La Robur et Fides scende in campo per la ex Aermacchi: “Per noi è un grande dono”

La storica polisportiva varesina si occuperà delle strutture sportive previste nella riqualificazione dell'area. Intervista al presidente Tommaso Trombetta che svela anche alcuni dettagli sulla piscina e sull'arena per il basket

robur et fides varie

«Quando mi sono trovato davanti al progetto, mi sono sentito come un bambino che, alla mattina del 25 dicembre, scopre i regali sotto all’albero di Natale».

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Tommaso Trombetta, 58 anni, da un biennio presidente della Robur et Fides, è abituato alla discrezione e a misurare le parole, ma non nasconde soddisfazione ed entusiasmo quando – per la prima volta – è chiamato a parlare dell’area “ex Aermacchi” di Varese. Qui l’antica società sportiva avrà a disposizione impianti all’avanguardia per la pratica di (almeno) due discipline – il nuoto e la pallacanestro – che da sempre caratterizzano la storia della polisportiva nata nel 1902.

Il coinvolgimento della Robur risale a qualche mese fa, quando Trombetta venne contattato da Paolo Orrigoni – l’imprenditore “capofila” dell’intero progetto – che illustrò la questione. «Paolo mi chiamò e mi disse di voler donare una grande opera alla nostra città e di aver pensato a questa soluzione, aggiungendo però di non avere esperienza nella gestione di impianti sportivi e neppure di volerlo fare in futuro. I nostri rapporti, la lunga amicizia tra le famiglie nata con i nostri padri (Dante Trombetta, scomparso nel 2013 e Luigi Orrigoni, scomparso nel 2008 ndr) e, in questo caso, anche il tramite dell’avvocato Bonomi hanno fatto sì che da parte nostra ci fosse fin da subito grande entusiasmo».

Trombetta, che è figlio di uno degli storici presidenti roburini, ricorda inoltre che «sono passati circa 50 anni da quando mio padre e i soci di allora realizzarono il nostro centro sportivo di via Marzorati. Una grande esperienza a cui la mia famiglia è molto legata e che è proseguita in tutto questo tempo grazie al supporto di tanti amici: dalle famiglie Corti e Ballerio, ai Caloni, a Paolo Amos a Bonomi e ora anche agli Orrigoni. Abbiamo sempre confidato nella Provvidenza che, mi sento di dire, è intervenuta anche questa volta».

A livello di impianti, è proprio il presidente della Robur et Fides a illustrare alcuni dettagli che faranno della nuova area un centro all’avanguardia. «La piscina principale misurerà 53 metri per 25, così da poter essere suddivisa in tre vasche separate da 16,5×25 grazie all’utilizzo di tre pontoni; questi serviranno anche a fissare la distanza dei 50 metri quando ci sarà bisogno della “vasca lunga”. Sono inoltre previste due piscine piccole e gli spalti, necessari per poter organizzare manifestazioni ufficiali. Sarà inoltre necessario valutare bene la costruzione degli spogliatoi: il Covid-19 sta cambiando anche le modalità di progettazione. Accanto alla piscina sorgerà l’arena per il basket: il campo principale ha sufficiente spazio per poter “contenere” due campi regolamentari per gli allenamenti attraverso la stesura di una parete mobile. La capienza delle tribune sarà di circa mille posti, ideale per un campionato come l’attuale Serie B (la categoria dove milita praticamente da sempre la squadra senior della Robur ndr). Al piano superiore di queste strutture saranno creati locali dove svolgere anche preparazione fisica e atletica degli sportivi».

In casa Robur et Fides, a questo punto, andranno prese decisioni sulle altre strutture attualmente utilizzate dalla società, anche se le idee sembrano piuttosto chiare. «Il centro sportivo di via Marzorati resterà attivo, o per lo meno questa è la nostra intenzione attuale – prosegue Trombetta – Non verrà invece messa a cantiere la progettualità che avevamo per una nuova palestra sul “pratone” che si trova sempre in via Marzorati nei pressi delle strutture attuali. Per altro una parte è stata già ceduta alla cooperativa sociale “L’Anaconda”. Per quanto riguarda il Campus, dove attualmente giocano le squadre di basket, vedremo il da farsi: abbiamo comunicato alla famiglia Bulgheroni qual è la situazione che si verrà a creare con l’ex Aermacchi, ma anche con loro il rapporto è di assoluta correttezza e trasparenza».

Nella foto: Tommaso Trombetta (sulla destra) a una premiazione della società

Anche perché le tempistiche andranno valutate per bene: «Ci auguriamo una certa rapidità a livello burocratico, soprattutto, perché per il resto conosciamo la qualità del lavoro di Techbau (l’azienda con sede a Castelletto Ticino cui sono affidate progettazione e costruzione dell’area ex Aermacchi ndr). Credo comunque che ci vogliano circa tre anni per poter usufruire del centro da parte nostra».

In sospeso resta una domanda: quale sarà il ruolo della Robur nell’intera vicenda? Sarà la società che gestirà l’impianto o riceverà “in dono” la parte sportiva della struttura? «Io a Orrigoni ho solo detto: Paolo vai avanti, noi ti restiamo accanto“. E poi ci siamo dati una stretta di mano dopo averle sanificate per bene. Quale sarà la strada lo vedremo: da parte della nostra società c’è massima riconoscenza verso la famiglia Orrigoni per questo coinvolgimento. Veniamo da un anno disastroso dal punto di vista economico, viste le lunghe chiusure di palestra e piscina che, tra l’altro, hanno perso il semestre migliore. Però, l’ho già detto, esiste anche la Provvidenza e lo sappiamo bene: del resto siamo una polisportiva che nel nome ha sì la Robur ma anche la Fides».

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Damiano Franzetti
damiano.franzetti@varesenews.it

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Pubblicato il 20 Novembre 2020
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