Novembre 2020
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