L’emergenza Covid ferma il festival “Piambello dal vivo”, ma è solo un arrivederci

Dopo un grande inizio, il festival teatrale che unisce 12 comuni del territorio deve prendersi una pausa a causa delle disposizioni anti Covid

Piambello dal vivo - foto

Dopo un weekend di spettacoli che ha regalato a “Piambello dal vivo” un seguito importante di pubblico, con tre spettacoli con sold out, il festival che coinvolge dodici centri della Comunità montana del Piambello si deve fermare.

«Per quanto? Non lo sappiamo – dice il direttore artistico Andrea Gosetti – “Piambello dal vivo” come tutti i progetti culturali deve prendersi una pausa seguendo le linee dettate dal governo per il contenimento della diffusione del Covid-19».

Il festival riprenderà quando sarà possibile, anche perché il successo dei primi appuntamenti dice che il pubblico c’è, numeroso e già affezionato a un progetto che parla al territorio.

«La prima serata ha visto sul palcoscenico Le Radiose, tre ragazze capaci con l’ausilio della loro voce, senza basi e senza strumenti, di ammaliare il pubblico – racconta Gosetti – Presenti in sala molti ragazzi che hanno vissuto un’emozione unica, dall’inizio alla fine. Il sabato è proseguito con la bravura di Marco Raparoli, artista che è stato capace di regalare un’ora di spensieratezza e che nella semplicità apparente della sua performance ha condotto il pubblico in un viaggio tra cabaret e giocoleria. A chiudere questi tre giorni, è stato il violino di Madame Pistache (nella foto) artista capace di farci girare il mondo seduti sulle nostre poltrone rosse, alla scoperta di grandi artisti che hanno “solcato”, grazie a lei,  il palcoscenico di Bisuschio; un violino che è diventato un’orchestra, un’orchestra che ha inebriato il teatro».

«Sul palco abbiamo sentito la necessità di parlare al pubblico, quel pubblico attento e rispettoso che ha prenotato online, disinfettato le mani, misurato la febbre, seduto distanziato mantenendo sempre e comunque la mascherina. Abbiamo salutato, non solo il nostro pubblico, credo che quel giorno tutto il movimento teatrale nazionale, con un pò di amaro in bocca, abbia salutato gli spettatori, quelli del teatro, sempre educati, rispettosi, attenti. Quel pubblico che come noi ha ascoltato ed attuato le misure per far sì che il teatro fosse un luogo sicuro, anzi un luogo di “sicure relazioni”».

«Abbiamo sospeso il festival e abbiamo voluto affidare le nostre riflessioni ad un comunicato stampa. Ci abbiamo messo un pò a scriverlo; perché dentro di noi c’erano forti emozioni che si combattevano l’una con l’altra, perché avevamo bisogno di assimilare quel nuovo Dpcm che indubbiamente ci ha fatto male, ci ha tagliato le gambe nuovamente, proprio quando, dopo aver investito economicamente per mettere in sicurezza il nostro lavoro e di conseguenza accogliere in sicurezza il pubblico, ci siamo resi conto che noi, come molti altri operatori culturali, che stavamo offrendo non solo un prodotto culturale ma un incontro (in sicurezza) dell’essere umano, della sua anima, della voglia di una nuova comunità, se pure a distanza».

«Oggi il tempo ci fa vedere le cose in modo più chiaro ed onesto – conclude Gosetti – Pur non rimanendo d’accordo sulla scelta, oggi vogliamo dire al nostro pubblico che non siamo fermi, che non è perduto nulla, è solo rimandato. Anzi, siamo felici di poter dire che gli stessi enti pubblici (Comuni e Comunità Montana del Piambello, Fondazione Comunitaria del Varesotto) ci sostengono ancora di più e aspettano come noi che ci siano le condizioni e quindi la possibilità di andare avanti e di costruire. Perché “Piambello dal Vivo” è una scommessa non solo nostra ma di tutto il territorio».

Una scommessa da vincere anche con un atteggiamento positivo e una buona dose di creatività: «Ciò che abbiamo iniziato a pensare in questi giorni è che noi siamo artisti e gli artisti vivono questa instabilità da sempre e da sempre trovano nuove forme e nuovi modi per raccontarsi, ci mettiamo sempre in gioco, creiamo, lo facciamo per far sentire vicinanza allo spettatore; siamo un mezzo, un vaso comunicante di vita ed emozioni, e allora ci siamo rimessi in gioco, subito. Desideriamo continuare a creare “sicure relazioni” non ci fermiamo. Non produrremo contributi di spettacolo online, ma desideriamo far sapere che ci siamo e ci saremo, che sentirete parlare di noi e del progetto, che costruiremo modi per continuare a creare comunità, per tornare in teatro e viverlo nella sua natura. Perché il nostro è un lavoro che si è fermato per la pandemia nella sua fruizione ma non nella sua creazione. Noi creiamo e continueremo a farlo. Chiudiamo il sipario ma in teatro il sipario si chiude per cambiare una scena o uno spettacolo, e quando si riapre è ancora più misterioso, ricco e affascinante».

E dunque “Piambello dal vivo” e Intrecci teatrali danno già appuntamento per il prossimo spettacolo “Nel nome della donna”, in programma a Clivio si spera il 27 novembre, e comunque non appena sarà possibile.

«Prenotatevi – è l’invito degli organizzatori – la vostra presenza sarà la voce che dà valore alla cultura perché Piambello dal Vivo sia davvero uno strumento di coesione per cittadini e giovani, così come definito da Fondazione Comunitaria del Varesotto. Grazie a tutti i comuni, insieme a loro continueremo a trovare le forze per portare avanti questo progetto».

Piambello dal vivo è sostenuto dalla Fondazione Comunitaria del Varesotto, dalla Comunità Montana del Piambello, dai comuni di Bisuschio, Besano, Brusimpiano, Cremenaga, Cadegliano Viconago, Cunardo, Clivio, Cantello, Induno Olona, Lavena Ponte Tresa, Marchirolo, Saltrio.

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Pubblicato il 04 Novembre 2020
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