L’allarme di Coldiretti: “Oltre 100mila posti di lavoro a rischio dalla crisi delle stalle”

Il presidente Ettore Prandini scrive ai ministri Bellanova, Speranza e Di Maio riguardo la crisi generato dall'emergenza covid: "In manovra compensazioni Iva fino al 10% per allevamenti suini in crisi"

Coldiretti - crisi stalle

Sono oltre 100mila i posti di lavoro messi a rischio dalla crisi delle stalle italiane dove si allevano i maiali per le produzioni di prosciutti e i salami Dop della tradizione “Made in Italy”. È quanto afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nelle lettere scritte ai ministri dell’Agricoltura Teresa Bellanova, della Salute Roberto Speranza e degli Esteri Luigi Di Maio sulla pesante crisi generata dall’emergenza Covid.

«Nella prossima legge di Bilancio – afferma Prandini – è necessario prevedere forme di sostegno sul piano fiscale per i produttori di carne suina e, nello specifico, attraverso l’aumento della percentuale compensazione Iva fino al 10%».

 «La filiera suinicola è strategica per il Paese con un valore di oltre 20 miliardi di euro e 8,3 milioni di capi allevati, ma è anche uno dei settori più esposti alle conseguenze delle misure di contenimento della pandemia» sottolinea il presidente di Coldiretti che ricorda come il prezzo dei suini si è ridotto da marzo a giugno di oltre il 36%, e da ottobre a novembre di oltre il 17%: «Una tendenza che è strettamente collegata alla chiusura e alla limitazioni della ristorazione e perdite così importanti mettono a rischio la tenuta stessa dell’intero sistema di allevamento e trasformazione, tenuto conto della destinazione di oltre l’80% dei suini nazionali a salumi di eccellenza DOP».

Secondo Coldiretti, infatti, il quadro economico è reso più critico dall’inatteso aumento delle materie prime per l’alimentazione dei suini che rappresenta quasi i due terzi del costo totale dell’allevamento. L’emergenza Covid – denuncia l’associazione – sta innescando un nuovo cortocircuito sul fronte delle materie prime nel settore agricolo che ha già sperimentato i guasti della volatilità dei listini in un Paese come l’Italia che è fortemente deficitaria ed ha bisogno di un piano di potenziamento produttivo e di stoccaggio per le principali commodities, dal grano al mais fino all’atteso piano proteine nazionale per l’alimentazione degli animali in allevamento per recuperare competitività rispetto ai concorrenti stranieri.

 «Una situazione – aggiunge Prandini – che rende strategico il nuovo polo dei Consorzi agrari d’Italia (Cai) con la creazione di un’unica centrale di acquisto con economie di scala che permetteranno di avere mangimi a prezzi più competitivi. Cai rappresenta anche un soggetto in grado di intervenire per salvare i grandi marchi alimentari italiani, come ad esempio il salumificio Ferrarini, per riorientarli verso la valorizzazione delle produzioni nazionali accelerando nel contempo l’internalizzazione del vero Made in Italy».

 Tra le preoccupazioni evidenziate poi da Coldiretti c’è anche il rischio di ingresso della Peste Suina Africana sul territorio nazionale, contro la quale è necessario tenere alta la guardia fino al blocco delle importazioni di animali vivi da zone che possano rappresentare una minaccia veicolata dai cinghiali, di cui è fondamentale il contenimento della popolazione.

«Un altro elemento di crisi – spiega Prandini – è rappresentato dall’invasione di carne tedesca e nord europea che ha fatto crollare i prezzi in Italia dopo che la Cina ha limitato le sue importazioni dalla Germania mentre ancora troppe limitazioni pesano sulla vendita dei prodotti Made in Italy al gigante asiatico. Di fronte a questo drammatico scenario è necessario intervenire con urgenza con nuove risorse a sostegno dell’intero comparto suinicolo, a partire dagli allevamenti di scrofe che rappresentano il primo e fondamentale anello della filiera 100% italiana».

 «Con il crack della zootecnica – conclude Prandini – è importante il via libera agli aiuti per gli allevamenti che risponde alle richieste di Coldiretti e di Filiera Italia di tutelare un settore strategico per il Made in Italy a tavola. Il decreto prevede un incremento del sostegno agli allevamenti di maiali, sollecitato da Coldiretti, con l’aumento fino a 30 euro dell’aiuto già previsto per le scrofe, che oggi è fissato fino a 18 euro, raddoppiando così la dotazione. È importante ora utilizzare subito questi fondi che, rischiano di andare persi, se non utilizzati entro fine anno».

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Pubblicato il 25 Novembre 2020
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