Energia-Morse e costanza-Strautins spiccano accanto a un Toney da NBA
Douglas è il protagonista assoluto della vittoria dell'Openjobmetis a Trento. Il lungo americano però gira l'inerzia nel secondo quarto, l'ala baltica cresce col passare dei minuti. Chi manca all'appello è Jakovics
MORSE 7 – Voto forse eccessivo (in relazione al tabellino finale) che però vuole premiare Anthony per la carica d’energia messa in campo: dà una gran bella scossa a inizio secondo periodo, incoraggiando i compagni e mettendo paura ai trentini nell’area pitturata. Solo 3 punti a causa di una schiacciatona sbagliata per il troppo entusiasmo, però quando è entrato ha girato l’inerzia.
SCOLA 6,5 – Chiude con venti punti, imbuca due liberi pesanti dopo aver balbettato più volte dalla linea della carità, agguanta un buon numero di rimbalzi: insomma, una prova di quantità che non è certamente un capolavoro (anche 5 perse, un paio delle quali pasticciate), ma che viene buona per spingere Varese verso il traguardo a braccia alte. Il -7 di plus/minus invece sottolinea qualche difficoltà difensiva di troppo, ma non lo si può certo incolpare se sui cambi difensivi si trova a rincorrere furetti alti 25 centimetri in meno.
DE NICOLAO 6,5 – Incide poco per quanto riguarda il tabellone dei punti segnati (tre, una bomba dall’angolo) e colleziona anche qualche errore evidente. La foga che ci mette però è ammirevole, e alla lunga è un modo vincente di stare in campo anche perché tutto sommato contribuisce a mandare in bambola la regia trentina, con Browne impreciso e Forray ampiamente sbilenco. Sprizza entusiasmo da vendere quando – dopo l’ultima sirena – stritola di abbracci Douglas.
JAKOVICS 5 (IL PEGGIORE) – Ingus è quello che manca all’appello: tiri affrettati, scelte rivedibili, zero punti e zero in tutte le altre voci statistiche salvo la valutazione, quella è a -6… Anche a voler essere magnanimi, è difficile salvarlo.
RUZZIER 6 – Segnali di risveglio vero, anche se intervallati da qualche giocata storta che ti lascia così, a bocca aperta, come quella tripla che non tocca il ferro. Però il Ruz a Trento – giocava con una caviglia un po’ arrotolata – offre anche qualche zingarata da applausi, battendo l’uomo e cercando di arrivare al canestro. La zona lo aiuta anche a rendere di più (un pochino, almeno) in retroguardia. Sullo sfondamento finale ci sentiamo di assolverlo: onestamente ci sembra un fischio alla rovescia (il difensore si sposta lateralmente chiudendogli il passaggio accanto alla linea laterale: l’arbitro sul fondo sarebbe dovuto intervenire).
ANDERSSON 6 – È sano, e di questi tempi è già qualcosa. Bulleri lo mette titolare nell’ottica di mandare in campo un quintetto più equilibrato e normale rispetto a quello varato con Roma e Denzel, tutto sommato, regge il campo: due punti con bella transizione, lavoro a rimbalzo, pure due recuperi nel traffico dell’area. Se lo consideriamo un titolare “vero” non è molto, però si dimostra utile nel dare un contributo.
STRAUTINS 7 – Si vede poco in avvio, e viene anche sacrificato in panchina quando si va alla ricerca di un quintetto diverso. Pian piano però cresce, mette qua e là qualche sbavatura anche evidente senza mai perdersi d’animo o avere paura di provarci. E così, azione dopo azione, la firma di Arturs è sempre più nitida nel successo finale: 15 punti sbagliando poco (4/5 da 2, 0/2 da 3, 7/9 in lunetta), lavorando come sempre a rimbalzo e caricando di falli – 5 – i rivali.
DOUGLAS 8,5 (IL MIGLIORE)– Mano bollente dall’intervallo in avanti: 28 punti con sette triple a segno, ci ha ricordato il Dominique Johnson che sganciò il trentello a Brescia ottenendo una vittoria epica. Toney però è andato perfino oltre il bottino personale, oltre anche quell’ultima bomba arrivata a spezzare la piena rimonta di Trento: per l’americano ci sono otto rimbalzi, sei assist e quattro palle rubate per un abbagliante 37 di valutazione. Avevamo visto la versione peggiore, a Sassari, questa invece è la luxury, quella dell’NBA. MVP anche per i lettori della #direttaVN con uno schiacciante 76,4% dei voti.
Bulleri: “Scola e Douglas due leader ma la vittoria è del collettivo”
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