“Canestri di storia” su Instagram: Varese – Treviso

L'attuale club veneto è l'erede della grande tradizione firmata Benetton: Rogers e Teagle, Rusconi e Andrea Meneghin, Pozzecco e Rebraca sono i protagonisti di una puntata della nostra rubrica ricchissima di talento

Canestri di storia

Una premessa è doverosa, prima di parlare della puntata natalizia di “Canestri di storia”, la nostra rubrica in collaborazione con Pallacanestro Varese che attraverso le immagini ripercorre le sfide del passato con le avversarie di turno della Openjobmetis.

La Universo Treviso Basket che domenica 27 giocherà alla Enerxenia Arena non è la stessa società protagonista di tante partite e tanti successi negli anni passati: quella, conosciuta come “Benetton” dal nome dello sponsor, era la Pallacanestro Treviso oggi attiva solo nel settore giovanile. Detto questo però, ci sembra giusto dare spazio in questa rubrica al duello durato decenni tra la Pallacanestro Varese e le formazioni provenienti dalla bella città veneta, duello culminato con la finale scudetto del 1999 nella quale i Roosters conquistarono il titolo.

Prima di raccontare le tre fotografie scelte, vi ricordiamo che le immagini di questa puntata sono disponibili sul profilo Instagram ufficiale di VareseNews, che potete visitare CLICCANDO QUI. Per guardare gli scatti delle puntate precedenti, seguite l’hashtag #canestridistoria su Instagram mentre per rileggere gli articoli dedicati potete cliccare QUI.

Veniamo dunque alle immagini “che hanno fatto la storia” prescelte quest’oggi. La prima risale alla stagione 1999-93, annata nefasta per i colori biancorossi visto che la Cagiva si trovò per la prima volta a disputare la Serie A2 senza per altro riuscire a tornare subito nella massima serie. L’avvio di quella stagione però fu folgorante: in una gara di Coppa Italia Varese infatti riuscì a travolgere la Benetton che al contrario aveva festeggiato lo scudetto pochi mesi prima. A Masnago finì 89-65 per la Cagiva che schierava tra gli altri Johnny Rogers, “il rosso”, ala forte americana dall’ottima carriera. Qui Rogers è raffigurato mentre difende la palla davanti a Terry Teagle, uno dei due stranieri di quella Treviso. L’altro era sua maestà Toni Kukoc. Al ritorno al PalaVerde purtroppo, le cose tornarono alla normalità: 89-56 per i Casuals e Varese eliminata dalla Coppa.

Foto numero 2, in bianco e nero, non tanto per ragioni di data quanto piuttosto per una licenza poetica del fotografo di turno che immortalò i due più forti giocatori usciti dal settore giovanile di Varese in età moderna (considerando Cecco Vescovi come “figlio” dell’era Ignis-Girgi-Emerson). Con la maglia della Benetton c’è Stefano Rusconi, pivot eccezionale il cui nome è legato a due eventi storici: il prezzo pagato da Treviso per prelevarlo da Varese (15 miliardi di lire, quotazione “calcistica” per l’epoca, l’estate del 1991) e il fatto che il “Rusca” sia stato il primo italiano a giocare in NBA nella breve esperienza ai Phoenix Suns. Accanto a lui Andrea Meneghin, più giovane di 6 anni rispetto al pivot e destinato a una carriera altrettanto grande, culminata – vedi sotto – con lo scudetto e l’Europeo ’99, un alloro quest’ultimo sfuggito a Rusconi (argento nel ’91 con l’Italia). Per lui gli scudetti, in biancoverde, furono due.

GUARDA LE FOTO sul profilo Instagram di VareseNews

11 maggio 1999, la data è scolpita nel cuore e nella mente di tutti i tifosi varesini, la notte dello scudetto della Stella. In quella sera e in quella serie il pubblico di tutta Italia poté godere di duelli tra giocatori eccezionali: due di essi, seppure all’opposto per quanto riguarda il ruolo, sono raffigurati nella terza e ultima immagine che vi proponiamo. Gianmarco Pozzecco, playmaker dei Roosters, sfida Zeljko Rebraca, pivot serbo della Benetton: il Poz, testa dipinta di rosso, naso e occhi pesti per via della celebre gomitata di Marcelo Nicola, dribbla l’aiuto del centro avversario. Rebraca in quella serie di finale non riuscì a incidere come molti si attendevano anche perché il mitico Obradovic, allenatore trevigiano, non provò mai la carta del doppio pivot (l’altro era Marconato) che forse avrebbe potuto mettere in difficoltà i lunghi varesini. Meglio così.

CANESTRI DI STORIA – La rubrica in collaborazione con Pallacanestro Varese

Damiano Franzetti
damiano.franzetti@varesenews.it

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Pubblicato il 24 Dicembre 2020
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