Trote sedate e spremute, accade a Brusimpiano

Sembrerebbe il titolo di un delitto efferato con protagonisti i poveri pesci se non fosse il riassunto di un appuntamento annuale che aiuta il lago a ripopolarsi

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Se dovessero realizzare lungo le sponde del Ceresio un remake del celebre film degli anni novanta “L’uomo che sussurrava ai cavalli”, questo si chiamerebbe “Gli uomini che spremevano i pesci” e i protagonisti sarebbero loro: Alberto Borroni e Luigi Corti.

Accade infatti che alla piscicoltura di Brusimpiano quest’anno, come ogni anno, sia tempo di spremitura. Non di arance e né di olive come si sarebbe portati comunemente a pensare data la stagione, bensì di trote. Trote maschio e trote femmine allevate dai volontari del paese affacciato sul Lago Ceresio e che grazie a questa operazione depongono e fecondano centinaia di migliaia di uova.

“Prendiamo circa una dozzina di femmine alla volta e le mettiamo in una vasca in cui aggiungiamo qualche goccia di estratto di chiodi di garofano”, ci racconta con passione Alberto Borroni, coordinatore della piscicoltura, “in questo modo le trote si rilassano e grazie a qualcosa di totalmente naturale riusciamo a sedarle.” A quel punto entra in campo l’esperienza tramandata da generazioni: gli animali vengono presi indossando appositi guanti e viene loro praticata una leggera pressione sull’addome che si svuota del prezioso contenuto, le uova. Una volta terminato questo passaggio le bestiole vengono riposte in una vasca con acqua ben ossigenata, dove subito si riprendono dal torpore generato precedentemente dai chiodi di garofano.

Ai maschi viene praticato lo stesso trattamento, solo ne occorrono molti meno: circa uno ogni dieci femmine. Una volta estratto lo sperma si creano delle vaschette apposite dove viene mischiato alle uova, che in appena dieci secondi vengono fecondate.

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Uova fecondate

Quanto tempo impiegano a schiudersi? Anche qui la risposta potrebbe apparire curiosa: 400 gradi. Il numero di giorni necessari alla schiusa viene calcolato partendo da questo dato (400°) diviso la temperatura dell’acqua. Per cui per uova deposte e mantenute a 10° saranno necessari circa quaranta giorni (400° : 10° = 40). A Brusimpiano le vasche ricevono l’acqua direttamente dal fiume Trallo e la sua temperatura non solo non è costante, ma scende anche molto al di sotto del valore preso ad esempio, per cui non è possibile sapere con precisione quando avverrà il lieto evento. Diciamo che solitamente siamo intorno ai primi di marzo.

Una volta schiusi, i piccolissimi pesciolini sono autonomi nella alimentazione per circa un mese. Si nutrono infatti del sacco vitellino in cui si sono sviluppati. Una volta terminata quella fonte di nutrimento iniziano ad essere nutriti con appositi mangimi: da lì intercorre circa un mese al loro rilascio, che viene realizzato ogni anno in primavera dai volontari.

Quest’anno il lavoro della piscicoltura è ancora più importante e faticoso. A giungo del 2020 infatti, a seguito dell’ondata eccezionale di precipitazioni, il fiume Trallo che fornisce l’acqua alle vasche dell’allevamento era esondato, trascinando con sé moltissimi detriti, sabbia e fango che avevano invaso le vasche impedendo all’acqua di arrivare. Totale: oltre duecentomila esemplari morti.

“Le vasche ad oggi sono sistemate: abbiamo realizzato alcuni interventi grazie a fondi stanziati dalla Comunità Montana che ci hanno permesso di rifare le vasche esterne in cemento per i muri di divisione. Paradossalmente siamo stati facilitati dall’assenza di pesce”, spiega Borroni, “Quello di giugno è stato un evento eccezionale che ci auguriamo non si ripeta. Nel caso saremmo comunque più pronti perché abbiamo pulito manualmente delle vasche preesistenti, posizionate fra il corso del fiume e la piscicoltura, che speriamo garantiscano lì l’accumulo di eventuali materiali portati dal fiume in piena.”

E ci vorranno un paio d’anni perché l’attività di ripopolamento riprenda a pieno regime, dopo la perdita di così tanti esemplari. Per qualche tempo i rilasci saranno minori e soprattutto minore sarà la turnazione delle fattrici, una volta sostituite ogni due tre anni, nel 2020 decimate quasi del 90%.

Nel mentre continua il lavoro appassionato dei volontari e degli amici di questa nursery delle trote, che attende anche di riaprire le porte ai suoi piccoli visitatori: ogni anno sono infatti diverse centinaia i bimbi delle scuole del territorio che si recano in gita alla piscicoltura, per imparare tanti aneddoti curiosi ed interessanti sugli abitanti dei nostri laghi e sugli uomini che ne hanno a cuore la loro sopravvivenza.

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Alberto Borroni e Luigi Corti

Eleonora Martinelli
eleonora.martinelli@varesenews.it

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Pubblicato il 18 Novembre 2020
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