La lettera di un fisioterapista: “Saremo tutti speranza se tutti insieme avremo senso civico”

Lettera aperta alla comunità di un fisioterapista della provincia he ha deciso di fare la propria parte per superare questo difficile momento: "Lo faccio anche per negazionisti e no mask"

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Rivceviamo e pubblichiamo la lettera aperta alla comunità di un fisioterapista della provincia, inviata al vicepresidente dell’albo dei Fisioterapisti della provincia di Varese. Una riflessione sul senso di responsabilità che ci deve guidare in queste settimane difficili con la pandemia che è tornata a bussare ferocemente alle nostre porte, costringendoci a limitazioni innaturali per la nostra cultura ma necessarie. Il presidente dell’albo, Sergio Perillo ci ha chiesto di diffonderla (foto MessyMind Design – Jacopo Belloni).

Siamo qui nuovamente a parlare di un problema che ha radicalmente cambiato le nostre vite.
Non è la solita frase banale, ma spesso mi sono trovato a ripensare al passato in questi giorni, ogni volta che sento suonare le sirene di un’ambulanza o dalla finestra intravedo un lampeggiare di luci blu che lambisce il soffitto di casa mia quando sono nel dormiveglia.
Mi trovo la mattina come operatore sanitario a dovere fare i conti con me stesso, controllare se ho indossato bene la mascherina e se ne ho una di scorta nella macchina, versare sulle mie mani quel freddo disinfettante dagli aromi a volte improponibili al fine di proteggermi.
Leggo articoli ogni giorno, cerco di informarmi per quanto possibile sugli sviluppi che ci saranno in ambito socio-sanitario e attendo una chiamata che da un momento all’altro può cambiare ulteriormente la mia faticosa e stressante giornata.

Mi metto quindi in viaggio verso il lavoro, riflettendo e osservando agli stop, quelle persone che sono in giro con le mascherine indossate nei modi più disparati possibili. Rifletto a quando all’inizio di tutto questo sia stato difficoltoso recuperarle e non ne avevo indossate molte prima; il mio approccio con i Pazienti spesso era attraverso un rispetto di distanze che era scontato e non dovevo preoccuparmi di proteggermi e proteggerli. Non sono difficoltose né da indossare né da tenere, non dovrebbero appannare gli occhiali e tantomeno rendere difficoltoso ragionare e respirare.

Ora le indosso per quasi otto ore al giorno, nei momenti che mi reco dai miei cari per vedere come stanno in salute o per andare a fare la spesa, ed in tutte quelle azioni quotidiane in cui è indispensabile un contatto umano.
Lavorerò per tutti e mi proteggerò innanzitutto perché tengo ai miei affetti, a coloro che vivono sotto il mio stesso tetto.

Che tu sia un no mask, un negazionista o un semplice egoista non mi importerà..
Farò come alcuni sostengono, il lavoro che devo fare, perché sono pagato per questo.
Ma poi.. in realtà ci metterò il cuore, anche per te, che tu sia dietro un casco, ad un prelievo, durante un tampone o nel tuo recupero.

Pensavo a questo stamattina, mentre attendevo il mio tampone..
Nel mio essere umano, nell’avere paura..
Saremo tutti speranza se tutti insieme avremo senso civico..
Siamo qui per te.. e anche tu sei qui per gli altri..

di
Pubblicato il 04 Novembre 2020
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