“Esclusi da ogni aiuto di Stato”, la beffa dell’azienda e dei negozi di abbigliamento Dori

Michele Gallazzi è il proprietario di una realtà imprenditoriale tutta made in Italy di Olgiate Olona. Può produrre ma non può vendere e per i suoi negozi non sono previsti ristori dai decreti covid: "Una falla nel sistema"

dori olgiate olona

Nella giungla dei dpcm, dei decreti ristoro e dei relativi codici Ateco, diventati vera e propria croce e delizia degli imprenditori, c’è chi non sorride perchè escluso da qualsiasi aiuto economico. È il caso della Dori di Olgiate Olona, azienda tessile che produce abbigliamento made in Italy con tre negozi di proprietà che, con la normativa in vigore (quella relativa alle zone rosse), devono rimanere chiusi e senza alcun tipo di ristoro da parte del governo.

Perchè? Lo spiega il proprietario Michele Gallazzi: «Siamo al centro di un grande controsenso perchè per la normativa italiana noi possiamo tenere aperta l’azienda e produrre ma allo stesso tempo dobbiamo tenere chiusi i nostri negozi e senza poter richiedere alcuna sovvenzione allo Stato in quanto i punti vendita fanno parte della stessa società dell’azienda e quindi non rispondono al codice Ateco del commercio». Per scelta, infatti, ha deciso di tenere la parte produttiva e quella commerciale nella stessa società «perchè non siamo abbastanza grandi da poter creare due società separate».

Il controsenso è accentuato dal fatto che, oltre a non poter chiedere aiuto, si ritrovano anche la maggior parte degli acquirenti, cioè i negozi di abbigliamento, chiusi per decreto: «L’azienda sta già sobbarcandosi, con grosse difficoltà, delle criticità dell’indotto – spiega ancora Michele -: quasi tutti i clienti sono negozi al dettaglio e sono attualmente chiusi. Si stanno manifestando difficoltà nell’ottemperare le scadenze e nel confermare gli ordini sottoscritti. Inoltre dobbiamo attualmente sostenere tutti i costi relativi ai punti vendita, chiusi per Dpcm, e al momento senza alcun indennizzo. Quello che chiediamo è solo di essere trattati come tutti gli altri e che quindi ci vengano almeno riconosciuti aiuti per la mancanza di fatturato dei nostri negozi, per le enormi rimanenze che ovviamente avremo da smaltire e per le spese di affitto che dovremo comunque andare a sostenere. Attualmente siamo esclusi dagli aiuti previsti sia dal Governo con il Decreto Ristori Bis, che dalla Regione Lombardia con la delibera n. 3869 del 17/11/20».

Michele Gallazzi chiede alla politica di trovare una soluzione ad una realtà come la sua che non sarebbe, poi, l’unica: «Ci sono altre aziende con negozi nelle mie condizioni – spiega -. Ogni giorno chiamo il commercialista per sapere se ci sono novità per noi e per il nostro futuro ma la risposta è sempre la stessa: non c’è niente».

Orlando Mastrillo
orlando.mastrillo@varesenews.it

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Pubblicato il 18 Novembre 2020
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