La lotteria degli scontrini, un modo culturalmente confuso di combattere l’evasione

L'idea della vincita per indurre a un comportamento socialmente responsabile non piace a Daniela Capitanucci che da anni si batte contro il gioco d'azzardo e la dipendenza che si crea

Varie

Dal primo gennaio partirà la “lotteria degli scontrini”, con premi in denaro giornalieri, settimanali e annuali. Un modo per contrastare i pagamenti in nero che, però, contengono una “meta-messaggio” pericoloso. Il parete di Daniela Capitanucci Presidente onorario di AND Azzardo e nuove dipendenze


Lotta all’evasione! Premessa con cui le testate nazionali annunciano la “lotteria degli scontrini”, uno degli strumenti messi in campo dal governo, con l’art. 141 del Decreto Rilancio dall’1/1/2021, attraverso un concorso, di cui si parla da parecchi mesi, e che alla fine pare vedrà la luce all’alba del prossimo anno.

Ma come funziona? In sintesi, attraverso questo dispositivo viene rilanciata la tracciabilità dei pagamenti con un sistema premiale che prevede estrazioni settimanali, mensili e annuali collegate agli scontrini della nostra spesa.

Si tratta di un meta-messaggio che ha ben poco di educativo: combattere l’evasione fiscale promettendo premi o inducendo comportamenti virtuosi, in cambio di aleatorie vincite in denaro. Esser pagati per un’azione civica, quella di contribuire alla giustizia sociale sostenendo la cosa pubblica, è antropologicamente un controsenso; e ancor più lo è quando è la dea bendata a deciderlo.

Viene da pensare: “Benvenuti nel paese dei balocchi”: ricevere premi affidandosi al caso di una lotteria. Ma non ci stupisce, visto che nel nostro Paese ormai il gioco d’azzardo “legale” entra nelle nostre vite senza più chiedere il permesso, anche quando non lo andiamo a cercare: slot e scommesse sotto casa, gratta e vinci dal tabaccaio. Tanto per fare qualche esempio.

Però nel primo semestre 2020 il mercato ha avuto una drastica battuta di arresto, rispetto al passato: secondo le stime elaborate da Jamma sui dati dell’ADM (Agenzia Dogane e Monopoli), la raccolta è calata del 30% rispetto all’anno precedente, il 2019, quando aveva sfondato il tetto dei 110 MLD.

Ci hanno pensato il Covid e il lock down ad allontanare tante persone dall’ossessione delle slot e delle scommesse, persone che in quel periodo hanno persino dichiarato di stare meglio senza l’offerta di gioco d’azzardo sotto casa.

Nello stesso periodo il Dipartimento delle Politiche per la Famiglia ha predisposto un bando “Educare in comune” di 15 milioni di euro per i Comuni italiani, per contrastare la povertà educativa e l’esclusione sociale dei bambini e dei ragazzi, in un momento in cui l’emergenza sanitaria ha acuito le disuguaglianze, le fragilità e i divari socioeconomici.

Come si conciliano queste misure?
Urge interrogarsi sul messaggio offerto alle giovani generazioni, e non solo, per le quali resta alto l’allarme del potenziale rischio di dipendenza.
Il principio di allargare la base dei contribuenti facendo emergere l’evasione fiscale sommersa è lodevole. Ma la modalità prescelta non è forse culturalmente confusiva? Ancora una volta, affidare alla sorte il godimento di un beneficio.

Perché invece, non finalizzare l’acquisizione del codice fiscale per ottenere detrazioni dirette e a beneficio di ciascun cittadino e non di quei pochi appesi al solito miraggio illusorio? Di fatto, è quello che già accade in farmacia quando si acquistano medicine utilizzando la Tessera Sanitaria.

Bene allora per tutti i dispositivi promossi a più livelli nella prevenzione capaci di combinare interventi strutturali, ambientali, educativi.
Quello di cui non c’è affatto necessità è di comunicare che ci siano scorciatoie per essere cittadini responsabili.

Daniela Capitanucci, fondatore e presidente onorario, Associazione AND-Azzardo e Nuove Dipendenze 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 07 Dicembre 2020
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