Gli auguri di Natale di Umberto Bossi sono dedicati agli anziani che hanno sofferto
Il Senatur nella venticinquesima edizione del biglietto di Natale fatto preparare ad hoc, utilizza una sua poesia in lingua lombarda
Umberto Bossi rende omaggio al mondo degli anziani, quest’anno così duramente colpito per la pandemia, nei suoi biglietti augurali del 2020.
Nella venticinquesima edizione del biglietto di Natale fatto preparare ad hoc, utilizza una sua poesia in lingua lombarda. Dallo staff del senatore fanno sapere che si tratta di una poesia facente parte della collana di poesie che lui compose nella fine degli anni ’70, inizi anni ’80, quando maturava in lui l’idea politica, in quel periodo storico in cui il mondo agricolo veniva messo da parte da quello industriale.
La poesia è Na mameta (Una nonnetta). La storia di una donna anziana che un giorno riesce a scappare dall’ospizio per andare a vedere da lontano il suo paese natale e il lago di Varese. Un frammento di vita di un personaggio del territorio legato alle sue radici quando si parlava esclusivamente il dialetto lombardo.
Il consueto biglietto natalizio – fatto dipingere da venticinque anni dallo stesso artista– è un acquarello su carta, fatto stampare e inviato ai militanti, al mondo politico e a quello istituzionale.
Con la poesia Na mameta, (Una nonnetta), e il dipinto, la frase scritta di suo pugno: “Auguri di Buon Natale 2020 a tutte le nonne del mondo”. Firmato: Umberto Bossi.
Il testo della poesia
ORIGINALE
NA MAMETA
Na mameta l’e dre a fa un majon
Par ul naudin, ca la ved
Do voelt a l’an.
E sa strasisan cun la lana
Anca i regord di so fioeu
Da la so vita e dul so om
Suteraa in d’un paeš
Par le insci luntan.
L’e chi ai vegioni da tri an.
Un di ca l’e riusii a scapa foeura
Dul cancel,
L’ha traversaa u stradun
E l’ha poduu varda gio in
Da la val.
In fund, dopu ul lach,
Gh’e ul so paeš,
so gent
E i so straa da la memoria,
I so radis
E ul sentiment.
TRADUZIONE
UNA NONNETTA
Una nonnetta sta facendo un maglione
Per il nipotino, che vede
Due volte all’anno.
E si consumano con la lana
Anche i ricordi dei suoi figli,
Della sua vita e del marito
Sepolto in un paese
Per lei tanto lontano.
E’ qui all’ospizio da tre anni.
Un giorno che e riuscita a scappare
Fuori dal cancello,
Ha attraversato lo stradone
E ha potuto guardare giù
Nella valle.
In fondo, dopo il lago,
c’è il suo paese,
La sua gente
E le sue strade della memoria
Le sue radici.
E l’integrità mentale.
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