“Io volontaria alla Fontanelle: in fila per i tamponi siamo tutti uguali”
Sarah è volontaria presso la protezione civile di Daverio. Ha prestato servizio al punto tamponi di Malnate per due settimane e ha voluto raccontarci la sua esperienza
“Un’altra lunga giornata mi attende come volontaria alle “Fontanelle” per gestire il traffico delle macchine di chi va a fare il tampone. Vi lascio con questo bellissimo panorama della mattina che ci accoglie ogni giornata”. Così ci aveva scritto qualche giorno fa Sarah, una giovane che fa la volontaria presso la protezione civile di Daverio. Ora la sua esperienza è terminata e ha voluto condividere con i lettori di Varesenews, le sue emozioni. Eccole qui
Buongiorno,
sono una ragazza del volontariato di protezione civile di Daverio. Volevo raccontarvi la mia esperienza alle Fontanelle, punto allestito per effettuare i tamponi. Sono stata lì due settimane: ho conosciuto volontari di altri comuni, medici, infermieri, e alla fine anche qualcuno dell’esercito.
È stata un’esperienza bella, intensa. Ho avuto anche un po’ di paura, non lo nego: vedi la realtà, capisci cosa sta succedendo e hai anche un po’ di paura di infettarti e di portare a casa il virus. Ma ho affrontato tutto e so che nel mio piccolo sono stata d’aiuto.
La mattina i cancelli aprivano alle 8.55 ma c’era già gente ad aspettare lì alle 7, per essere i primi; poi arrivavano altre macchine e c’era una lunga fila.
Alle 8.50 noi volontari eravamo tutti pronti nelle varie postazioni e così i medici e le infermiere, loro dentro le tende, tutti bardati, pronti per iniziare una lunga giornata.
Alle 8.55 si aprivano i cancelli, fino alle 16.00/16.30.
Era un continuo via vai di persone: anziane, giovani, lavoratori, bambini, ragazzi delle scuole, donne incinte, neonati, disabili. Tutti uguali, in quel momento.
Io ringrazio tutti coloro che hanno dato la loro disponibilità per aiutare i cittadini di questa situazione di difficoltà.
E un ringraziamento va agli Alpini, sempre disponibili a dare una mano anche se alcuni di loro non erano tanto giovani. Infine grazie a tutti i volontariati dei vari comuni, agli infermieri, ai dottori e all’esercito che è venuto a darci una mano.
Sarah Z.
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