Lettere anonime a Lonate, la Lega scettica: “Non sono minacce”

La Lega di Lonate Pozzolo lancia dei dubbi sul contenuto della lettera e critica il racconto di VareseNews. Nell'articolo la replica dei giornalisti

Lonate Pozzolo generica

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato della sezione Lega Salvini Premier Lonate Pozzolo. A seguire la replica di VareseNews

Negli ultimi giorni l’aria che si respira a Lonate Pozzolo è abbastanza pesante. Il fatto, certamente di per sé condannabile, avvenuto tra il 13 e 14 novembre, è una lettera anonima recapitata alla sindaca Nadia Rosa, ad alcuni assessori e consiglieri di maggioranza e minoranza e, a quanto risulta, anche alla redazione di una testata giornalistica locale. Le prime parole della sindaca sono apparse sul suo profilo Facebook nella giornata di sabato 14. Per evitare qualsiasi tipo di fraintendimento intendiamo riportarle fedelmente:

“Ieri, Venerdi 13 novembre, ho ricevuto una lettera anonima presso la mia abitazione. La stessa lettera è stata recapitata all’ indirizzo del Comune e al domicilio di diversi consiglieri comunali di maggioranza e minoranza. Non si esclude che ce ne siano altre in consegna. Ho presentato denuncia contro ignoti per le offese e le gravi accuse e illazioni che contiene questa lettera, che considero intimidatoria e diffamatoria. Rendo pubblico questo fatto perché azioni come queste non vanno nascoste, specialmente in un contesto come quello di Lonate Pozzolo. Ogni offesa, diffamazione, intimidazione o minaccia verrà sempre da me denunciata alle Forze dell’ordine”.

Dopo queste affermazioni, come è normale che sia, tutta la popolazione è stata messa in subbuglio, le minacce e intimidazioni fanno sempre pensare ad azioni gravi e illecite che incutono molto timore. In pochissime ore anche altri esponenti politici dichiarano di aver ricevuto la missiva incriminata. Nel frattempo vengono scritti molti articoli dalle varie testate giornalistiche dove sono rimarcate le parole ‘minacce e intimidazioni’, e sono di nuovo risollevati i problemi di ‘Ndrangheta Lonatese e le elezioni del 2018.

La sindaca: “Lettere anonime inviate a casa, per intimidire”

Qualche giorno fa, però, Claudia Fraccaro, consigliera di minoranza che anche lei aveva ricevuto la lettera, non ci sta e pubblica un post sulla sua pagina Facebook dove afferma: “Mi pare che ora si stia davvero esagerando, rimarcando il contenuto ‘minaccioso’ della famosa lettera anonima! Io, come ho già scritto, l’ho ricevuta e quindi scrivo a ragion veduta. Nella lettera non c’è alcuna minaccia! Ci sono frasi più o meno calunniose e diffamatorie rivolte ad alcuni consiglieri comunali di maggioranza ed opposizione oltre ad altre persone che a vario titolo hanno avuto a che fare con la politica nel passato e con l’amministrazione comunale. Dire che in tale lettera vi siano delle minacce non è corretto anzi è un messaggio che crea paure ingiustificate e disinformazione!”. La sua posizione viene rimarcata dall’articolo della Prealpina uscito in data 19 novembre, e dalla pubblicazione della lettera in versione integrale sui social (nascondendo per privacy i nomi dei diretti interessati), dove c’è ben poco spazio per fraintendimenti: a questo punto, l’incriminata lettera prende più la piega satirica piuttosto che minacciosa.

Unendo tutte queste dichiarazioni qualcosa non torna: le minacce e le intimidazioni, che ripetiamo essere azioni gravissime e da condannare, dove sono? Perchè fomentare la paura nei cittadini inutilmente? Rime baciate un po’ velenose e satiriche adesso intimoriscono come minacce ben più serie? A questo si aggiunge un altro articolo pubblicato sul Corriere della Sera il 17 novembre intitolato “Intimidazioni a sindaco e giunta – I clan non mollano Lonate”. Già il titolo rimarca che il soggetto che ha scritto la lettera sia vicino a un clan ‘ndranghetista e sappiamo che il loro modus operandi è fatto di minacce e intimidazioni di vario genere. A questo punto leggiamo incuriositi l’articolo, e una frase ci lascia un po’ perplessi: “Il messaggio non contiene minacce. Ma a prescindere dal contenuto, che non intendiamo rendere pubblico per evitare di spostare l’attenzione sulle falsità scritte, quanto accaduto è di per sé grave”, queste sono esattamente le parole della nostra Sindaca. Leggendo queste frasi la stessa Rosa ammette che non ci sono minacce, i fatti quindi si fanno sempre più confusi, o sempre più chiari, in base ai punti di vista. Forse la Sindaca e i consiglieri di maggioranza che hanno ricevuto la lettera dovrebbero replicare alle offese e alle diffamazioni presenti: se le falsità scritte sono tali, non dovrebbe essere un problema renderle note. Tanto clamore sollevato e poi non si vuole spostare l’attenzione su di esse?.

Pare un po’ un paradosso, a meno che le così dette falsità, non siano, in fondo in fondo, delle celate verità, e per di più in rima! Rimanendo in tema di articoli e riflessioni, sarcastiche o meno, abbiamo avuto il piacere di apprendere da un articolo del 17 Novembre di Varesenews, dove si parlava di un argomento molto serio e delicato come l’incendio avvenuto a Lonate in via Bolivia che ci sono giornalisti che, invece di parlare di cronaca e argomentare l’accaduto, si schierano politicamente e fanno insinuazione a dir poco diffamatorie, su tutti coloro che non sono in linea con l’amministrazione e il suo operato.

A Lonate Pozzolo troppi veleni: anche un incendio accidentale ora fa paura

Se l’amministrazione comunale ha pochezza di idee e di fatti, il dito non deve essere puntato contro chi evidenzia tale mancanza e chiede, giustamente, qualcosa in più per il proprio Paese. Chiedere il meglio per il proprio territorio da quando è considerato una colpa? Sottolineare le mancanze, da quando va a pari passo con la malavita?

Nel nostro precedente comunicato abbiamo ricordato alla Sindaca di non fare di tutta l’erba un fascio, perché chi fa parte di uno schieramento politico opposto al suo non deve essere accostato al malaffare, ma evidentemente va ricordato anche a chi scrive certi articoli. Soprattutto va ricordata l’imparzialità e lasciare che illazioni o congetture le faccia chi legge e non chi scrive, per evitare di scollinare in un giornalismo di basso livello. Evidentemente, però, non tutti possono scrivere sul Corriere della Sera.

 

 

 

La replica dei giornalisti di VareseNews:

L’articolo che racconta il giorno dopo l’incendio di via Bolivia non fa altro che raccontare il crescente clima di tensione che c’è in paese. Non si è potuto non far notare, nella nostra cronaca, che ad agitare accuse senza uno straccio di documento a supporto sia il figlio di Cataldo Casoppero, Antonio, e che le accuse contenute nella lettera (che non possiamo divulgare in quanto oggetto di indagine, ndr) siano in gran parte quelle portate avanti dallo stesso Casoppero con il supporto di alcuni cittadini che non mancano di mettere like, commentare e fomentare quanto va sostenendo Antonio Casoppero. 

Tra questi c’è anche una persona  che nel 2018 si è candidata (in quota Lega) con la lista di Centrodestra per Lonate. D’altra parte la stessa Lega ha utilizzato le accuse arrivate da alcuni cittadini sui social: 

“Ultimamente sui social qualche persona sta facendo delle affermazioni sull’operato della giunta Rosa, alcune delle ultime polemiche riguardano cantieri sbloccati dopo la vittoria alle elezioni, l’immobiliare a cui si fa riferimento è difatti legata a Nadia Rosa. C’è qualcosa che forse va chiarito? Magari in nome della tanto sbandierata legalità…” , scrive la Lega lonatese in un comunicato pubblicato da Varesenews alcuni giorni fa.

A lanciare quelle accuse fu Antonio Casoppero sul gruppo “Sei di Lonate Pozzolo se…” con un post che, poi, gli amministratori dovettero cancellare con tanto di diffida nei confronti dello stesso autore (che poi è tornato a pubblicare senza problemi, essendo il gruppo moderato dalla moglie e da un suo amico di fiducia) in quanto conteneva accuse palesemente false. Accuse che la Lega non ha comunque mancato di rilanciare.

Ecco il testo pubblicato da un amministratore del gruppo in data 9 novembre:

“Gli amministratori e la moderatrice del Gruppo informano gli iscritti che Immobiliare Annarosa ha contestato la falsità ed il carattere gravemente diffamatorio del post del 29/10/2020 pubblicato dal Sig. Antonio Casoppero. In particolare Immobiliare Annarosa ci ha comunicato i riferimenti temporali delle autorizzazioni del Piano di Recupero di Via Matteotti ang. Vicolo Rudoni; le date di tali autorizzazioni sono collocate oltre un decennio prima dell’elezione dell’attuale Sindaco (si parla degli anni 2008 e 2009). Inoltre, il rinnovo dell’iter autorizzativo, resosi necessario dopo una serie di vicissitudini dell’originario promittente acquirente della porzione maggioritaria dell’intervento edilizio autorizzato, è partito a Ottobre 2017, ma ha atteso ben 2 anni prima di essere completato. Ciò per la paralisi dell’Ufficio Tecnico comunale a seguito delle vicende giudiziarie tristemente note alla cittadinanza che hanno coinvolto tra gli altri l’ex Sindaco della città […]”.

Per chi fa cronaca queste vicende rientrano tutte nel clima di tensione che si è creato in paese. Ci sembra degno di notizia il fatto che il figlio di un imprenditore condannato a 14 anni di reclusione per fatti di ‘ndrangheta e alcuni esponenti della Lega attacchino l’attuale amministrazione – e in particolare il sindaco Nadia Rosa – con gli stessi argomenti, peraltro falsi. A chiudere il cerchio anche le accuse scritte nell’ormai famosa lettera anonima recapitata agli indirizzi della giunta e di alcuni consiglieri (che la stessa Lega ritiene non essere intimidatoria), in gran parte le stesse ripetute da settimane da Casoppero e altri.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 20 Novembre 2020
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