“La prima volta”: tutti i record elettorali degli USA – Ultima puntata

Termina il viaggio ricco di date, nomi e avvenimenti redatto da Mauro della Porta Raffo in vista delle elezioni presidenziali 2020

air force one usa stati uniti d'america

Terza e ultima parte di “La prima volta – Tutti i record elettorali (e non solo) degli Stati Uniti d’America”, curiosa e affascinante raccolta realizzata da Mauro della Porta Raffo in vista delle Presidenziali 2020. Un lavoro che si inserisce nello speciale allestito da VareseNews per raccontare una tornata elettorale che – piaccia o no – riguarda anche la vita di ciascuno di noi. CLICCANDO QUI trovate tutti gli altri articoli pubblicati dal nostro giornale. Foto in alto di skeeze da Pixabay.

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1948, per la prima volta i lavori delle Convention sono ripresi dalla televisione
1951, viene ratificato ed entra in vigore l’Emendamento che limita i mandati presidenziali. Nessuno può essere eletto più di due volte
1956, ha luogo il primo dibattito televisivo. Non è un confronto tra democratici e repubblicani. Vede confrontarsi i due principali pretendenti alla nomination dell’Asino Estes Kefauver e Adlai Stevenson
– il Vice Presidente di Dwight Eisenhower, Richard Nixon detiene due primati: è il primo che sconfitto quando candidato in proprio si ripresenta a distanza di otto anni (1960 e 1968) e vince ed è, come già detto, il solo che si sia dimesso in corso di mandato
1959, Alaska e Hawaii sono ammessi nell’Unione. Gli Stati sono adesso cinquanta
1960, hanno svolgimento per la prima volta i dibattiti televisivi tra i candidati dei due partiti maggiori. Protagonisti John Kennedy e Richard Nixon. Sospesi poi per qualche momento, sono da tempo un punto fermo delle campagne
1964, il Presidente in carica Lyndon Johnson vince “a valanga”. Va segnalato perché per la prima volta il partito democratico conquista il Nord del Paese fino a quel momento repubblicano. È una fondamentale e duratura rivoluzione geopolitica
– per connessione, altre due le ‘valanghe elettorali, dopo Johnson. Nel 1972, Nixon vince dovunque meno che nel Massachusetts e nel District. Nel 1984, Ronald Reagan perderà solamente in Minnesota e nel Distretto, totalizzando cinquecentoventicinque Grandi Elettori su cinquecentotrentotto, record assoluto in epoca contemporanea

1964, annuncia la propria candidatura alla Presidenza Margaret Chase Smith. È la prima Signora ad essere inclusa in una Convention (quella repubblicana) tra i pretendenti alla investitura di uno dei partiti egemoni. Chase Smith in precedenza, tra il 1940 e il 1973, era già stata la prima donna eletta, com’è ovvio successivamente, in tutti i due i rami del Congresso. Prima alla Camera e poi al Senato. Veniva candidata nel Maine
– 1964, per la prima volta il Distretto di Columbia vota per la scelta dei suoi Grandi Elettori. Un Emendamento datato 1961 gli concede tanti Delegati Nazionali quanti spettano allo Stato da questo punto di vista meno rappresentato e pertanto tre. In tutte le votazioni, dal 1964 al 2016, il District si è sempre espresso per i democratici
1972, si candida, perdendo, per la nomination dell’Asinello Shirley Chisholm, la prima nera in corsa per la bisogna
1973, come sopra riportato, per la prima volta un Vice, Gerald Ford, viene eletto dal Congresso in applicazione del disposto dell’Emendamento che regola la successione, prima del 1967 impossibile, nella carica allorquando il titolare della stessa venga comunque a mancare
1974, lo stesso Ford, causa le dimissioni di Nixon, approda a White House. È il solo Capo dello Stato mai eletto ma arrivato allo scranno rispettando differenti procedure
– 1974, diventato Presidente, Ford, seguendo il disposto che Nixon aveva usato per la sua nomina a Vice, sceglie come vicario Nelson Rockefeller. Per la prima volta il Capo dello Stato e il Vice sono entrambi uomini politici non eletti ma nominati

mauro della porta raffo
Mauro della Porta Raffo

– 1976, il medesimo Ford, perdendo da Jimmy Carter, completa un percorso record inimitabile perché diventa anche il solo Presidente mai eletto dipoi sconfitto elettoralmente
1977, il Presidente Carter nomina Andrew Young Ambasciatore USA presso le Nazioni Unite. È il primo nero a ricoprire l’incarico
1980, Ronald Reagan, repubblicano, defenestra Jimmy Carter. Va segnalato perché era dal 1888, che un appartenente al Grand Old Party non batteva un Presidente dell’Asinello in carica. Più facilmente accade il contrario. Grover Cleveland nel 1892, Woodrow Wilson nel 1912, Franklin Delano Roosevelt nel 1932, Jimmy Carter nel 1976, Bill Clinton nel 1992 ci sono riusciti
1984, a completare il ticket democratico, quale candidata (perdente) alla carica vicaria, per la prima volta, una donna: Geraldine Ferraro
– 1984, il Reverendo nero Jesse Jackson si propone (invano) per la nomination democratica e, primo uomo di colore a riuscirci, vince quattro Primarie. Nel 1988, prevarrà in tredici Stati peraltro soccombendo a Michael Dukakis
1988, tra il 22 e il 23 luglio, un sondaggio dava l’or ora citato candidato democratico a White House Dukakis in vantaggio di diciassette punti percentuali sul repubblicano George Herbert Bush il quale poi prevarrà abbastanza nettamente a novembre. Si tratta della rimonta più cospicua mai portata a compimento da un candidato da quando si fanno questi sondaggi
1992, viene sconfitto il Presidente in carica George Herbert Bush. Va ripetuto perché accade in un contesto particolare dato che è in corsa il più importante (cattura addirittura il diciannove circa per cento dei voti popolari incidendo profondamente anche se non conquista Delegati al Collegio) indipendente della storia elettorale. Si chiama Ross Perot. La tripartizione dei suffragi fa sì che Clinton sia un “Presidente di minoranza”, definizione adeguata per gli eletti con meno del cinquanta per cento dei voti popolari
1997, per volere di Bill Clinton, diventa Segretario di Stato Madeleine Albright. È la prima donna che ricopra l’incarico
2000, l’esito del voto è assolutamente incerto dato che il risultato della nella circostanza determinante Florida è contestato e oggetto di ricorsi. Alla fine, la Corte Suprema decide di attribuire i Grandi Elettori locali a George Walker Bush che così prevale su Al Gore. Rifatto, il conteggio confermò che Bush aveva cinquecentotrentasette suffragi popolari più del contendente. Una differenza record dello zero virgola zero zero nove per cento
2000, per la prima volta una First Lady il cui coniuge è in carica si candida per il Senato (e vince). È Hillary Rodham Clinton
– 2000, per la prima volta un candidato alla nomination di uno dei due partiti maggiori (il democratico) vince tutte le Primarie e i Caucus (cinquantasei) in programma. A novembre poi perderà dopo ricorsi e sentenze. È il Vice in carica Al Gore
– 2001, George Walker Bush nomina Segretario di Stato Colin Powell. È il primo nero che ricopra l’incarico
2005, George Walker Bush chiama alla Segreteria di Stato Condoleezza Rice. È la prima donna di colore ad ottenere tale investitura
2008, anno davvero particolare questo. Per cominciare, per la prima volta un nero ottiene la nomination di uno dei due partiti maggiori: è il democratico Barack Obama che a novembre viene eletto. Poi, ancora per la prima volta una Signora (la predetta Hillary Clinton) lotta seriamente con il citato Obama per la nomination perdendola per poco
– 2008, per la prima volta anche il Grand Old Party include in un ticket una donna. Candidata nella circostanza alla Vicepresidenza è Sarah Palin, Governatrice dell’Alaska. Perderà
2016, la medesima Hillary conquista, prima donna a farlo, la nomination di uno dei due partiti maggiori (il democratico) e corre per la Presidenza, purtroppo per lei perdendo
2020, il partito democratico sceglie quale candidata alla Vicepresidenza la Senatrice Kamala Harris. Per le sue origini, si tratta della prima donna nera (il padre è un nero giamaicano) inserita in un ticket di uno dei due partiti maggiori e nello stesso momento della prima persona di ascendenza asiatica (la madre è una Tamil)
– 2020, le due Convention (causa la pandemia in corso della quale fra poco più compiutamente) si svolgono per larga parte in modo virtuale
– è dal prima citato 1992 che in un modo o nell’altro gli eletti governano i due mandati al massimo possibili. Cerca in questo travagliato 2020 (per la prima volta in coincidenza con una epidemia, il Covid 19, visto che la Spagnola imperversò nel 1918, anno di Mid Term Elections e non di Presidenziali) Donald Trump di portare avanti questa mini tradizione.

Post scriptum
Dal 1856, i democratici e i repubblicani si confrontano per lo scranno presidenziale.
Da allora, dieci i Capi dello Stato dell’Asinello eletti.
Diciassette (più due subentrati) gli Elefantini.
In totale, sempre dal 1856, i democratici hanno governato sessantotto anni e i GOP novantasei.

Testi vergati in Follonica tra il 28 e il 29 agosto 2020, anno della pandemia.

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Pubblicato il 02 Novembre 2020
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