La testimonianza di Marco: “Ho 28 anni e vi racconto la mia maledetta esperienza con il Covid”
A 28 anni Marco è stato colpito dal virus e da diverse settimane lo ha costretto a casa con tutti i sintomi della malattia. Ma guarda il lato positivo: "Se penso a tutte quelle persone ricoverate posso dire solamente che sono stato veramente fortunato"
Riceviamo e pubblichiamo la lettera del nostro lettore Marco, 28 anni, che ha deciso di raccontare la sua testimonianza del Covid.
Caro direttore,
sono Marco un ragazzo di 28 anni e volevo condividere con tutti voi la mia esperienza con questo “maledettissimo” Covid-19. Eh sì, purtroppo dal 23 ottobre è iniziata la mia quarantena, da quando sono comparsi i primi sintomi: febbre alta circa 38 fino ad arrivare a 38,5, dolori muscolari allucinanti (mai provati in vita mia e non sto esagerando) ma soprattutto una debolezza, spossatezza da non riuscire nemmeno ad alzarmi dal letto per andare in bagno. Sintomi che mi hanno accompagnato per 4/5 giorni; giorni in cui capisci che questo virus non guarda in faccia a nessuno giovani, sportivi, adulti e anziani. Ed ecco che subito dopo anche gusto e olfatto decidono di abbandonarmi, momento in cui sei certo di aver contratto il Covid.
Nell’attesa di essere chiamato per effettuare il tampone passano i giorni e per fortuna la febbre e i dolori si placano. Nella mia testa pensai immediatamente “dai, sei giovane, 4/5 giorni e passa tutto”, ed invece questo mio pensiero è stato devastato nei giorni successivi quando, sì stai meglio senza febbre e dolori, ma arrivano quelli che chiamano “segni” che il Covid ti lascia e che ti fanno capire ancora una volta che nessuno è al sicuro. Ed ecco che inizia il mal di testa incessante, ritornano dolori e spossatezza e in più si aggiunge anche la tosse.
Passano i giorni ed il 3 novembre mi chiamano per fare il tampone che – guarda un po’ – dà esito positivo. E via di nuovo recluso in camera per altri 10 giorni, tu e il tuo “nemico” che ha deciso di non lasciarti. Ad oggi – 9 novembre – cosa posso dire? Cosa rispondo quando mi chiedono “Marco come stai? Ormai stai meglio vero?”. E la mia risposta è che, se anche son passati 18 giorni mi sembra di essere su un’altalena in continuo movimento, giorni in cui dici “sì sto bene” ed altri invece in cui il tuo “nemico” si fa sentire e ti mette completamente ko.
Ho voluto condividere questa esperienza “soft” con il Covid-19 (se penso a tutte quelle persone ricoverate posso dire solamente che sono stato veramente fortunato) perché sia da monito a tutti, giovani e adulti, infatti quando sento dire da alcuni e forse ero il primo a pensarla così a inizio marzo “massì, sono giovane, sarò sicuramente asintomatico” oppure “ma è una semplice influenza che vuoi che sia” vorrei dirgli che non è assolutamente vero ( eh sì, uno forse lo capisce quando veramente lo prova in prima persona come è successo a me).
Infine un pensiero va a tutte quelle persone che purtroppo non sono state fortunate come me e che si trovano lontane da tutto e da tutti a combattere questo “mostro” posso solo immaginare come si sentano ma nello stesso tempo ho un’enorme fiducia in tutti i medici, infermieri e personale sanitario che in prima linea stanno combattendo questa pandemia e a loro rivolgo il mio più sentito ringraziamento. Vi saluto e incrocio le dita per il prossimo tampone.
Grazie. Marco.
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Ciao Marco,
grazie per la condivisione.
Sono nella tua stessa identica situazione.
Stesso iter (per fortuna ad ora benevolo), stesse tempistiche e condizione.
Teniamo duro…un grosso in bocca al lupo a tutti.