Gli ospedali di Busto Arsizio e Saronno travolti dall’emergenza Covid

È stato di circa 370 ricoverati il picco raggiunto negli ospedali della Valle Olona con oltre 115 accessi al giorno in pronto soccorso. La situazione ora si sta normalizzando ma rimangono ancora 333 degenti

Infermieri dell'Asst Valle Olona

La ripresa dell’emergenza pandemica è iniziata la prima settimana di ottobre. Ma è stato all’inizio di novembre che l’Asst Valle Olona è stata travolta dall’emergenza contagi che ha colpito con particolare durezza sia Busto Arsizio sia Saronno mettendo in grave affanno tutta la rete aziendale : « Da inizio novembre la pressione sui nostri ospedali è cominciata a salire – spiega la dottoressa Paola Giuliani, direttore sanitario dell’Asst Valle Olona  siamo stati letteralmente travolti dagli accessi. La gente si presentava spontaneamente o portata dalle ambulanze. Fino a 116 casi ogni giorno, un ritmo impressionante. Fortunatamente, Areu ha allestito l’hot spot per visitare i codici meno gravi. Per noi è stato un’ancora di salvezza perché tutti gli ammalati meno gravi sono andati in altri presidi fuori provincia come Bergamo e Brescia. Noi ci siamo concentrati sui pazienti più gravi».

Da fino ottobre, quindi, la Valle Olona ha cominciato a riconvertire posti letto velocemente: « Rispetto alla precedente emergenza quando avevamo dedicato interi ospedali al Covid , questa volta abbiamo optato per isole “pulite” all’interno di ciascun presidio. Inizialmente avevamo pensato di lasciare libero il sant’Antonio e concentrare l’attività chirurgica, ma i contagi sono stati troppi e così abbiamo ricavato anche a Gallarate un centinaio di letti, lasciando pulita però la terapia intensiva che serviva alla chirurgia».

Nel momento peggiore, nei tre ospedali dellaValle Olona ( solo il Bellini di Somma si è mantenuto Covid free accogliendo tutti i pazienti della medicina di Gallarate) sono state ricoverate 370 persone. Per dare la massima assistenza sono stati riconvertiti anche spazi nuovi come alcune sale chirurgiche che hanno permesso di aumentare di 6 letti la capacità di terapia intensiva a Busto Arsizio che aveva 14 postazioni mentre a Saronno sono stati 8 posti a cui se ne è aggiunto uno dalla terapia intensiva cardiologica.

« Se abbiamo retto all’urto lo dobbiamo ai nostri dipendenti – commenta la dottoressa Giuliani – persone che si sono messe a disposizione e ne hanno passate davvero tante. Penso soltanto allo strazio che hanno condiviso quanti rispondevano al servizio telefonico dedicato ai parenti dei ricoverati. Lavorano tutt’ora 12 ore a turno. Abbiamo avuto la fortuna di chiudere un concorso per infermieri proprio il giorno prima dell’avvio della nuova emergenza. Il nostro direttore generale e quello amministrativo avevano imposto turni molto intensi per valutare 900 candidati e arrivare a stilare una graduatoria da cui abbiamo attinto e poi abbiamo passato all’Asst Sette Laghi. Abbiamo assunto con ogni forma i liberi professionisti delle specialità più coinvolte, sappiamo che sono pochissimi e abbiamo preso più che potevamo. Nonostante gli innesti, il lavoro è stato faticoso perchè questa ondata ci ha coinvolto anche come persone: molti dipendenti sono stati contagiati nella propria vita privata, in ambiti famigliari. E chi è rimasto ha fatto i miracoli. Uno sforzo davvero commovente».

Oggi il peggio sembra passato, in pronto soccorso si sono presentati “solo” otto persone con problematiche respiratorie da SarCoV2 anche se le terapie intensive sono ancora piene. Il ritorno alla normalità, però, è ancora lungo: « Regione ci ha chiesto di riattivare quanto prima l’attività operatoria,. Noi ci stiamo riorganizzando. Ma sappiamo che arriverà anche la terza ondata e dobbiamo correre per recuperare e inserire tutte le innovazioni tecnologiche che abbiamo. Il personale è stanco ma non possiamo permetterci di rallentare».

Alessandra Toni
alessandra.toni@varesenews.it

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Pubblicato il 01 Dicembre 2020
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