I dati e le nuove gerarchie di poteri. Cosa può fare l’informazione?

Il panel di Glocal ha affrontato il delicato tema dell’uso e della diffusione dei dati che ha soprattutto un risvolto sociale ed emotivo

Generica 2020

Numeri, percentuali, statistiche. In questa emergenza sanitaria siamo stati travolti dai dati. Ma che ruolo hanno davvero nell’informazione e qual è l’attendibilità dell’architettura dei dati? Una domanda tanto importante quanto attuale intorno alla quale Michele Mezza autore del libro “Il contagio dell’algoritmo” ha riflettuto insieme a Carlo Verna Presidente nazionale Ordine dei Giornalisti, Salvatore Iaconesi, fondatore Art is Open Source, Antonello Soro, ex-presidente dell’autorità garante per la privacy e Barbara Carfagna, Giornalista, autrice e conduttrice Rai.

Il possesso dei dati e l’uso che se ne fa ha generato nuove gerarchie di potere e l’immensa produzione di dati digitali spesso non ha coinciso con l’acquisizione di una competenza a saperli gestire o alla nascita di nuove figure, anche all’interno delle redazioni. Il dibattito intorno all’uso dei dati vede due forze contrapposte: da un lato la volontà di difendere la libertà personale e dall’altra la condivisione di essi, necessaria all’analisi e quindi anche a una prevenzione degli accadimenti. Non è un caso che “questa pandemia ce la stanno raccontando più i matematici che i sanitari” e i dati sono al centro della comunicazione. Un risvolto, anche sociale, nuovo che spesso non ha tenuto conto delle conseguenze psicologiche, emotive e sensibili nelle persone travolte da una continua sollecitazione di numeri, tabelle e dati.

Siamo quindi di fronte alla terza fase dell’epidemia, quella psicologica, che segue quella sanitaria ed economica. Oggi più che mai è necessaria anche all’interno delle redazioni la presenza di nuovi profili e nuove competenze capaci di studiare ed elaborare i dati. In questo senso si sta muovendo l’Ordine dei Giornalisti a partire dalla formazione. Al centro del dibattito si pone la scelta di abbandonare una logica estrattiva del dato in favore di una autorappresentazione. I dati oggi ci raccontano più i comportamenti che le persone, se un tempo condizionavamo i consumi oggi condizionano il modello di vita.

L’urgenza è quella di avere la completezza dei dati da chi li detiene e da chi li diffonde. Dati che non devono essere considerati solo un linguaggio tecnico ma che possono essere letti anche, e soprattutto, dal linguaggio dell’arte e della filosofia ricordando quanto affermava Aldo Masulo “La terapia è una cosa molto diversa dalla cura, se la terapia prende i dati, li analizza e stabilisce la terapia, la cura si nutre di relazioni”.

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erika@varesenews.it
Pubblicato il 13 Novembre 2020
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