E’ di Marzia Migliora l’immagine guida della Giornata del Contemporaneo del Maga

Il museo partecipa alla sedicesima edizione dell’iniziativa dell’Associazione dei Musei di Arte Contemporanea Italiani che si terrà sabato 5 dicembre 2020

Arte - Mostre

Per la XVI edizione della Giornata del Contemporaneo, promossa da AMACI – Associazione dei Musei di Arte Contemporanea Italiani, in programma sabato 5 dicembre 2020, il Museo Maga presenta un lavoro inedito di Marzia Migliora, l’artista torinese la cui mostra “Lo Spettro di Malthus” progetto vincitore di Italian Council è in corso al Museo.

L’opera #37, parte della serie Paradossi dell’Abbondanza, è così parte di un ideale mosaico digitale di 20 opere di artisti italiani per raccontare la rete dei musei associati e riflettere sul senso di community, concetto da sempre al centro della manifestazione.

L’immagine, collage e disegno su carta, è legata a un più ampio progetto, chiamato I Paradossi dell’Abbondanza, a sua volta parte della personale di Marzia Migliora Lo Spettro di Malthus, curata da Matteo Lucchetti, in corso al Maga..

Lo Spettro di Malthus è la conclusione del ciclo di ricerca degli ultimi anni, che Marzia Migliora ha dedicato all’analisi sul rapporto tra produzione di cibo, merce e plusvalore del modello capitalista e allo sfruttamento delle risorse umane, animali e minerarie. Temi evocati fin dal titolo del progetto proposto in cui l’artista richiama la teoria enunciata da Thomas Malthus, economista e demografo inglese (1766-1834), che teorizzava, già a fine diciottesimo secolo, il problema dell’insostenibilità tra crescita demografica e produzione alimentare, indicando come conseguenze di monoculture e allevamenti industriali, possibili carestie e pandemie a livello globale.

“Il progetto – ha avuto modo di scrivere Matteo Lucchetti – nasce da una serie di ventiquattro collage che Marzia Migliora ha iniziato nel 2017 con il titolo di Paradossi dell’abbondanza, che mescolano la tecnica del disegno alla tradizione del papier collé, per raccontare le contraddizioni vissute in campo agricolo, dalla prospettiva degli agricoltori stessi, che siano gli stagionali migranti dei nostri giorni, i braccianti delle piantagioni coloniali, oppure più semplicemente provenienti dal background contadino vicino all’artista e alla storia della sua famiglia. Il titolo dell’opera è preso a prestito da un capitolo del libro Una storia commestibile dell’umanità del giornalista inglese Tom Standage, che ripercorre una certa idea di modernità attraverso la storia dell’agricoltura e del suo asservimento alla produzione di cibo come merce: con l’introduzione di monoculture, produzioni intensive, pesticidi, organismi geneticamente modificati e quanto ha permesso un presunto dominio dell’uomo sui cicli naturali della germinazione”.

In caso di apertura del museo, l’ingresso sarà gratuito.

Museo MA*GA
Gallarate, Via E. de Magri 1
Tel. +39 0331 706011; info@museomaga.it; www.museomaga.it

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Pubblicato il 25 Novembre 2020
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