Il ristorante dei ragazzi speciali chiude, per ora: “Nemmeno il secondo lockdown ci fermerà”
"Un risotto per un sorriso" aveva aperto ad inizio 2019 per dare un lavoro a giovani con disabilità, grazie all'impegno dei genitori di Riccardo Lamperti. Ora ha dovuto chiudere per la seconda volta
Il sogno di Riccardo Lamperti, giovane con disabilità diplomato all’Istituto alberghiero Falcone di Gallarate, non si ferma nemmeno dopo due lockdown che hanno causato la chiusura forzata del ristorante ad Olgiate Olona. Un locale che, insieme ai genitori Giusy e Alessandro, ha aperto grazie ad un progetto e ad una raccolta fondi con l’obiettivo di dare una possibilità ai ragazzi diversamente abili di trovare un lavoro che potesse renderli indipendenti. Era il 7 gennaio del 2019 quando i primi risotti cucinati da Riccardo e dallo staff di “Un risotto per un sorriso” uscivano dalla cucina per essere serviti ai tavoli dei primi clienti.
Questa esperienza nasce dalla cooperativa sociale Il Volo del Gabbiano Onlus per inserire ragazzi diversamente abili nel mondo del lavoro affinché potessero volare con le proprie ali. Il primo a poterle spiegare è stato proprio Riccardo Lamperti ma il Covid ha già fermato due volte il sogno di altri ragazzi che avevano iniziato a lavorare nel ristorante e che ora sono stati costretti a mettere da parte la divisa e a stare a casa. Giusy però non intende arrendersi e annuncia: «Abbiamo preso contatto con l’Enaip di Busto Arsizio per far iniziare l’esperienza ad altri giovani studenti, sempre con disabilità. Anche se per ora è tutto fermo stiamo già pensando al dopo».
Non possono andare avanti neanche con l’asporto perchè il menù è incentrato sui risotti e l’esperienza dice che questo tipo di piatto non mantiene le stesse caratteristiche a lungo: «Abbiamo provato a portarne alcune porzioni a casa, che dista meno di 2 km dal ristorante, ma il risultato non ci ha soddisfatto. Aspetteremo come abbiamo fatto da marzo a giugno di quest’anno».
L’attesa è dura da sopportare e Riccardo non vede l’ora di tornare nella sua cucina per ricominciare con lo stesso entusiasmo di prima: «Purtroppo – conclude Giusy – stiamo pagando gli errori di altri: dalla politica a chi non ha voluto prendere le giuste precauzioni e misure, abbassando troppo la guardia e pensando che il peggio era alle spalle. Da parte nostra avevamo investito sui dispositivi sanitari, compresa una lampada particolare che sanifica gli ambienti e le superfici». Un risotto per un sorriso tornerà a riaccendere le sue luci e i suoi fuochi, speriamo presto.
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